ANTEBELLUM, di Gerard Bush e Christopher Renz

Nella piantagione dei soldati confederati americani la schiava Eden, dopo un tentativo di fuga andato male, è costretta a subire i peggiori soprusi e violenze insieme agli altri lavoratori dei campi di cotone. Eppure, sembrerebbe che...

Nonostante la pandemia - e infatti questo film ce lo schioppano direttamente su Prime Video, bypassando la sala - il 2020 ha visto il razzismo ritornare in auge come argomento. Non che lo avesse mai lasciato, perché il mondo stava prendendo una deriva che, a onor del vero, mi spaventava alquanto, con questo odio verso il prossimo che stava dilangando nuovamente in tutto l'occidente, segno che dalla Storia non abbiamo mai imparato nulla. Anzi, mi permetto una chiosa a parte, ho sempre sperato che da questa pandemia potessimo uscirne più uniti, consci della nostra piccolezza generale, ma purtroppo #andràtuttobene un par di balle. Siamo solo passati da uno slogan all'altro, perché prima degli striscioni sui poggioli scrivevamo #primagliitaliani sui social.

L'America poi, per quanto si sforzi nel definirsi la terra delle opportunità, ha un passato di razzismo a dir poco allucinante. Ricordiamo che furono quelli che costrinsero le popolazioni autoctone a vivere nelle riserve e che fecero dello schiavismo quasi uno status sociale, senza contare che il gesto di Rosa Parks avvenne negli Anni Cinquanta, non nell'Ottocento.

Antebelllum è l'esordio dietro la macchina da presa per un lungometraggio dei registi Gerard Bush (ok, il fatto che abbia questo cognome fa ridere...) e Christopher Renz, che hanno sempre lavorato in coppia e pure qui non mollano il loro decennale sodalizio, e tratta proprio di questo tema. Anzi, fanno un lavoro di sfumatura che va a mettere in dubbio le basi stesse dell'America, ma arriviamoci per gradi...

A che genere appartiene questo film?

Ecco, qui ci sta una bella gatta da pelare. Perché il film è stato lanciato in rete nella maniera peggiore possibile, vista anche la sua natura nell'essere a metà strada tra più cose. A vedere certi trailer pare un horror soprannaturale, in altri ancora un film storico. Vi dico solo che a metà film c'è un plot twist piuttosto shyamalaniano e io ho iniziato la visione dando per scontato che lo specificassero fin dall'inizio. Non so perché, ma giuro che era così, quindi iniziate a vederlo senza sapere nulla che è meglio per voi. Anzi, sicuramente potrà darvi un effetto diverso, al di là degli innegabili difetti.

Non è un film perfetto, lo dico subito. Può vantare un inizio e una fine davvero sfolgoranti, con due scene bellissime che sotterrano quanto mostrato nel mezzo, ma per il resto vola di alti e bassi continui, a cominciare da diverse lungaggini e dei personaggi che forse meritavano un po' di più. Sono due comprimari a dare le migliori sfumature, due attori non troppo valorizzati che donano dei momenti, più o meno lunghi, notevoli, a differenza di una protagonista piuttosto monolitica. Ma la rievocazione che porta in atto non è da sottovalutare.

Bush e Renz vogliono mostrare come l'America stessa poggi le proprie basi sul sangue e sullo sfruttamento, qualcosa che purtroppo accompagnerà il Paese per sempre. E mostrano come il razzismo avvenga in modi ben diversi, anche più sussurrati, e che l'essere neri è una "colpa" che tutt'oggi non viene ancora perdonata.

D'altronde ultimamente c'è stato un gran clamore perché hanno voluto mettere un disclaimer davanti a Via col vento, gridando alla censura e dicendo che in quel film venne premiata con l'Oscar la prima attrice nera della storia, omettendo però che ad Hattie McDaniel l'Academy offrì un trattamento non proprio signorile o paritario - poi ci sarebbero anche una serie di questioni che divisero la comunità afroamericana. E' bastato così poco per far uscire tutti fuori di testa, perché alla fine il film è rimasto, solo con un annuncio di pochi secondi.

Ma basti vedere le incazzature della rete quando si vedono delle minoranze nei film e nelle serie tv, alludendo alla necessità nella trama, cose che non vengono mai contestate per i personaggi bianchi o etero. Il razzismo è implicito anche inconsciamente, sepolto dalla buona fede, spesso, perché altrimenti non si sarebbero incazzati tutti per un Lupin nero, giustificando però un dubbio pronipote giapponese - che poi, far interpretare un ladro a un nero non è più politicamente scorretto di molto altro?

E sì, ci sarà pure il "contesto storico di un'opera" da tenere bene a mente, ma mi fa ridere che tutto questo venga fuori dagli stessi che si sentono oppressi perché il catcalling viene contestato e si spaventano per una statua che viene abbattuta, casino che poi non venne fatto quando lo fecero con quella di Saddam. Non è un accostamento alla cacchio, ma tutto viene collegato, e lasciare uno poi porta inevitabilmente all'altro.

Quindi sì, un film come Antebellum serve, perché siamo ben lontani da una piena coscienza di ciò. Non sarà un film perfetto, quanto una buona opera prima con tutti i difetti del caso, come ho scritto, e gran parte delle riflessioni (su alcune sono andato pere binari miei) vengono al di là di quanto mostrato sullo schermo. Ma c'è bisogno che se ne parli. Ora e ancora.

Perché se si deve per forza accettare il passato, bisogna fare lo stesso col cambiamento.







Commenti

  1. E' nella prossima vagonata di Prime Video, un film che mi è piaciuto, esattamente alla tua stessa maniera ;)

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    1. Avrebbe meritato la distribuzione in sala, ma... dannato 2020!!!

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  2. Mi è piaciuto davvero tantissimo. Lei è strepitosa e il twist Shyamalano è gestito in maniera davvero inquietante.

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    1. Sì, vero... ma non so perché, ne ero già a conoscenza, pur non sapendo nulla della visione xD la scena finale nel campo di battaglia mi è piaciuta moltissimo.

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