BLOODY HELL, di Alister Grierson

Rex, militare in congedo con qualche piccolo problema di personalità, sventa una rapina in banca, ma siccome durante la sua operazione un civile ci rimette le penne viene incarcerato. Otto anni dopo, scontata la pena, per sfuggire ai paparazzi e ai fan della sua nuova identità di eroe locale decide di andare in Finlandia, ma avrà a che fare con una strana famiglia dedita a un'attività decisamente discutibile...

Altro film che sarebbe dovuto uscire al cinema quest'anno - ma state tranquilli, viste alcune cose al suo interno dubito avrebbe comunque visto il suolo italico. Fa un po' ridere però che inizia nel 2012 e continua dopo la pena di Rex, otto anni a seguire... quindi in un'annata che avrebbe reso impossibile il viaggio finlandese del nostro.

Sì, c'entra poco, ma è un particolare che mi ha fatto sorridere...

Comunque, come già detto, dubito noi italici l'avremmo mai visto in sala. Perché Bloody hell è un film che sfugge totalmente alle logiche comuni e che qui da noi non avrebbe trovato terreno fertile. Non stiamo parlando di chissà quale pellicola ricercatissima, però va dato atto agli americani che, per quanto si possa dire loro su per un sacco di cose e per quanto certe volte il termine americanata sia l'omega dello spregio, non abbiano paura di shakerare i generi o di lasciare una qualche libertà agli autori più indie, proprio come è stato fatto con Alister Grierson.

Davvero, a che genere può appartenere?

Inizia come un film d'azione di ispirazione brucewillisiana, prosegue come una commedia on the road e finisce come un horror, anzi, con due generi di horror (il survival e quello della famiglia maledetta), senza farsi mancare citazioni varie e quel tocco di humor macabro che su di me fa sempre presa. Ah, già, i rimandi. Tantissimi rimandi di una cinefilia che abbraccia un po' tutto e non si vergogna di far vedere a chi è debitrice.

Se proprio volessimo fare dei paragoni, potremmo dire che Bloody Hell è la versione riuscita di Come to daddy, agendo però sui versanti opposti. Se Ant Timpson dava un inizio interessante che poteva promettere mille sviluppi, scegliendo la strada più breve, Alister Grierson prende una storia anche abbastanza stupida e la fa degenerare lentamente, dando tutta l'esagerazione necessaria e quel tocco di gore che va per forza di cose richiesto quando si cerca di alzare l'asticella.

Grierson non lo conoscevo, sapevo che aveva fatto Sanctum 3D, quella roba coi sottomarini voluta da James Cameron che si cose subacquee non ne ha mai abbastanza, ma qui sembra aver fatto un taglio netto col passato che non ammette repliche. Mi avevate conosciuto con un film lentissino e a puro uso e appannaggio del treddì? Bene, eccovi questa roba da schioppettati.

Se proprio vogliamo ritornare al paragone, forse Ant Timpsn aveva una messa in scena più raffinata (e classica) e un migliore uso della fotografia, ma il film regge. Regge nella sua follia, anche se nel suo voler eccedere a tutti i costi sembra non riuscire a trovare i quadro definitivo, oltre che a dare un esercizio davvero fine a sé stesso.

A Grierson e allo sceneggiatore Robert Benjamin manca l'inventiva di Edgar Wright e Simon Pegg, anche perché il loro film non mostra altro quello che viene riportato sullo schermo. Niente doppi-testi, al massimo doppi-sensi (ce ne sono due davvero geniali che, purtroppo, in un qualsiasi adattamento doppiato andrebbero persi), nessuna considerazione o decostruzione del genere di appartenenza. Se vi aspettate qualcosa di simile alla Trilogia del Cornetto, beh, non ci si avvicina minimamente né come spessore artistico o contenutistico.

Però funziona.

Nella sua assurdità, diverte alla grande.

Credo che già riuscire a gestire bene qualcosa di profondamente di genere e derivativo sia davvero difficile, farlo con qualcosa che muta continuamente e dandogli una dimensione coesa, senza che una parte prenda il sopravvento sull'altra, sia ancora più difficile. In questo suo divertissment ridanciano Grierson sbraca quanto vuole ma, allo stesso tempo, ha polso fermissimo e un ottimo controllo del ritmo e dell'azione. Un lavoro compatto che con poco riesce a dare il massimo risultato, riuscendo addirittura a inquietare in un momento e a dare qualche movimento di macchina davvero interessante.

Tra rimandi più o meno espliciti a McTiernan e a Hooper/Craven, riesce addirittura a strappare qualche risata senza scadere nella volgarità o creando momenti di stallo che non portano a nulla. E sì, resta un po' la delusione per qualcosa che poteva eccedere davvero, almeno nel lato più sanguinolento, ma credo che sia un ottimo punto di partenza per qualcosa di oltre che potrà sicuramente arrivare.

Io sono molto fiducioso.

Mi ci gioco un piede!






Commenti

  1. Il nostri cinema non li avrebbe visti nemmeno con il binocolo così come non vede la trilogia del Cornetto, però oh mi sono divertito. Beccami gallina se ho capito a che genere appartiene questo film, diciamo che abbraccia tutti quelli giusti ;-) Cheers

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    1. E lo fa pure bene, fino a una certa. Poi finale ed easter-egg (per stare in tema galline...) mi hanno fatto scompisciare 🤣

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