CANE MANGIA CANE, di Paul Schrader

Troy, Mad Dog e Diesel sono tre criminali con un passato comune in carcere che vogliono rifarsi una vita. Non potendo ambire ad un vero lavoro remunerativo o a farsi una carriera, iniziano con degli espedienti criminosi, fino a farsi coinvolgere nel rapimento del figlio neonato di un ricco narcotrafficante, fino a che...

Se trovate il classico bauscia che si vanta di averne viste di tutti i colori e di aver avuto una vita al top, allora dovete parlargli di quel mattacchione di Edward Bunker. 

Uno che non solo si è fatto una vita criminosa che gli è costata più di una decade in gattabuia, ma anche colui che una volta uscito ha saputo far tesoro del proprio passato criminale per poterlo raccontare al massimo e reinventarsi come scrittore, sfornando titoli bellissimi tipo Come una bestia feroce, Little boy blue, Animal factory e, appunto, Cane mangia cane - il suo capolavoro. Nel mezzo è stato pure compagno di cella di Danny Trejo (lo nomina pure nei suoi libri) e ha recitato la parte di Mr Blue ne Le iene di Tarantino.

Nemmeno Paul Schrader però è il primo scemo che passa.

Lui il crimine lo ha visto solo nella fiction, ma l'ha saputa scrivere benissimo lo stesso esplodendo nei Seventies e divenendo uno dei nomi di punta della New Hollywood. Sapete quel periodo in cui tutti erano depressi, fatti e alienati? Lo passò anche lui, solo che in quegli anni scrisse Taxi driver per l'amico Martino, prima di essere stato la penna per Sidney Pollack e Brian DePalma. Anzi, il suo amico odiatore seriale dei cinecomic deve molti dei suoi titoli più controversi a lui.

Certo, dietro la macchina da presa ha iniziato a vacillare dopo gli Anni Zero e questo film, spiace dirlo, rappresenta uno dei punti più bassi della sua carriera - il sequel de L'esorcista è un capitolo a parte. Forse è semplicemente l'affezione al romanzo originale che me lo fa dire, oppure l'omonimia con un album di Pino Scotto...

Ecco, Schrader ha fatto così tante cose in vita che che fa quasi male giudicare un suo film negativamente, perché lui è sempre stato l'outsider di Hollywood, quello che dopo averla resettata da cima a fondo come nuovo giovane di punta ne è diventato la mela marcia. Non per nulla i suoi film non sono quasi mai stati un successo al botteghino e a parte che con certi eletti ha sempre avuto rapporti piuttosto conflittuali col set. Il suo è un cinema ruvido, grezzo, sporco, che ha sempre avuto un certo ostracismo anche dai suoi stessi produttori che volevano tenerlo a frena a tutti i costi.

Qui doveva essere uno dei titoli della vita, date le tematiche sempre trattate e visto anche che il punto di vista iniziale è proprio fornito da uno che tutte quelle cose le ha vissute sulla propria pelle. E forse sta proprio qui la differenza, anche dovuta al fatto che il libro non aveva una vera e propria struttura narrativa che in un film fa sentire il proprio peso, proprio perché in una buona parte non sempre ha il focus puntato perfettamente sull'obiettivo.

Fateci caso, la vera missione inizia a metà film, succederà una certa cosa e delle parti coinvolte poi non se ne sa più nulla.

Tutto quanto sembra avvolto nell'anarchia più pure, tranne che per dei brevi spiragli - quelli più riusciti. Schrader disse di volere solo e unicamente Nicolas Cage e Willem Dafoe per i ruoli principali, perché ritenuti gli unici abbastanza pazzi da poter reggere le rispettive parti, e infatti il film è stato svolto quasi per tre quarti senza una vera e propria sceneggiatura ma lasciando improvvisare gli attori in quasi semi-totale libertà. Tutto questo ha contribuito a una speciale chimica tra i due volti più noti (Dafoe poi è sempre una garanzia) ma tutto il resto sembra davvero svolto a cazzo di cane mangia cane, tanto che a una certa viene da chiedersi cosa si stia realmente guardando.

La vera storia non è infatti quella del rapimento, così come non lo era nel libro. Quello che Bunker e Schrader vogliono raccontare è la volontà di queste persone di rifarsi una vita e prendere in mano le redini della loro esistenza in un mondo che li ha masticati e poi sputati fuori 

C'è una scena bellissima verso metà film, quando in un tripudio di festeggiamenti masculi si godono il primo bottino insieme in un montaggio alternato con tre diverse ragazze. Colpisce soprattutto la sequenza di Diesel, che viene bellamente respinto dalla ragazza non appena questa sa dei suoi trascorsi.

Poca esagerazione, un bravo attore e una situazione che parla da sola, tanto da surclassare quasi tutto quello che la ha preceduta e che sicuramente seguirà. 

Perché dopo funzionerà poco o nulla e Mad Dog, un personaggio nel libro indimenticabile per le bassezze che riesce a raggiungere, diventa semplicemente la macchietta di sé stesso anche se pure nel film ha delle motivazioni, che però non vengono mai valorizzate a dovere se non dall'attore.

C'è la scena iniziale, in quel rosa assurdo, che è già esplicativa di un film abbastanza confuso e giravoltoso. Mad Dog strafatto che guarda la tv dove si parla del possesso delle armi da fuoco in America, alla quale segue poi un massacro. Un paese che vuole isolare i criminali, spingendo però i cittadini stessi a comportarsi come tali, seguendo il principio dell'auto-difesa. Tutto questo, immersi in una casa piena di segni e devozioni religiose, prima che si svolga un massacro. Una scena che è tutto il riassunto di quello che il film avrebbe voluto e potuto essere, e nella sua bellezza, così esagerata da restare indimenticabile... peccato che poi tutto non prosegua così bene.

Un passo falso abbastanza grossetto che nel voler raccontare tre esistenze disastrate, fa un mezzo disastro, e non per il tanto criticato montaggio lisergico da videoclip - che per me, ci sta pure. Ma proprio perché andando a briglia sciolta perde più volte la strada.

Un peccato, rispetto alla fredda compostezza originaria, che non si smuoveva neppure nel raccontare i peggio orrori. Ma Schrader ci piace anche così, bello sanguigno e folle.






Commenti

  1. Questo è uno dei miei film nella lista da vedere. La tua disamina mi ha lasciato con una specie di dubbio di forma, che però non me ne vieterà la visione. Reputo Schrader uno dei cineasti più sottovalutati a Hollywood sia per scrittura che anche per la sua metodologia di scelta nei film in quali imbarcarsi,

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    1. Va comunque visto perché Schrader è un autore da scoprire e studiare, la sua importanza anche solo come scrittore è innegabile. Però... questo per me è un grosso passo falso 😅

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Ragazzi, mi raccomando, ricordiamoci le buone maniere. E se offendete, fatelo con educazione U.U

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