ALL THE GODS IN THE SKY, di Quarxx

Simon vive in una fatiscente casa di campagna, prendendosi cura della sorella Estelle, divenuta disabile dopo un "gioco" finito male quando erano piccoli. Spinto dal senso di colpa e da una psicosi, l'uomo attende la venuta di strane entità che comunicano come voci nella sua testa...

Sappiamo che l'unico modo per essere felice è fare ciò che più ci piace e anche che è bello farlo in compagnia. Pertanto, consci della nostra responsabilità, siamo sempre pronti a consigliarvi disagi di primissimo livello.

E fidatevi che qui ne troverete davvero parecchi. 

Già il fatto che il regista (tal Alexandre Claudin) abbia scelto il nome d'arte di Quarxx deve suggerirci diverse cose, a parte forse che il programma degli Angela doveva andare forte anche d'oltralpe. Ma poi, davvero, io a volte mi chiedo come facciano le persone a convivere per tutti i giorni necessari alla realizzazione di un'opera con il disagio e il marcio che esse racchiudono. Perché non parliamo di tizi che lo fanno nei ritagli di tempo, ma di gente che con questa roba ci campa.

Il nostro poi è un recidivo, perché partiva dal proprio corto Un ciel bleu presque parfait per dilungarlo in un lungometraggio. Quindi non solo è partito con una soglia del disagio parecchio alta, ma ha pure trovato dei bagordi disposti a sborsare bei dindi per alimentare i suoi deliri. Qui non sai se il mondo ha perso qualcosa oppure se ringraziare, perché per gran parte della propria durata è proprio il genere di film di cui ogni disagiato sembra avere bisogno.

Perché sì, questo Tous les dieux du ciel è proprio il genere di film di cui ogni amante del perverso e del torbido ha bisogno, ma sotto la sua voglia di provocare è anche molto di più e nasconde un'umanità gigantesca, di quelle che solo coloro dotati di vero talento possono avere il coraggio di mettere in scena senza diventare ridicoli.

Ci vuole parecchio stomaco, però...

Ce ne vuole solo per sopportare il primo flashback che mostra le origini della sorella, una scena così rapida e diretta con una tale nonchalance che il disastro - già preannunciato - so fa sentire in tutto il suo grottescume, mentre la pellicola va avanti rimestando nel marcio di due esistenze distrutte.

Perché sì, c'è quella di Estelle, ma c'è pure quella di Simon, un uomo che per vent'anni ha portato avanti un senso di colpa inenarrabile, anche alimentato ad arte da degli educatori sicuramente non all'altezza, che in quella sorella ha trasferito fon troppe cose. E' un rapporto malato ma portato avanti con una delicatezza impressionante, di quelle che giocano con l'eccesso ad ogni costo, senza però mai strafare, mai andare oltre quel particolare che faccia cadere tutto nel cattivo gusto o nel kitsch. Questo, per un film d'esordio, è qualcosa di impressionante, narratori ben più navigati difficilmente avrebbero saputo fare di meglio. 

Tutto per raccontare una storia di dipendenze, disseminando particolari che alla fine daranno un quadro se possibile ancora più marcio della situazione. Perché parla proprio di questo, offrendo un ribaltamento di ruoli finale che è la prova di una rara sensibilità da parte di chi sta dietro la macchina da presa.

Certo, ci sono anche degli immancabili micro-difetti.

Oltre a un particolare perfettamente ignorabile su una sottotrama che poco o nulla aggiunge, c'è anche il fatto su quanto il mostrare alla fine sia deleterio il più delle volte, specie quando la paranoia è mentale come in questo caso. Non è un caso che il film regga perfettamente per tutta la propria durata quando si regge sui deliri paranoici del protagonista (un Jean-Luc Couchard di una bravura disarmante) e che nel mostrarli poi esplicitamente perda incredibilmente di potenza espressiva - l'alienino anni '50 era perfettamente evitabile, diciamolo.

Due particolari però che si dimenticano in fretta rispetto a quanto visto, alla pesantezza di alcune inquadratura, al macabro umorismo di un paio di scene e, soprattutto, al coraggio di mostrare una storia così scomoda e che potrà benissimo respingere alcuni. Ma nel mostrare la dipendenza, fattasi reciproca infine perché è l'unica che si è conosciuta nella deformità assunta dalle loro vite, anche di fronte a quello che è stato un crimine perpetrato per anni, si avrà un film che alla propria maniera riesce quasi a dare una sua personalissima umanità a un personaggio che di umano avrà poco o nulla. 

Gli dèi sono solo due e quello è il mondo che hanno creato. Il solo che conoscono.

Un film assurdo e coraggioso, ma anche bilanciato nel portare avanti un discorso lucidissimo e che avrebbe mandato ai matti quasi tutti. Ma non questo Quarxx, che spero possa darci altre gioie in futuro. 

E menzione speciale per la modella Melanie Gaydos per l'umanità che riesce a dare al suo personaggio, che va oltre quello che si può notare a prima vista.






Commenti

  1. Bene che questo film sia finalmente disponibile, l'avevo visto anni fa al TOHorror e mi era piaciuto tantissimo, con tutti i suoi difetti!

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    1. È vagamente impossibile che non piaccia a dei malati come noi 🤣😉

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  2. Disponibile dove?
    Comunque semplicemente magnifico.
    L’ho amato tantissimo.
    Unico difetto l’inserto degli UFO.
    Bellissimo veramente e complimenti per la recensione.
    Film come questi sono necessari..già etichettarlo come horror suona un po’ come pregiudizio.
    Cosa della quale questo film non ha assolutamente bisogno.
    Ciao

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    1. Dovrebbe esserlo su MUBI col titolo inglese.
      Sì la parte degli ufo stona, lasciare più all'intuizione avrebbe dato maggior impatto. Ma è un difetto proprio minimo.

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