COLOSSAL, di Nacho Vigalondo

La giovane e fancazzista Mary, che sta portando avanti un grave problema con l'alcol, viene lasciata di punto in bianco dall'esasperato fidanzato. Single, senza lavoro e senza soldi, si trasferirà nel paesino d'origine, dove rincontrerà un vecchio compagno di scuola delle elementari, che la assumerà nel proprio pub. Intanto a Seoul uno strano e gigantesco mostro fa la sua comparsa per pochi minuti, solo che...

Ci sono i film che sorprendono, quelli che deludono, quello che soddisfano l'aaaiiippp e quelli che vanno addirittura meglio di quello che speravi. Poi ci sono quelli che confermano tutto il buono  che pensavi, ma un poco di più, e magari senza eccellere riescono non solo a farti piacere qualcosa che ti incuriosiva solo di sfuggita ma anche a darti una strana pace col mondo, che non ti sai spiegare.

Colossal è uno di questi.

Avevo sentito parlare per vie non ufficiose dell'opera di Nacho Vigalondo e per caso avevo beccato degli spezzoni sull'internet - sì, proprio la scena del "ballo". Mi aveva dato l'idea di un film carino e simpatico, uno di quelli da vedere la domenica pomeriggio quando piove, e me lo sono sparato proprio in una circostanza simile.

Beh, la sorpresa è arrivata, perché non solo è un film carino e simpatico - uno di quelli che non ti cambia la vita, ma che ti godi - ma persino un'opera molto più intelligente di quanto possa apparire a una prima occhiata disattenta e con una scrittura davvero sagace. E in un'epoca piena di Christopher Nolan persone che devono per forza di cose complicare il pane o cercare la profondità nelle maniere più astruse, un film che non si prende neppure troppo sul serio ma che riesce a fare un lavoro di psicologia dei personaggi davvero certosino ci voleva proprio.

In pratica 'sto film è quello che potrebbe essere Zack Snyder se non avesse crisi di onnipotenza e sapesse fare il proprio lavoro.

Già solo il fatto che ci siano dei mostri giganti lo rende qualcosa di bellissimo già di per sé, ma la cosa assurda è che proprio questi bestioni passano totalmente in secondo piano di fronte alle dinamiche interne della trama. Perché non parla di creature fantastiche, quanto di crescere, saper prendersi le proprie responsabilità e, soprattutto, cosa che proprio non ti aspetti, di relazioni tossiche. Proprio come hanno gestito questo è il fiore all'occhiello di un film molto più intelligente di quello che può sembrare.

Ottimo anche l'aver usato due attori famosi per un determinato ruolo per stravolgere dall'interno lo stesso (la Hathaway stronzetta non l'avevo mai vista) con un'evoluzione naturale e una davvero imprevedibile. Eppure, a ben guardare, ci era stata suggerita fin dall'inizio...

Perché a un certo punto la coerenza può andare addirittura a farsi benedire. La sospensione dell'incredulità esiste apposta ed è quella che ha reso plausibile il fatto che dei tizi possano menarsi per tre ore senza conseguenze fisiche rilevanti, che un ragazzino possa inventare degli spararagnatele e molto altro. Che un mostro appaia quindi in determinate circostanze per un fatto davvero improbabile avvenuto diversi anni prima, quindi, ci sta. Quello che deve avere una coerenza assoluta solo le cause-effetto di questa scelta e il carattere dei personaggi. Anche in una commedia, per quanto demenziale, devono avere un senso. Perché un cattivo non può diventare buono dal nulla e sono proprio le dinamiche umane che fanno andare avanti le storie che contano. Altrimenti è solo telecronaca.

La poca presenza dei mostri poi permette agli affetti speciali di essere molto efficaci e Vigalondo riesce addirittura a bypassare molte loro comparsate con esigenze di risparmio perfettamente mascherate, che non tolgono nulla a una pellicola che sa quando è il momento di calcare la mano, con un gusto e una classe che molti più blasonati si sognano.

Spiace che sia conosciuto, ma non quanto meriterebbe, e che la sua profondità non passi mai quando se ne parla.

Certo, non abbiamo a che fare con Bela Tarr o Tarkovskij, ma con un film destinato a un pubblico ampio che però è comunque in grado di farlo pensare e mettere di fronte a delle dinamiche plausibilissime (a livello psicologico, almeno) che sicuramente avremmo affrontati nella vita di tutti i giorni. E se questa fosse la media delle commediette scemine da vedere le domeniche pomeriggio quando piove...








Commenti

  1. Metaforone con mostri giganti, non mi è dispiaciuto, non sempre il buon vecchio "Nacho libre" è stato così controllato, il più delle volte sbraga, ma qui tutto sommato ha portato a casa il risultato ;-) Cheers

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    1. Che non so perché, ma il suo nome mi fa pensare al Presidente di "Idiocracy" 😅😅

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  2. L'avevo adorato. Ero rimasta totalmente spiazzata dalla svolta molto drammatica e dallo sviluppo di quello che nasce come potenziale love interest e poi diventa un villain tra i più odiosi e patetici mai visti sullo schermo. Bisognerebbe consigliarlo più spesso questo film!

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    1. Infatti! Il villain colpisce perché inaspettato ma, a ben pensarci, annunciato da (quasi) subito...

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  3. Proprio non m'ha convinto, carino sicuramente ma lontanissimo dall'eccellenza, capisco la metafora però niente da strapparsi i capelli..

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    1. Nulla per cui strapparsi i capelli, ma non chiede nemmeno di essere preso sul serio. Più che la metafora è il personaggio di lui che gli conferisce senso d'esistere.

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