TAXIDERMIA, di György Pálfi


Tre generazioni della famiglia ungherese Balatony, coinvolte in vicende ai limiti dell'impensabile. Dal nonno Vendel, che durante la seconda guerra mondiale si accoppia con tutto, anche col fuoco, fino al padre Kàlmàn, campione di abbuffate, terminando col figlio Lajoska, tassidermista, il quale... 

Non sempre consiglio tutti i film che mi piacciono. O meglio, non lo faccio perché nessuno mi chiede quali siano - davvero, quando parlo di cinema la gente si dilegua perché sa che sta per iniziare il pippone. Lo fece però un'ingenua ragazza con cui stavo uscendo e... beh, credo se li sia guardati per davvero, perché da allora mi ha bloccato su tutti i social e quando mi incontra cambia strada. 

I rischi del #cinemadeglieccessi.

Il che ovviamente non ha nulla a che fare con la mia campagna di sensibilizzazione nei confronti di Zack Snyder, che un giorno verrà rivalutato come esempio di eleganza e sobrietà estrema. Però sì, per quanto cerchi sempre di evitare la frase "non è per tutti", dato che mi sembra sempre giustificare una certa spocchia personale... va ammesso che non tutti sono pronti per certi film.

Nemmeno io ero pronto per Taxidermia.

Perché uno può tirarsela quanto vuole coi film coreani e la loro efferatezza, ma credo che tutti siano stati conglomerati per preparare anche lo spettatore più smaliziato a questo. Un film assurdo, nel vero senso della parole, che se visto senza saperne nulla in merito - a parte il suo essere oltre ogni limite, termine quanto mai abusato - ha un effetto ancora più esplosivo di quello che avrebbe comunque.

Il regista György Pálfi - che non deve starci proprio dentro con la testa - imbastisce il suo personalissimo teatro dell'assurdo, creando un caleidoscopio di vite che non guardano in faccia nessuno. Qui sta il grosso pregio e il grosso limite (per certi versi) del film, perché sicuramente appagherà molti ma lascerà totalmente schifati altri.

Anzi, forse è meglio non inizino neppure la visione. Perché confondere tutto quello che si sta vedendo come i deliri di un povero pazzo che ha trovato qualche gonzo che sborsi i soldi per lui - per dire, questo non è un A Serbian film per raffinatoni - è un attimo.

Tra persone che si scopano l'impensabile (Vendel legge la fiaba della piccola fiammiferaia, salvo poi immaginarsi di far sesso pure con quella) fino a far nascere figli con la coda di maiale (lascio immaginare con chi si consumò il rapporto...), tizi che vomitano per allenarsi alle gare di abbuffate, riprese senza sensazionalismo ma anche senza nessuna vergogna di mostrare il peggio... è un film che mette a dura prova lo spettatore. Ma sì, c'è molto altro sotto quello. C'è forse un cinismo verso l'essere umano che non vedevo dai tempi di Brian the brain, per stare in tema di opere schizzate.

Sembra strano, ma Pálfi con questa sua opera parla dell'umanità meglio di chiunque altro. Parla del suo attraversare le guerre, del suo adattarsi a nuove forme di schiavismo (ecco, forse l'unico difetto è quello di introdurre la dittatura socialista solo per uno sprazzo quasi casuale) fino all'essere schiavi dell'unico, vero, desiderio: l'essere amati.

Perché è il pezzo finale del figlio a dare la chiave di lettura del tutto. Perché altrimenti, sì, sarebbe stato davvero un film ai limiti del voyeristico, ma sarà proprio nelle fattezze quasi repellenti di quel tassidermista che tutto avrà una sua logica, dopo che si è saputo superare ogni volte per il livello di assurdità - ma anche tecnico, perché la confezione è a dr poco ineccepibile e ancor più fantasiosa.

Taxidermia parla d'amore, semplicemente, parla di tre vita che se lo sono viste negato e che lo hanno deformato nella peggiore delle maniere, perché è il mondo stesso - e la sua storia - che lo nega. E quindi ci si maschera dietro la masturbazione compulsiva, dietro la realizzazione agonistica, ma è tutto qualcosa che nasconde una mancanza che non si è avuto e che di ricambio non si riesce a dare.

Pálfi ha tassidermizzato il mondo e la sua storia, mettendoci in mostra come l'opera che apre e chiude il film. Solo un corpo, alla fine siamo solo quello, perché c'è la nostra storia e il nostro vissuto a riempire tutti i buchi, anche i più discutibili, e tutto quel poco amore che ci è stato concesso e non abbiamo saputo dare, o che non abbiamo ricevuto. 

Tanto vale svuotarsi, anche se rimarrà lo spiraglio prima della fine... 

Sarà una cosa da schizzati, farà schifo in più punti... ma un'opera che riesce a restituire tutto questo con una tale lucidità, per me, ha vinto a prescindere. 

Davvero, uno dei film più belli che io abbia mai visto.

Solo che non so quando lo rivedrò...







Commenti

  1. Wow, devo trovare il coraggio per vederlo xD

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  2. La trama mi ricorda un po' alcuni libri del genere bizarro fiction che ho letto. Non so se sarei capace di vederlo tutto ma la trama mi ha incuriosito.

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    1. La trama è la cosa più normale del tutto, fidati...

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    1. Un peccato, perché è un film molto bello invece - ma ci vuole parecchio stomaco, come ho scritto 😂

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  4. Ne ho sempre sentito parlare molto bene^^
    Prima o poi se mi capiterà l'occasione me lo guardo, tanto al massimo so dov'è il mio bagno :)

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    1. Ahahah 😂😂 consiglio una tinozza nelle vicinanze 🤓

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    2. lol
      dai, con i miei problemi di digestione, ormai ho sviluppato una certa velocità xD

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    3. Allora, a proposito di digestione, qui ti sentirai compreso un diverse scene 😅😅

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