GHOST WORLD, di Terry Zwigoff

Enid e Rebecca si sono appena diplomate e devono decidere cosa fare delle loro vite dopo la scuola, tra lavoretti estivi e la scelta del college. Dopo uno scherzo telefonico però...

Da gran lettore di fumetti quale sono stato, in mezzo ai vari Alan Moore, Neil Gaiman, Kentaro Miura e compagnia bella, un posto speciale l'ha sempre avuto Daniel Clowes.

Forse non il cavallo vincente su cui puntare e un nome che troppo spesso viene dimenticato, alla stregua del cugino scemo al pranzo di Natale, ma comunque un autore capace di avere la propria delicatezza e capacità di vedere il mondo. Autore di titoli di culto, sì, purtroppo prevalentemente nel mercato underground.

Tra l'altro, non tutti sanno che fece pure un'incursione musicale illustrando il video dei Ramones qui sotto, per una canzone che è il sunto perfetto della produzione del nostro. Perché è innegabile che da David Boring a Wilson - anche se ho una predilezione per Mr Wonderful - tutte le sue storie parlino di quello, di persone incapaci di crescere e che devono fare i conti con una vita adulta troppo grande per loro, col risultato che devono stringere troppo la cintura perché non perdano le brache.

Ad adattare la sua storia più famosa intervennero quindi i gentili baffi di Terry Zwigoff, regista qui alla sua prima opera di fiction e che prima si era mosso come documentarista. 

Da sempre interessato all'alienazione, ai freaks e agli ultimi, Zwigoff riportò le avventure di queste due squinternate rispettandone lo spirito ma prendendosi delle dovute differenze che, per forza di cose, su mezzo cinema potevano funzionare poco.

Sembra strano, ma Ghost world (fumetto) non ha una vera e propria trama, o così si potrebbe dire. E' composto da otto short stories raggruppate nella graphic novel in un unico volume, otto sotire a sé stanti che mostrano un'America fissata col mito di successo e che, nel quotidiano silenzio, palesa i suoi orrori. Nel mezzo queste due ragazzine a tratti pure piuttosto stronze che si lamentano e fanno battute, che alla fine ci sarà un unendo finale che porterà a galla le vere finalità dell'opera. 

Venire a compromessi con la vita, lasciar stare gli idioti, fino al suggerimento di un suicidio col finale... ecco, l'opera di Clowes ha molti più substrati di quelli che possono apparire a una prima lettura superficiale. Si tratta in realtà di un fumetto cupissimo e pessimista, cosa che si evince dal titolo, dai colori e, non ultimo, dal tratto di Clowes.

Il film ovviamente deraglia in tutt'altra direzione su volere di Zwigoff, che volle prendere una delle prime storie per creare una specie di plot su cui far evolvere il personaggio di Enid - che poi, il suo nome è l'anagramma di Daniel Clowes.

Se il fumetto di Clowes voleva portare allo sguardo una sorte di 'morte interna', con quei volti deformati e i colori spenti, Zwigoff si aggancia alla pop-art con i colori enfatizzati (e due protagonista decisamente gradevoli a vedersi) e calcando la mano sulla questione dei fraks, esasperando il concetto, e portando quella che era una storia più suggerita a un apporto decisamente esplicito in quelle che sono le sue finalità e intenti.

Agganciandosi allo scherzo telefonico già presente nel fumetto, si porta avanti un dualismo e un rapporto decisamente ambioguo tra Enid e il personaggio interpretato da Steve Buscemi (che colleziona vinili proprio come Zwigoff).

Alla fine, abbiamo il passato e il futuro di una medesima persona, ciò che Enid rischia di diventare se non abbandona certi preconcetti e non scende a (obbligati) compromessi con la vita. Anche qui, anche se attraverso toni più accesi ma non per questo meno pessimistici, intenti e 'morale' (per un'opera che vorrebbe prendere in giro ogni morale) sono in qualche modo mantenuti.

Certo, si sente la mancanza del cinismo e della cattiveria originali, soprattutto perché avrebbero dato più pepe a una pellicola comunque valida ma non graffiante come dovrebbe. Ma anche così fa arrivare la propria voce a chi di dovere.

Il sodalizio tra Zwigoff e Clowes comunque non finì qui...







Commenti

  1. Non lo vedo da... boh, da quando è uscito credo. All'epoca mi era piaciuto tantissimo ma ammetto che ora non ricordo più nulla. Dovrei riguardarlo!

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    1. Male non fa di certo 🤪🤣 il fumetto però devi recuperarlo assolutamente, quello sì!

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