TAXIDERMIA, di György Pálfi
I rischi del #cinemadeglieccessi.
Il che ovviamente non ha nulla a che fare con la mia campagna di sensibilizzazione nei confronti di Zack Snyder, che un giorno verrà rivalutato come esempio di eleganza e sobrietà estrema. Però sì, per quanto cerchi sempre di evitare la frase "non è per tutti", dato che mi sembra sempre giustificare una certa spocchia personale... va ammesso che non tutti sono pronti per certi film.
Nemmeno io ero pronto per Taxidermia.
Il regista György Pálfi - che non deve starci proprio dentro con la testa - imbastisce il suo personalissimo teatro dell'assurdo, creando un caleidoscopio di vite che non guardano in faccia nessuno. Qui sta il grosso pregio e il grosso limite (per certi versi) del film, perché sicuramente appagherà molti ma lascerà totalmente schifati altri.
Anzi, forse è meglio non inizino neppure la visione. Perché confondere tutto quello che si sta vedendo come i deliri di un povero pazzo che ha trovato qualche gonzo che sborsi i soldi per lui - per dire, questo non è un A Serbian film per raffinatoni - è un attimo.
Sembra strano, ma Pálfi con questa sua opera parla dell'umanità meglio di chiunque altro. Parla del suo attraversare le guerre, del suo adattarsi a nuove forme di schiavismo (ecco, forse l'unico difetto è quello di introdurre la dittatura socialista solo per uno sprazzo quasi casuale) fino all'essere schiavi dell'unico, vero, desiderio: l'essere amati.
Perché è il pezzo finale del figlio a dare la chiave di lettura del tutto. Perché altrimenti, sì, sarebbe stato davvero un film ai limiti del voyeristico, ma sarà proprio nelle fattezze quasi repellenti di quel tassidermista che tutto avrà una sua logica, dopo che si è saputo superare ogni volte per il livello di assurdità - ma anche tecnico, perché la confezione è a dr poco ineccepibile e ancor più fantasiosa.
Taxidermia parla d'amore, semplicemente, parla di tre vita che se lo sono viste negato e che lo hanno deformato nella peggiore delle maniere, perché è il mondo stesso - e la sua storia - che lo nega. E quindi ci si maschera dietro la masturbazione compulsiva, dietro la realizzazione agonistica, ma è tutto qualcosa che nasconde una mancanza che non si è avuto e che di ricambio non si riesce a dare.
Pálfi ha tassidermizzato il mondo e la sua storia, mettendoci in mostra come l'opera che apre e chiude il film. Solo un corpo, alla fine siamo solo quello, perché c'è la nostra storia e il nostro vissuto a riempire tutti i buchi, anche i più discutibili, e tutto quel poco amore che ci è stato concesso e non abbiamo saputo dare, o che non abbiamo ricevuto.
Tanto vale svuotarsi, anche se rimarrà lo spiraglio prima della fine...
Sarà una cosa da schizzati, farà schifo in più punti... ma un'opera che riesce a restituire tutto questo con una tale lucidità, per me, ha vinto a prescindere.
Davvero, uno dei film più belli che io abbia mai visto.
Wow, devo trovare il coraggio per vederlo xD
RispondiEliminaW trovane tanto... Ma ne vale la pena ;)
EliminaLa trama mi ricorda un po' alcuni libri del genere bizarro fiction che ho letto. Non so se sarei capace di vederlo tutto ma la trama mi ha incuriosito.
RispondiEliminaLa trama è la cosa più normale del tutto, fidati...
Eliminaorrore...passo grazie
RispondiEliminaUn peccato, perché è un film molto bello invece - ma ci vuole parecchio stomaco, come ho scritto 😂
EliminaNe ho sempre sentito parlare molto bene^^
RispondiEliminaPrima o poi se mi capiterà l'occasione me lo guardo, tanto al massimo so dov'è il mio bagno :)
Ahahah 😂😂 consiglio una tinozza nelle vicinanze 🤓
Eliminalol
Eliminadai, con i miei problemi di digestione, ormai ho sviluppato una certa velocità xD
Allora, a proposito di digestione, qui ti sentirai compreso un diverse scene 😅😅
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