THE NORTHMAN, di Robert Eggers

Dopo l'uccisione del padre da parte dello zio Fjöllnir, il giovane Amleth promette di vendicare la memoria del patriarca e di liberare la madre. Anni dopo, non appena saputo che lo zio è caduto in disgrazia, si muoverà per portare a termine la propria vendetta...

Non è bastato nemmeno il Covid a fermare Eggers che, dopo averce fatti sognà con The witch e The lighthouse, arriva senza the-ntennamenti con un altro bel titolone secco, The northman, che già dal trailer aveva insospettito più di una persona . A far strappare i fazzoletti ai cinefili dell'internet ci fu il 'divorzio amichevole' con la A24 per la più blasonata Universal.

Qui si rischiava un boicottamento totale come successe agli Iron Maiden durante il periodo con Blaze Bayley.

Perché è innegabile che questo terzo film sia rivolto a un pubblico decisamente più ampio. Infatti, si passa dai quindici milioni dell'ultimo film a quasi novanta, che da una certa sembra quasi essere la posizione in cui gli studios lo hanno costretto per realizzare questa epopea vichinga.

E lo so che molti si saranno fatti due domande a leggere la trama e il nome del protagonista, ma non si tratta di revisionismo narrativo. Il fatto è che il Bardo si ispirò alle Gestae Danorum di Saxo Grammaticus per la sua celebre tragedia, soprattutto in un periodo pre-internet in cui nessuno si lamentava per le differenze con l'originale. Eggers quindi, da buon nerd nozionista qual è, ripesca l'antico poema per farne una trasposizione, cambia giusto due robette e imbastisce quello che è il più classico e lineare dei suoi film.

Un filmone, riassumendo, e con tutti i rischi e le difficoltà del caso, che rendono il risultato finale ancora più incredibile.

Quello che più stupisce in un film di questo tipo non è tanto la trama - seriamente, le storie raccontate sono in tutto otto, esagerando, il resto tutte variazioni sul tema - quanto il modo in cui Eggers è riuscito a portare in scena la sua idea di cinema, giungendo a compromessi dove necessario (ci arriveremo, ma una scena è di una stupidità imbarazzante) ma rimanendo inalterato sul resto, per un film che a tratti potrà essere respingente per un certo tipo di pubblico.

Vi aspettavate Vikings al cinema? Ecco, già qui ci saranno le prime delusioni - e parlo da fan delle prime tre stagioni, per dire.

The northman rimane un progetto personale e fortemente desiderato nonostante tutto, che mantiene inalterata l'anima del regista e del suo modo di lavorare, sia dagli aspetti più superficiali che in altri. Quindi se Bill Clinton suonava il sax, lui suona il Saxo - badum tssss!

La fredda geometria e i sontuosi piani sequenza il buon Roberto li piazza comunque dove può, quindi i 'cinefili veri' potranno godere senza sentirsi in colpa, ma è nella filosofia che permea tutta la pellicola il vero miracolo, proprio a fronte della grande produzione di cui fa parte - e la differenza principale da un filone narrativo ben preciso. 

Ogni volta che si prende un racconto simile, si compie sovente l'errore di avvicinare i protagonisti al pubblico, elemento nemico di ogni epica che si rispetti. Eggers con la sua fissazione per la ricostruzione estrema riesce a portare la filosofia del tempo in un processo moderno, tanto che alcune scene, tipo l'assedio iniziale, possono stonare agli occhi di noi 'civili moderni'. E la cosa si ripercuote su TUTTI i personaggi, che alla loro epoca rispondono e basta, in barba a qualsiasi tentativo di avvicinarli al pubblico. 

Nella sua decostruzione dell'epica, si compie forse quella che è l'azione più fedele alla stessa, evitando la fastidiosa sensazione di essere dentro un video degli Amon Amarth. 

Tutto il resto, è pura magnificenza visiva. Momenti come il rituale con Dafoe, la preparazione per diventare Berserkr (e porco cane, cosa cavolo scrivete Valalla, sottotitolatori indegni di Mimir!), la sfida per ottenere la spada, le perlustrazioni notturne o il combattimento finale... tutto ciò che ha permesso al cinema di essere grande, scene che raccontano sé stesse con la sola potenza delle immagini, senza (troppi) spiegoni e prendendosi tutto il tempo che vogliono. Ma fotografate alla grandissima e in grado di restituire tutto lo sporco e l'atmosfera fuori dal tempo che una storia simile merita.

Da quel punto di vista, il film regge che è una meraviglia, non ha paura di nulla - nemmeno di non piacere a una parte di pubblico, e proprio per questo mi stupisco... - e va avanti sulla propria strada di sporco classico.

Esplica molto, non lavora di sottigliezze e non detti come il Valhalla rising di Refn, ma proprio perché le intenzioni sono opposte. Domanda contro celebrazione e ribaltamento dei ruoli, anche nella vendetta stessa. 

Certo, è anche un film dalla durata seconda solo al trapezio sovraesposto di Skarsgaard (ed Eggers ha detto che avrebbe voluto farlo ancora più lungo) che nel trasporre la storia che ha dato origine alla madre di tutte le tragedie, non può essere certo un concentrato di imprevedibilità e colpi di scena. Questo, a chi va al cinema per godere delle immagini e della bellezza delle suggestioni, fregherà ben poco, ma chi è di altro avviso - ovvero, tutti quelli che Odino non accoglierà nel Valhalla - è avvisato.

E la scena sulla nave...

Io davvero, con tutto il bene che voglio ad Eggers e a questo film, non la posso perdonare tanti è fuori da ogni logica.

Ma mi è bastato un finale così potente per poter dimenticare tutto, anche che questo sia un film minore e più "classico" rispetto ai precedenti. E questo da solo dice già molto sul talento e la carriera di Eggers. 

La conferma di un regista che anche coi grandi budget e le imposizioni non snatura sé stesso, e che regale vero cinema in un periodo di reboot e shooter alle prese con tutinari.

E poi sono una mente semplice. Datemi vichinghi e mazzate, specie se così cruente, e sono contento.






Commenti

  1. Condivido l’entusiasmo metallaro Genius, avercene di film minori e “per tutti” così, per fortuna è l’anti- Vikings visto che la serie non mi ha mai conquistato, questo film invece si anche se ci sono dei difetti, apprezzo il coraggio di un regista che ha un film così, nella sua idea di blockbuster, avercene, avercene a coppie di gente come Eggers ;-) Cheers

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    1. Vikings è una serie tv di History Channel. A me piace, ma... ecco, il cinema è proprio cosa altra ed Eggers ce lo ricorda, ribadendo di avercelo più grosso di tutti 🤣🤓

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  2. Mi hai messo ancora più curiosità con sta scena della barca ora :)

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    1. Proprio l'unico punto storto di un film che rasenta la perfezione... 😅

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  3. Valeva almeno due volte il prezzo del biglietto, che ho pagato al cinema per vederlo. Si la scena della barca è totalmente controproducente, anche per essere solo un mezzo narrativo, però viene perdonata (da me) dalla successiva sclerata in slavo antico di Anya. Gran film non vedo l'ora di rivederlo.

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  4. Una strizzata d'occhio a un pubblico un po' più ampio, ma neanche troppo! Questo è comunque un film che rischia di tradire le aspettative di quel pubblico "più ampio" cui potrebbe essere diretto

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    1. Oppure, far scoprire a quel pubblico qualcosa di nuovo. Anche se gli incassi non hanno premiato questo coraggio e la carriera di Eggers sembra quasi compromessa...

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