HAGAZUSSA - LA STREGA, di Lukas Feigelfeld

Svizzera, XV secolo. La piccola Albrun vive con la madre in una catapecchia isolata sulle Alpi. Credute delle streghe dal resto della popolazione, sono irrise e allontanate dalla comunità, fino a che la madre non muore di peste. Quindici anni dopo Albrun si vede adulta e con una figlia, il cui padre non verrà mai rivelato, e...

Ci sono tematiche che, per il botto che riescono a fare certe opere, riescono a collegarsi direttamente alle stesse anche in tutte le visioni future sull'argomento. E' un po' il caso di questo Hagazussa, perché ogni volta che si vede il tema della stregonerie non si può fare a meno di pensare al The witch di Robert Eggers, col quale condivide non solo il tema fattucchieresco ma anche l'ambientazione boschiva, anche se lì erano nel New England e qui nelle Alpi Svizzere.

Fermo restando che non vedremo mai Mago Merlino depositare lì i propri conti bancari, Hagazussa è complementare al film dell'Ovone ma al contempo estremamente diverso, non solo per l'ambientazione, ma anche per come cerca di sviscerare il tema e quanto si attiene a tutto ciò che la figura della strega comporta.

Sono entrambi due esordi, tra 'altro.

Lukas Feigelfed presentò questo film come prova fiale al proprio corso di cinema, arrivando a fare una raccolta fondi su Kickstarter per poter portare a casa pagnotta e salamella e ottenendo così un film abbastanza professionale da poter essere presentato in giro per i vari Festival, dove venne generalmente molto apprezzato e si ritagliò una propria fetta di indie-appassionati, salvo avere giusto una fetta di culo nella distribuzione perché arrivò solo in poche sale centellinate, mentre da noi unicamente su Amazon Prime - e pure piuttosto i sordina, aggiungo.

Hagazussa è la radice pagana da cui derivò il moderno hexe, cioè strega (ma va?), e in runico sono addirittura i titoli che compongono i quattro capitoli in cui è diviso il film, che altro non racconta che la lenta discesa nella follia della protagonista, cosa che lo differenzia sostanzialmente dal film di Eggers.

Perché non avrà la semplice genialità di The witch, ma ironicamente tratta il tema in senso opposto. Se nel primo la follia derivava dal fanatismo religioso, qui si concretizza nell'isolamento a cui Albrun (nome distorto che significa alba, tra l'altro) viene imposta dalla nascita e che negli abusi che seguiranno troverà il proprio apice, fino a una schizofrenia disruttiva che proseguirà con tragiche conseguenze.

Hagazussa ci racconta come le convinzioni altrui si ripercuotono sul singolo, è una storia di isolamento e follia femminile, figura poi sempre osteggiata nella storia e sulla quale le credenze e le superstizioni si sono puntualmente riversate nella peggiore delle maniere, forti anche di tutto il simbolismo che qui si portano dietro - la mela e il serpente, tutte cose ricorrenti per tutta la propria durata e che fanno intuire la natura mefistofelica di un certo personaggio.

Feigelfeld usa due faccia da cinema pazzesche (Aleksandra Cwen e Tanja Petrovsky), che forse non saranno due mostri di recitazione, ma riescono a imprimersi nella memoria e a bucare lo schermo, specie quando condividono la scena, portandoci in una dimensione altra e che l'asset medievaleggiante fa sembrare quasi un pretesto. Due volti particolarissimi che conferiscono maggior fascino alla vicenda, rivelando anche la natura sensuale che dovrebbe guidare la figura della strega, senza mai mostrare troppo o cadere in un pecoreccio involontario. 

Ma il colpo migliore sta proprio nel riuscire a creare una dinamica universalmente comprensibile, senza mai essere troppo criptico (pur concedendosi i suoi esercizi di stile) e in qualche modo sviscerando anche una tematica piuttosto moderna che sta prendendo luce negli ultimi anni.

Certo, a tratti si vede che è un esordio, la natura di "progetto scolastico" in alcuni frangenti si nota così come diverse ingenuità di regia negli inevitabili punti morti di un film molto lento e che si prende tutto il tempo che gli serve, però la nobiltà d'intenti e la chiarezza di visione quando servono si notano e fanno promuovere questo coraggioso esordio, che sa prendersi i suoi rischi e lo fa con il classico entusiasmo delle prime volte.

Gli si perdona perfino l'idea trash dei funghetti allucinogeni, per dire...







Commenti

  1. Ero indeciso se vederlo o meno, non l'ho più visto, ma leggendo un po' e vedendo il tuo voto/giudizio un'occasione potrei dare ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Una visione la merita sicuramente, contando genesi e tutto il resto. Il ragazzo ha occhio!

      Elimina

Posta un commento

Ragazzi, mi raccomando, ricordiamoci le buone maniere. E se offendete, fatelo con educazione U.U

Post più popolari