REBEL MOON - PARTE 2: LA SFREGIATRICE, di Zack Snyder

Radunati gli eroici difensori che li aiuteranno contro i malvagi sgherri dell'Impero Madre, la battaglia si fa sempre più prossima... e nulla. Per dure ore di film, la trama chest'è.

Anni fa un'orda di piccioni ebbe la fantastica idea di scaricarsi gli sfinteri sul poggiolo di mia nonna. Da bravo nipote la aiutai nelle pulizie, anche se con risultati abbastanza discutibili nell'esecuzione.  

«Beh, nonna... se non altro adesso è sicuramente meglio di prima, no?»

«E te credo, prima era uno schifo.»

Quello scambio di battute rispecchia fedelmente quanto c'è da dire su questo film. Meglio della Parte 1, perché quella era come il poggiolo di nonna...

Se c'è una cosa che ho capito da questo film, è che a Zack "cucciolo eroico" Snyder piace il grano.

L'ultima volta lo avevamo visto appunto in un campo di grano ricreato in CG che ringraziava i suoi fan per aver reso la Parte 1 il film più visto di Netflix. Che poi, sarebbe da andare ad analizzare i dati alla mano per vedere se l'algoritmo ha contato tutti gli spettatori che hanno visionato il primo segmento fino alla fine, se saltando in avanti o vedendolo a velocità raddoppiata - che in un suo film vuol dire la velocità normale. Ma a lui basta questo per essere felice, essere il primo, non importa come.

Quindi, siate come Snyder.

Che ci mostra la speziale vastità del gran cazzo che gliene frega. Al computer. Con un robot doppiato da Anthony Hopkins sullo sfondo. Ecco, voi avete Anthony Hopkins che vi doppia i robot?

Sempre a proposito di grano, la prima ora è totalmente dedicata alla mietitura. Realizzata da contadini vestiti da OVS (seriamente, qualcuno ha capito i costumi di questo film?) e perfettamente palestrati, che in cinque giorni apprendono i rudimenti del combattimento per affrontare gli sgherri imperiali e che hanno la brillante idea di coprire le roccaforti con (indovinate... grano? esatto!) grano, perché così le truppe imperiali non le colpiranno.

Quindi sì, è un film che in un modo o nell'altro gira intorno al grano. Costantemente, anche se verso la fine bruciano tutto, e ti viene da chiedere perché questo impero galattico sia così fissato coi prodotti tritici.

Ovviamente, in slow motion. Perché a Snyder, come già detto, il grano piace, e i momenti bucolici vanno esaltati per... ecco, questo non l'ho ancora capito. Ma non ho capito tante cose di questo film.

Che risulta comunque migliore della delirante prima parte (e grazie al...), ma al contempo saturo di tutte le idiosincrasie di un regista in piena regressione tecnica, così fedelissimo a sé stesso da non aver mai saputo evolvere la propria narrazione sia per quanto riguarda il montaggio e la gestione del ritmo.

È innegabile che quell'inizio si sarebbe potuto riassumere tranquillamente in una manciata di minuti, così come tutti quei flashback servano ad allungare un brodo già stantio perché già citati in precedenza. Snyder ci prova, eccome, ma il problema è che la sua estetica rimane fine a sé stessa, mai integrata in un discorso più ampio e senza una valenza narrativa. E lo stesso succede ai suoi personaggi, fighissimi "perché sì" e incapaci di instaurare un vero legame col pubblico.

Oh, lui era quello del «ho messo la V nel titolo per non far focalizzare troppo sullo scontro», per dire...

Non restano solo i frammenti, come cantavano i Folkstone, ma i rimandi, il che porta a tutta quella filippica già espressa che da una parte fa sentire coltissimi ma che dall'altra mostra la totale incapacità che ormai vige in un mondo di continua riproposizione artistica, che non assimila quanto visto reinterpretando, ma semplicemente piazzando a schermo perché sia riconoscibile, perché si pensa che il pubblico voglia quello.

Maronn Stranger things le mazzate che ti darei...

Narrativamente parlando, quando non adatta fumetti che non ha capito, Snyder è come quello che mette Gianburrasca al posto di Pierino nelle barzellette, sperando di passare come quello che ne sa una nuova, fallendo miseramente. Perché la storia del rifiuto per il suo Star Wars porno (non che poi sia andata meglio con Abrahms e soci...) la sanno tutti e qui diventa palese come non mai. Quindi? 

Quindi un cacchio.

Abbiamo di nuovo la struttura palesemente kurosawaiana che ti fa chiedere ancora di più il senso d'esistere del film precedente, giacché non pontifica nulla di quanto costruito nelle precedenti, estenuanti due ore, offre soluzioni scontate e non fa comprendere la portata dell'universo creato giacché tutto si riduce a qualche pianeta gestito ad cazzum (e non è che George Lucas avesse fatto faville) e una risoluzione in un paesello sfigato che, per motivi ancora ignoti, è così importante.

Ah, si, producono il grano.

Ha senso di esistere solo per un'ora continua di esplosioni e un finale aperto che già preannuncia una terza parte. Più le director's cut in dirittura d'arrivo, e allora più di una domanda, quasi tutte errate, cominciano a farsi strada nella tua mente.

Ovviamente, la battagliona finale montata alla René Ferretti mi ha divertito un sacco, ma è come andare a mangiare al McDonald: sai già che vai a mangiare merda, non gastronomia.  

E dopo un po' di risate, ti domandi come faccia Snyder ad avere tutti questi budget a disposizione se è dal 2007 che non porta un super incasso a casa.

Ecco il perché del grano...






Commenti

  1. Gli piace talmente tanto il grano che ha firmato una pubblicità della Barilla e poi ha rivenduto lo stess soggetto a Netflix tre volte, con tre titoli "Parte 1", "Parte 2" e "Director's cut da sei ore". ci avesse messo anche un film in mezzo ;-) Cheers

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sapevo che aveva fatto la pubblicità della Citterio, quella con Stallone che fa «Bubi-bubi» 😅😅

      Io davvero mi chiedo il senso di quelle director's cut. Come puoi riempire con due ore sta roba?

      Elimina

Posta un commento

Ragazzi, mi raccomando, ricordiamoci le buone maniere. E se offendete, fatelo con educazione U.U

Post più popolari