THE BATMAN, di Matt Reeves
Saperlo al lavoro su un film di Batman mi ha reso così felice che ho quasi voluto deliberatamente ignorare che il film duri quasi tre ore.
Fermo restando che un giorno Peter Jackson dovrà rispondere di crimini contro l'umanità per aver legalizzato il sequestro di persona, questo film mi ha riportato a un'interessante riflessione circa quello che sta diventando il cinema d'intrattenimento e il suo rapportarsi col pubblico, così come viceversa.
Perché che qualcosa sia cambiato nella fruizione è innegabile - e due anni di pandemia hanno solo velocizzato alcuni processi - così come ci sia molta più offerta di un tempo nella quale è sempre maggiore la difficoltà nel ritagliarsi uno spazio. Anche i pareri solo polarizzati in due esatti estremi, che vanno dal capolavoro alla schifezza, ignorando tutte quelle sfumature che stanno nel mezzo e che rendono l'arte, anche quella più popolare, veramente bellissima nella sua molteplicità.
Davvero, c'è pure chi sta rivalutando i film di Schumacher.
Quindi sì, pare esserci una gara al rialzo continuo, al dover essere quello che piscia più lontano a tutti i costi e, spiace dirlo, a tratti succede pure qui. Quando alla fine The Batman risulti essere "solo" un bel film.
Che tocchi sottolineare il solo è quello che mi ha fatto capire che come pubblico ci siamo proprio fottuti.
Sì, il film alla fine mi è piaciuto e per moltissime cose avevo la mascella a terra.
Innanzitutto, la regia di Reeves. Non che mi servissero ulteriori conferme, ma qui dimostra ancora una volta tutto il suo talento, creando un film accessibile a chiunque ma allo stesso tempo estremamente elegante, rispettoso del PG-13 imposto dalla produzione ma comunque in grado di trasmettere tutto lo sporco, il marcio e la violenza di certi ambienti, utili per quello che deve essere una storia di Batman che deve combattere contro una città fagocitata dai suoi stessi vizi.
Soprattutto, Reeves ha la grande capacità di prendere cose viste e stranote a chiunque, ma di trovare quell'elemento in grado di differenziarle.
Infatti dopo dieci pellicole uscite al cinema (senza contare La maschera del fantasma e la controparte Lego) Reeves riesce finalmente a far risaltare il suo lato investigativo, mettendo in scena quello che è davvero 'il più grande detective del mondo'. E infatti quello che ricostruisce non è tanto un film di supereroi, quanto una pellicola pulp-thriller-noir per ciò che concerne la messa in scena e le dinamiche. Lo giuro, è come se Fincher avesse diretto King of New York di Ferrara.
Poi però ci rimani secco a pensare che hai visto una cosa seriosissima di tre ore che parla di un tizio che si veste da pipistrello.
La DC è così seriosa che viene proprio da pensare che sia l'acronimo di Democrazia Cristiana, e qui infatti il finale assurge un connotato quasi biblico, nella concezione che l'eroe debba diventare un'ispirazione per un futuro di speranza e non di violenza giustizialista. E diciamolo, è una mossa quasi coraggiosa portare al pubblico un eroe simile in periodi assolutistici e individualisti come questi, ma il cammino dell'uomo timorato e costellato di ottime intenzioni che non hanno l'esito sperato.
Si torna qui al voler pisciare più lontano di tutti a tutti i costi...
La realtà è che per quanto The Batman sia un bel film, ho avuto l'impressione di aver visto una pellicola che voglia esserlo a tutti i costi. Reeves, nel suo voler dare il massimo, mette un livello che da solo diventa il vero e proprio nemico per tutta l'elefantica durata, andando incontro a una stilizzazione che alla lunga azzoppa certe sequenze e un cortocircuito investigativo che poteva tranquillamente essere sforbiciato - ma poi, davvero, un cervellone simile e per mezz'ora non riesce a risolvere l'enigma del rata alata? - e una regia sì raffinatissima, ma di una bellezza a sé stante che pure nelle iconiche sequenze non aggiunge nulla a livello narrativo.
A questo mettemoce pure rivelazioni che non sono tali e un cattivo dalle motivazione estremamente blande, e avrete un film che crolla sotto il proprio stesso peso dopo avervi portato a volare altissimi. E lo fa continuamente per tre-fottute-lunghissime ore.
Un bel film, ripeto, andate tranquilli che non sprecherete otto euro. Ma viene da pensare quanto a volte basti solo avere una storia raccontata per il piacere di raccontare che un polpettone infinito che sembri avere come unica ambizione quella di provare a salire ancora più su di quanto fatto prima.
Mi trovi completamente d'accordo.
RispondiEliminaSoprattutto sul fatto che la critica "dell'internette" ormai divide i film solo in capolavori o ciofeche.
The Batman è un buonissimo film, con molti pregi e qualche difetto. In sintesi: è un "polar" travestito da blockbuster, che funziona benissimo e denota una gran cura dei dettagli. Ma è anche un film di una lunghezza per me spropositata e con troppi finali, di cui si poteva benissimo fare a meno. Però gli otto euro sono ben spesi, nulla da dire.
Anche se ritengo la trilogia di Nolan tuttora insuperabile.
Io li metto a pari livello, e da una parte mi chiedo perché tendere verso questo "finto realismo serioso" a tutti i costi per uno che si veste da sorcio volante 😅
EliminaBellissimo film, ho adorato le musiche e la fotografia; poi, anche l'uso dei social, dimostrando come il film sia stato veramente aggiornato ai tempi nostri! E sono morto dal ridere alla fine dell'inseguimento in macchina del Pinguino con la consapevolezza tragica che sebbene lui stesse esultando Batman stava arrivando inesorabilmente!
RispondiEliminaEcco, l'uso dei social mi è sembrato davvero buttato lì a caso :/ così come molte altre cose.
EliminaC'è così tanto dentro che nulla ha veramente spazio...
Concordo. Purtroppo ho sentito la pressione di dover eguagliare gli illustri predecessori...
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