OLD, di M. Night Shyamalan

La famiglia Cappa vince un viaggio in un resort di lusso, il cui proprietario li indirizza in una spiaggia isolata come bonus per una giornata. Unico neo: non si può uscire dal litorale e lì il tempo sembra trascorrere molto più velocemente del normale. Riusciranno a scamparla e a risolvere il mistero, oltre a risolvere le loro beghe interne?

E dire che un tempo Shyamalan è stato il mio regista preferito. O almeno, il primo che ho iniziato a seguire uscita per uscita. Galeotta fu la trasmissione serale de Il sesto senso e, dopo quello, l'acquistare a scatola chiusa The unbreakable, divenendo in seguito un fumettaro.

Poi sono successe un po' di cose e, a parte alcuni guizzi, per il resto è diventato Shallallero.

Perché è ovvio che il re del plot-twist abbia anche perso lo smalto degli inizi, ma la verità è che di lui ho sempre amato altro. Lo sguardo sul mondo, il modo in cui usa la tecnica per raccontare una storia - anche surclassando i mezzi limitati a disposizione, alle volte - ma soprattutto, il fatto che si senta che lui è innamorato perso dei suoi personaggi.

Perché di David Dunn oltre al ribaltamento finale ho sempre amato il discorso in macchina tra il suo piccolo paziente e la madre, oltre che il rapporto con la moglie. A farmi venire i brividi è il discorso finale di Samuel L. Jackson e la sua disperazione. Anche in un film come E venne il giorno, che balla costantemente il valzer col ridicolo involontario, c'è il confronto ultimo tra la Deschanel e Wahlberg a mettermi i brividi. Così come trovo stupefacente la scena dei fiori sui binari in Split.

Tutte cose che ai più passano in sordina, ma che mi fanno amare i suoi film, a trovarci del bello anche dove non funzionano.

Old però è una categoria a sé...

Il paragone più azzeccato è quello con un mio compagno di classe delle superiori in fissa con Megan Fox. Fissa che gli passò quando lesse che l'attuale signora Baker aveva l'abitudine di non tirare mai l'acqua quando andava in bagno, qualunque fosse il bisogno che doveva espletare.   

Ecco... a livello cinematografico, Old ha alcune sequenze che ti possono infoiare come riusciva solo a Megan Fox agli adolescenti dell'epoca, salvo poi ricordarti subito dopo l'idea del WC.

E anche qui è difficile spiegare cosa non funzioni, perché certe scene sembrano viaggiare così tanto sul binario dell'ovvietà che ti senti ridicolo a dover dire cosa ci sia che non funziona. Sarebbe come spiegare a una persona adulta e normodotata perché non dovrebbe prendersi a martellate sui coglioni. E invece no, anche in un film dove la comune logica impone che ci sia una spiaggia che fa invecchiare precocemente, arrivano delle sequenze così stupide, ridicole e senza senso che a una certe ti viene da chiedere se siano state fatte apposta o cosa.

Però, realizzate magnificamente.

Tolta la "scena del tumore" (guardate e capirete...) tutto il resto, se portato fuori dal contesto mostrato precedentemente, funziona alla perfezione. Shyamalan trova sempre l'inquadratura meno prevedibile per mostrarti le cose, anche riprendendo i protagonisti da dentro il costato di un cadavere, per farti capire tutto senza però doverlo mai dire. Una sequenza apparentemente ridicola è gestita con un carrellata da manuale che per un attimo è in grado pure di metterti un'ansia fottuta e farti dimenticare, finché la tensione sale, quanto sia stato ridicolo il passaggio. 

Fateci caso, perfino nel riprendere la spiaggia non usa mai la stessa inquadratura. Sembra un particolare da poco, ma non le è anche solo per la semplice economia registica e dovrebbe far capire il talento tecnico del nostro.

Quindi sì, si tratta sempre di scegliere se badare di più al fatto che hai davanti Megan Fox o al particolare che non tiri mai l'acqua nemmeno quando caga.

Sono questioni importanti che ti fanno capire se sei diventato un uomo o meno.

Anche al di là di tutte le questioni da studente del DAMS, Old rimane un film che per quanto mostri il fianco più volte, sotto la propria sequela di stronzate (tanto per riagganciarci alla Fox) ha dentro di sè tantissimo. Shyamalan nell'adattare il fumetto francese Castelli di sabbia, che non aveva un inizio specifico, riempie tutto della propria poetica e del suo cinema, mostrando i suoi umanissimi personaggi e tutte le loro relazioni disfunzionali, che portano avanti la vera tematica della pellicola.

Tutto diventa un pretesto per parlare della vita, delle scelte e dei percorsi obbligatori dell'esistenza, Ma soprattutto, com'è solito del suo cinema, un ritratto familiare che ritrova l'unità (in effetti, questo è un aspetto abbastanza reazionario della sua visione) e il venire a patti con i torti del passato.

Ci regala anche un paio di scene gore che nel loro piccolo non fanno dormire la notte, ma la vera essenza sono quei quindici minuti finali sulla spiaggia, il confronto fra Gael Garcìa Bernal e Vicky Krieps, che da soli creano un'alchimia incredibile fatta di sguardi e cenni.

Il senso di una pellicola bislacca e strampalata sta proprio in quello scambio di sguardi. E ci pone un grande dilemma: dobbiamo dare più importanza alle cose venute male o a quelle che rasentano l'eccellenza? Oppure al coraggio?

Shyamalan ne ha sempre avuto perché nei suoi soggetti ha immesso ogni volta le proprie tematiche, osando in maniera tale da creare dei veri e propri tonfi in alcuni casi, ma senza mai snaturare la propria idea di cinema. Un film che si regge sullo sguardo di due persone trovatesi vecchie nell'arco di poche ore, dite quel che volete, ma è un film coraggioso che non tutto il pubblico generalista può apprezzare.

Quindi sì, è un film che ti mette in discussione, perché devi decidere a cosa dare importanza. Se a cose assurde come le regole dell'invecchiamento che agiscono per cazzi loro, personaggi che parlano in base alla loro professione e belinate varie, oppure a sequenze girate da urlo e momenti di una tenerezza inaudita, in cui si vede quell'amore di cui sopra. 

Anche nei suoi momenti peggiori, un vero autore si riconosce proprio da questo.

Per il voto, facciamo una democristiana via di mezzo, anche se spero che lo vediate tenendo conto di quanto detto. Perché è difficile scegliere quando in cento minuti buoni hai l'eccellenza e lo sfacelo insieme, ma sono fiducioso che anche un solo momento riuscito possa riscattare qualunque opera.

Non tirare lo sciacquone no, invece...







Commenti

  1. Era uno dei film che aspettavo di più l'anno scorso ma tutte le aspettative si sono sciolte in risate isteriche di pura incredulità. Per me, Shyamalan è tornato ad essere Shyabadà, dopo un paio di film riusciti.

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    1. Eppure, in mezzo a tante cadute, ha dei momenti davvero incredibili - in senso positivo.

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  2. Sarebbe stato meglio, rimanendo in tema, un 6 politico, anche perché a me è piaciuto, il punto più basso forse il finale, ma nel complesso ben confezionato e narrativamente interessante.

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    1. Il finale per me ci sta, invece - da sei politico,appunto. È quello che viene prima...

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  3. Non saprei, sai? Ha dei momenti notevoli, anche più della media, ma altri che, come già detto...

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  4. "Ecco... a livello cinematografico, Old ha alcune sequenze che ti possono infoiare come riusciva solo a Megan Fox agli adolescenti dell'epoca, salvo poi ricordarti subito dopo l'idea del WC"
    Descrizione perfetta. La penso esattamente come te.
    Ci sono scene ai limiti del ridicolo (la più "scult" è l'estrazione del tumore...) eppure... oh, innegabilmente il film inquieta e appassiona. Fino alla fine. Non è una visione neutra, se ne esce comunque con del disagio interiore.
    E quindi funziona.

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    1. Gioca in un campionato tutto suo e non ne esce né vinto né vincitore. Assurdo proprio...

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  5. Anche questo visto in DVD qualche giorno fa. Questo regista mi piace, credo gli vogliamo tutti bene e nonostante un film tutto sommato semplice, riesce sempre a stupirmi. Mi sono ritrovata con quanto hai scritto, sulla sua poetica e sul fatto di non snaturare la sua idea di cinema sempre rimanendo sé stesso. A prescindere, un suo film si guarda sempre proprio perché da lui non ti aspetti la spocchia, un salto fasullo di carreggiata .E questo un pubblico appassionato lo percepisce sempre.

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    1. Oddio, le sue cantonate le ha ben realizzate eh... Però anche nel film peggiore c'è sempre quella scena che, se isolata, vale per tutto.

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