ANOMALISA, di Charlie Kaufman e Duke Johnson
Michael Stone è un oratore motivazionale che sta facendo un tour per pubblicizzare il suo ultimo libro, Come posso aiutare ad aiutarli? E' però profondamente depresso e ha un disturbo mentale che gli fa vedere chiunque con un volto simile e la stessa voce. Nel proprio hotel però incontrerà Lisa, che ha una voce propria, e...
Tanto basta.
Al suo secondo giro dietro la mdp, Charlie Kaufman si avvale della consulenza del giovane animatore Duke Johnson e della campagna kickstarter per raccogliere i fondi necessari a realizzare il proprio nuovo delirio, una storia in sé molto semplice che però nasconde i soliti pluri-livelli di lettura in grado di trasformarla in tutt'altro.
Perché sì, Anomalia è la solita storia di tipo-che-incontra-tipa, ma la visione dell'autore riesce a metterla in maniera così personale da rendere anche la tecnica usata, la stop motion, perfettamente funzionale a quello che si vuole dire. Non un capriccio stilistico molto hipster, ma proprio una vera funzione a quella che è la storia e le implicazioni a essa connesse, senza entrare nel meta-cinema.
Non sfugge nemmeno il nome dell'hotel in cui Stone alloggia, quel Fregoli che si rifà al delirio di Fregoli, malattia psichiatrica rara che altera la somaticità delle persone, portando il paziente a credere di riconoscere persone che in realtà non si sono mai incontrate o a pensare che alcune modifichino il loro aspetto per non farsi riconoscere. Tutto questo deve il nome all'imitatore e trasformista Leopoldo Fregoli, ha anche valenza politica nel fregolismo, indicando quando una persona o un politico stesso cambiano sponda con estrema facilità.
Già qui, il fatto che questo sia il film più "normale" nella produzione di Kaufman dovrebbe suggerirci qualcosa.
Il buon Charlie come sempre mette in scena persone complesse in un mondo che non riescono a capire o a contenerle, è la summa del proprio pensiero, quell'analisi dei rapporti umani che qui invece si offre in forma alternativa sotto vari aspetti, non solo per il fatto che sia un film d'animazione. Anzi, anche per quello, perché non sfuggirà che sono bambole molto sgraziate e che sono presenti le varie giunture proprio nei punti più visibili, quasi a segnalare senza cartelloni al neon qualcosa, un senso di controllo, così come la marionetta stessa nella stop motion è controllata.
E poi c'è lei, Lisa, che dà quel bellissimo titolo al film.
Credo che scrivere personaggi complessi sia facile (un poco meno farlo bene) ma che sia molto più difficile scrivere di individui semplici, magari anche sempliciotti, dando loro una sorta di dignità e profondità. Perché anche le pozzanghere ne hanno una, tanto per dire. Ed è proprio in questo che il film riesce in tutto e per tutto, nel mostrare come i limiti, sia nelle persone complicate (o che fanno tutto per esserlo...) che in quelle più quotidiane, siano parte integrante della loro complessità e totalità.
Anomalisa non mostra tanto una storia d'amore. Per nulla, anzi. Questo aspetto credo sia stato largamente frainteso da molti.
La pellicola tenta di dare luce a una mente che fa di tutto per sabotare sé stessa, incapace di trovare la felicità, aggrappandosi a tutto pur di restare nel loop che si è imposta. E lo fa bene, utilizzando tutto, dall'animazione stessa ai semplici rumori, per rimarcare la cosa e coinvolgere in un'esperienza totalizzante che usa tutti i mezzi disponibili dal cinema.
Certo, a tratti si nota che le animazioni risentono di un budget non propriamente all'altezza. E sicuramente verso la fine qualcosa pare tagliato per poter restare nei tempi imposti da una produzione di questo tipo e di questi costi, ma davvero, si tratta di cose davvero minime di per sé, e che diventano insignificanti davanti alla complessità umana che Kaufman riesce a mettere in mostra con così tanta naturalezza.
Opere che sono un regalo all'umanità.
La conferma che continua a pisciare più lontano di tutti quanti.
E comunque, last but not least, è presente uno dei cunnilingus più grotteschi della storia del cinema.
A me ha impressionato la tecnica, per come viene usata, con scene che mai avrei immaginato, e poi ovviamente per la storia, complessa ma semplice ;)
RispondiElimina"Semplice ma complessa", piuttosto 😜 è sì, nemmeno io avrei mai pensato che la stop motion potesse essere usata così!
EliminaA sto punto io sto augurando l'incontinenza a Kaufman! XD
RispondiEliminaFigurati io 🥰
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