THE GUEST, di Adam Wingard

I Peterson stanno sffrontando la perdita del loro figlio maggiore, Caleb, morto durante la Guerra i Afghanistan. Un giorno alla loro porta bussa David, ex commilitone del primogenito... che però sembra nascondere qualcosa.

La carriera di Adam Wingard è davvero una roba strana. Pappa e ciccia con Joe Swanberg, guru del mumblecore, ha esordito con dei film a bassimm(issim)o budget fino ad approdare al grande pubblico con You're next, un thriller-horror a suon di home invasion che funzionava così bene da non esserci molto da dire a riguardo. Giuro, l'ho anche rivisto durante un passaggio televisivo e, per quanto mi abbia divertito come la prima volta - Ti West impalato per certi versi riscatta ogni cosa - non saprei che altor dire se non le solite frasi fatte. Limite unicamente mio, voi recuperatelo che è gajardo forte.

Poi sono arrivati i corti per i due V/H/S e The ABCs for the Death e una serie di grosse produzioni che, ahimè, con tutto il bene che ti voglio...

The guest occupa quindi una posizione strana nella sua produzione, perché è un po' l'estensione del dominio della lotta di quello che dovrebbe essere il suo cinema, dato che dopo tutta quella gavetta si è trovato tra le mani la sceneggiatura di Simon Barrett, un budget degno di questo nome e la piena libertà creativa che solo le produzioni dal costo non troppo consistente possono avere.

Ed è stato un po' come il sottotitolo di di un film di X-files, perché ho voluto crederci davvero, ma forse anche il partire con la prerogativa di vedersi un altro You're next è da scartare a priori per non rovinarsi la visione di un film tutto sommato onesto, ancora più innocuo di quel suo titolo di lancio, ma che stranamente al suo interno ha molte più cose da dire.

Negative, perlopiù.

Perché sì, noi cinefili sappiamo essere dei gran scassapalle ma pure a noi in realtà piace divertisse con 'e mazzate, la braccia che fanno crack, 'e bone de turno che fanno vedé 'a mercanzia e tutto quello che dimostra come siamo l'anello di congiunzione mancate tra l'intellettuale e er Faina.

La cosa che più si può apprezzare di Wingard è sostanzialmente la sua onestà di fondo, perché a lui fregacazzi di farti sentire intelligente mentre guardi - mica è Nolan o Snyder - ma punta proprio a farti divertire a modo suo, un divertimento pane e salame che tutti possono raggiungere e che non disdegna pure dei momenti molto forti. E con gli invasori mascarati ci riusciva benissimo, qui le cose purtroppo non funzionano e iniziano a mostrare la fiacchetta già a metà film. E dura 100 minuti, non due ore, sembrare troppo dilatato in una durata media comincia a essere un problema.

Si può creare qualcosa di memorabile con poco. Walter Hill col suo terzo film riuscì a imprimersi nell'immaginario comune con un pugno di bulletti che se la facevano nei giardinetti pubblici, Wingard dimostra di aprire parentesi non sufficienti con un soggetto a dir poco esile e al quale paradossalmente sarebbe bastato togliere per avere di più. Perché The guest già dal titolo mostra dove andrà a parare - non che ci voglia molto - e costruisce intorno a questo un sistema che non mantiene le promesse e che annacqua una storia già di suo non molto esaltante, andando a non aumentare dove dovrebbe con quello che si può cercare da qualcosa di così effimero. E' come la schitarrata giusta durante la canzone hard rock basica, quella che però dà la carica.

Qui a parte una rissa appena all'inizio, nulla più.

Non prende per la storia, che poteva giocare proprio sull'assurdo, non coinvolgono i personaggi, che dovevano essere solo carne da macello, e le coreografie dopo la prima iniziano a essere stanche e ripetitive, senza guizzi. E ripeto, tre anni prima con molto meno aveva creato un horrorino davvero cattivo che non si risparmiava nessun tipo di nefandezza. 

C'è chi ha parlato di una velata critica all'America più purista che non accenna a voler morire, ma a me sembrano solo onanismi da wannanbe. E diciamolo pure, il finale è decisamente scemo.

Non una zozzeria, fa il suo mestiere, ma col pilota automatico. Altro che supersoldati. 







Commenti

  1. Ricordo che mi era piaciuto. Però col tempo mi è rimasta solo la fisicata di lui u.u

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  2. Idem come Erica (forse un pelo di più mi piacque), ma al contrario rimasta la fisicata di lei :D

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    1. Effettivamente, c'è da rifarsi gli occhi per tutt*...

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