MUORI PAPÀ... MUORI! - WHY YOU DON'T JUST DIE!, di Kirill Sokolov

Matvej si reca a casa della sua fidanzata per ammazzare a martellate il di lei padre, feroce commissario di polizia, dopo aver saputo dalla ragazza che ha abusato di lei da piccola. Scorrerà emoglobina a frotte e voleranno (non solo) ceffoni, ma poi... 

Ok, lo ammetto... della cinematografia russa so davvero poco o nulla. In realtà non so nulla di niente e la mia voce è pressoché inattendibile su tutti i fronti, ma da quella parte di mondo conosco solo Timur Bekmambetov, e non è che ci sia molto di cui vantarsi, specie per le tamarrate senza ritegno che ha rifilato, e pensare che Tolstoj e Dostoevskij vengano dalle sue stesse parti fa quasi ridere. 

Se me lo chiedete, so che i russi quando non crepano di freddo sono intenti a sterminare avversari politici bere vodka, ma non vorrei incappare nello stereotipo culturale. Ora aspettate un attimo, che ho la polenta sul fuoco...

Tutto questo per dire che molto probabilmente Kirill Sokolov la vodka la usa pure la mattina per i Kellog's, perché altrimenti non si spiega il delirante delirio di mente accidentata che ci ha rifilato con questa sua opera prima. Una cosa che vidi durante il primo lockdown e che a distanza di tempo ricordo ancora alla perfezione. Questo vorrà dire qualcosa.

Siamo davanti al #cinemadeglieccessi più divertente e divertito che abbia visto da diverso tempo a questa parte, perché gestire tutte queste assurdità senza calare mai di ritmo e senza perdere la bussola di quello che voleva raccontare non è da tutti, specie se esordienti, e Sokolov cade nelle trappole tipiche delle prime volte, ma ne esce a testa alta come solo certe statue di Stalin. Perché in questa mattanza ci si diverte dall'inizio fino alla fine, rimanendo sorpresi per le svolte narrative e le scelte estetiche.

Tra l'altro, l'unico caso al mondo in cui il titolo italiano (bruttino, vero) è attinente a quello originale a differenza di quello internazionale, quel Why you don't just die! che francamente preferisco per motivi così ovvi che non credo ci sia davvero bisogno di doverli spiegare. 

Sokolov è affetto da bulimia cinefila e si vede. La sua è una regia scatenata, impazzita, ma nella quale si possono vedere tutti i riferimenti che hanno condizionato il suo percorso - Tarantino e un certo Tony Scott in primis - e, soprattutto, che si diverta a raccontare, riuscendo a divertire. Non c'è un movimento di macchina o di montaggio che sia fuori posto, l'azione è chiara e fluida anche nei momenti più esagerati che richiedono le invenzioni più elaborate.

Poi io non so, c'è uno che lancia un televisore, e quando in un film succede una cosa simile io sono contento.

Ma l'azione prima o poi finisce e, come già detto, lui non molla mai la presa, trascinandoci in una spirale di grottescume e violenza senza fine e mantenendo sempre un ferreo controllo su quello che sta raccontando. Non c'è mai un periodo di stanca dopo la scena clou, anzi, tutto il film è un collage di momenti memorabili.

E può una cosa simile riuscire a far danno?

Diciamo che può dare un certo grado di assuefazione quando c'è veramente troppa roba e la bulimia di cui sopra si fa preponderante, tipo il tizio appena conosciuto che non smette di fare battute e da simpatico diventa vagamente irritante. 

Mi ha fatto ricordare quando alle superiori riuscii a invitare a casa mia una ragazza a vedere un film (e lo vedemmo per davvero!) col solo risultato che lei mi guardò schifata verso la fine solo per dirmi "Ma davvero ti piacciono queste robe?"

Ecco, credo che questo sia un ottimo inizio per chi vuole addentrarsi in un certo cinema esagerato e ipercinetico, alzando l'asticella quel tanto che basta per non cadere nel delirio più totale ed esagerato. Ma non c'è solo mattanza, Sokolov - qualcuno ha notizie sul suo conto? - riesce a mettere alla berlina soprattutto l'istituzione familiare, vista come un nido di serpi persa in magheggi truffaldini di ogni sorta che non guarda in faccia nessuno, ma pure tutte le istituzioni sulle quali molta letteratura nativa si è espressa, provocando e giocando continuamente a rovesciare il vedere comune della situazione. Nulla di troppo raffinato, ma coglie perfettamente nel segno.

E far finire tutto sulle note di Russian girl è quanto di più beffardo possa esserci, accompagnando in maniera quasi lisergica verso l'apparente quiete dopo tutta la distruzione vista in precedenza. Ma sarà la quiete di uno ingenuo quasi fino alla demenza, tanto da essersi spinto fino all'innominabile, che entra in un mondo ancora più violento e del quale ha visto il nucleo portante.

Bravo Kirill! Dopo quelli che ci fanno divertire, anche coloro che perculano la famiglia sono sempre più necessari che mai in un mondo dove assume risvolti quasi inquietanti.

E comunque, 'sto film va visto.





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