LA GOMERA, di Corneliu Porumboiu


Cristi è un poliziotto corrotto che incappa in un brutto giro. Per aiutare i piani di una cosca mafiosa dovrà andare sull'isola della Gomera a imparare il silbo gomero, un linguaggio fischiato con cui comunicano i contadini dell'isola, in modo da poter agire indisturbati quando...

Per una volta devo ringraziare i social network perché vidi il trailer di questo film su Facebook, e bastò per instillarmi la curiosità. D'altronde, un thriller poliziesco dove i gangster comunicano utilizzando i fischi aveva tutto il potenziale per essere qualcosa di memorabile oppure una trashata pazzesca senza precedenti. 

Sfortunatamente, La Gomera non è nessuna delle due cose, ma "solo" un gran bel film.

La cosa assurda è che il linguaggio fischiato esiste per davvero e fu inventato sull'isola vulcanica de La Gomera, nell'arcipelago spagnolo delle Canarie, e nel 2009 venne decretato come capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dall'UNESCO. Principalmente legato all'attività della pastorizia, con la scomparsa di questa sta vedendo una propria tragica fine, ma è ancora insegnato nelle scuole delle canarie in un corso saltuario e non obbligatorio,. 

Bisogna però ringraziare il regista rumeno Corneliu Porumboiu perché, diciamolo, l'idea di usarlo per un film non è proprio all'ordine del giorno...

Al suo settimo lungometraggio il nostro, che ha ricevuto i natali dall'arbitro e uomo d'affari Adrian Porumboiu, decide di abbandonare i toni polemici delle sue opere più note, tipo quel A Est di Bucarest che fu la sua sorprendente opera prima, per concentrarsi su una storia di indagine e doppie facce continue. Un noir tout court, uno di quei titoli mai sentiti da nessuno che però ha racimolato un bel po' di premi in giro per i festival di mezzo mondo.

Che poi, diciamolo pure, questa dei festival sembra una scusa per non ammettere che in realtà Catrinel Marlon sia l'unico vero motivo per cui si possa voler vedere questo film.

La cosa assurda però è che un film su queste premesse funziona, e pure molto.

Porumboiu si concentra solo sulle dinamiche e su ciò che questo comporta nell'azione, mettendo in scena tutto con mano ferma ed elegante, senza strafare e mantenendo un controllo ferreo sulla situazione. E diciamolo, non distogliere mai l'attenzione nonostante gran parte della pellicola riguardi la preparazione di Cristi e relativa retrospettiva sul suo passato non proprio lindo, non era una prova semplicissima.

Il comparto visivo poi è accompagnato d auna fotografia curatissima, che avvolge una strana commistione, quella tra il cinema hitchcockiano e il poliziottesco che dopo l'accoppiata Cattet/Forzani sembra ritornato prepotentemente in auge. Il risultato è un noir atipico, che mantiene tutte le caratteristiche del genere, a cominciare da personaggi dalla morale piuttosto ambigua fino a situazioni al limite che tanto piacciono a noi cultori del disagio. Non si eccede mai, si ha sempre quell'equilibrio precario che alla fine regge perfettamente fino alla fine, sostituendo al torbido che poteva benissimo starci un'eleganza formale fatta di bellissime panoramiche e atmosfere oscure, a cui contribuiscono anche i bellissimi paesaggi.

Rimane sempre però un piccolo, piccolissimo, insignificante ma per nulla ignorabile, ma.

Il film mi è piaciuto, me lo sono goduto tutto d'un fiato come uno shottino, ce stanno le grazie della Maron in bella mostra e gode di un finale che chiede una forte sospensione dell'incredulità ma che ho trovato ugualmente molto bello ed evocativo...

... però ho sempre avuto la sensazione che mancasse qualcosa.

La pellicola si focalizza così tanto sulla questione del silbo gomero anche se questo rimane un particolare del tutto fine a sé stesso. E' solo un arricchimento della trama che non apre le fila a nessun discorso sul linguaggio (fosse anche semplicemente quello cinematografico, anche se la suddivisione in capitoli qualcosa suggerisce), come forse mi auspicavo, limitandosi a raccontare quello che mostra. Raccontandolo molto bene - e in soli novanta minuti, deo gratias! - ma dei personaggi tagliati con l'accetta e che mostrano ben poche sfaccettature contribuiscono a creare un senso d'incompiuto piuttosto forte.

O almeno, a togliere forza a quello che un sentito omaggio al cinema che fu e alla riprova che il genere è ancora più vivo che mai nel panorama cinematografico attuale. Che di per sé basta a creare un film interessante e ben fatto, ma togliendo molto a quello che poteva fargli spiccare il volo.

Ad alcuni basterà così, ma per me si tratta di un film perfettamente riuscito, anche se solo nell'aspetto più superficiale.

Fermo restando che avercene, di film riusciti solo in parte in questa maniera...






Commenti

Posta un commento

Ragazzi, mi raccomando, ricordiamoci le buone maniere. E se offendete, fatelo con educazione U.U

Post più popolari