LA MOGLIE DELL'AVVOCATO, di Im Sang-soo

Ho-jeong è la moglie di un avvocato di successo. Cornificata a ripetizione dal marito, passa le proprie giornate da ex-ballerina di successo ad occuparsi del figlioletto adottivo e del suocero moribondo. A dare nuova linfa alle sue giornate sarà una relazione clandestina col figlioletto adolescente dei vicini di casa, ma poi succede che...

Che dal titolo, questo può sembrare benissimo un capitolo di Pierino la peste, ma si tratta invece di un dramma erotico fatto da uno dei registi specializzati su questo tema, che con questo suo terzo lungometraggio conobbe il successo internazionale. 

Io rimango sempre convinto dell'affermazione iniziale e, anzi, mi viene da pensare che Alv Vita-Lee potrebbe essere un bellissimo nome coreano.

Invece qui le cose sono parecchio più seriose. Però vi confermo che si vedono diverse tette e questo è un argomento che potrà spingere i più a resistere.

Ok, scherzo, c'è anche molto altro. Perché Im Sang-Soo (che ribattezzerevo "Everybody sang-soo, du dah) è un regista specializzato in questi tipi di drammi, tanto che il suo nome, da noi sconosciuto, ha pure un discreto peso in giro per i festival specializzati. Non per nulla il suo The handmaiden non è solo uno dei film coreani ad aver incassato più da noi, ma è anche quello ad aver ricevuto la distribuzione più massiccia dopo il fenomeno di Oldboy - oltre che ad essere il remake di un classicone.

La mujer comunque fu la consacrazione della sua carriera anche come autore completo, dato che ne curò sia soggetto che sceneggiatura. 

E diciamo che non sono tutte pizze e fichi, perché parlare di screzi familiari e di amore è un po' come con i figli: farli è divertente, crescerli invece...

Sul tema si è già detto, scritto e filmato di tutto, anche se era solo il 2003. Non è di certo questo film a spiattellare l'indicibile, anche perché l'inizio si fa parecchio confuso, così come confusa è la gestione temporale degli accadimenti e degli atti narrativi - e qualche sforbiciata sarebbe stata proprio necessaria.

Perché il film forse racchiude troppe dinamiche e tropi temi, che ingolfano o vanno a rendere ancora meno interessante una struttura narrativa a cui sarebbe bastato molto meno, con tutti questi discorsi sulla sessualità, la vita che scorre e gli amori che se ne vanno. E detto proprio fuori dai denti, tutti questi discorsi vanno fatti da ricchi borghesi annoiati che se ne vanno in giro in giacca e cravatta, mentre il mondo si regola come può.

E' proprio per quest'ultima visione che il film offre un colpo di sorpresa (anche se abbastanza classista, per certi versi, come se ci fossero differenze nettissime tra un mondo e l'altro) decisamente duro, per quanto perfettamente in linea con gli standard coreani, che però nell'ultimo quarto aggiunge un altro tema, rendendo la visione ancora più pesante e, spiace dirlo, confusionaria.

Perché oggettivamente questo ragazzino durasiano si vede per pochissimo, lasciando in sospeso la sua sorte verso la fine, così come tutto il rapporto che può esistervi alla base con la figura paterna e una naturale evoluzione del suo rapporto con Oh-jeong. Ci offre una scena di sesso bellissima, che lo è davvero al di là che si faccia sesso, dove finalmente si ha una totale libertà che si traduce in libertà di ascoltare e godere del proprio corpo, una liberazione totale, che per noi può anche anche quasi palliativa perché ci suggerisce che il film sta arrivando verso una fine.

E ci arriva con tutti i pro e i contro della cosa, con 'sto finale che tiene in conto di tutto quello che è successo e dell'evoluzione dei due protagonisti. Un finale a suo modo davvero delicato, senza sensazionalismi e che lascia più interrogativi che altro, ma anche la sensazione che finalmente questi due personaggi stanno vivendo per la prima volta.

Un film sicuramente non imperdibile ma con buone basi, forse più adatto a chi ha fatto determinate esperienze di vita che altro, ma che comunque pone troppe tematiche finendo inevitabilmente per lasciarne in sospeso diverse.

E comunque sì, il titolo è davvero equivoco.

Personalmente, in tutta la mia serietà, sto ancora pensando ad Al Vita-lee...






Commenti

Post più popolari