X, di Ti West
Fino all'altro ieri dicevo che farsi ammazzare in You're next di Wingard fosse la cosa meglio riuscitagli...
Poi però ho visto spuntare il suo nome nei crediti della serie Them su Prime video - seriamente, correte a recuperarla! - e quindi possiamo dire che abbiamo fatto un po' pace, ma il motivo che mi ha spinto a voler vedere questo suo film a tutti i costi è quello che vede la A24 coinvolta nella produzione.
Ah, sì, poi anche Mia Goth mezza ignuda per tre quarti di film.
Ma anche la A24, eh...
Per quanto i motivi siano anche più di uno per vederlo, venali o meno che siano, resta il fatto che a questo giro il Ti-Rex dell'horror indie mi ha convinto del tutto.
X è una discreta bombetta in qualunque modo la si voglia mettere. E che la nostra distribuzione si sia mossa così tardivamente (aggiungendoci, come se non bastasse, un sottotitolo che mi rifiuto di riportare) è la prova che, in barba alla pandemia, loro decisamente non ne sono usciti migliori.
Si parla spesso della trama, della capacità di essere soddisfacente e di mantenere intatta l'attenzione dello spettatore, in un mondo oramai alle prese con video brevissimi e virali, oltre che di una revival-mania che si trasforma di mese in mese... ecco, West mette tutto questo dentro al proprio film e crea una fusione perfetta tra la tecnica, una storia già perfettamente rodata ma che procede sicura e un luogo di comfort che tutti potranno riconoscere.
Perché lui è sempre stato uno dalla tecnica sopraffina (non a casso, nella serie tv dove era solo mero esecutore in totale libertà, per me è stato eccelso) ma quello che personalmente non sono mai riuscito a trovare (o non sono mai stato capace di coglierlo) nei suoi film precedenti è stato un vero e proprio discorso che mi facesse andare oltre ciò che stavo vedendo.
West è uno che ti piazza davanti la paura. Questo è, prendere o lasciare. E in quello è sicuramente uno dei migliori, ti piaccia o meno. La sua costruzione dell'ansia lungo tutti i minuti preparatori serve a quello.
Si sa però che se vuoi lavorare con la A24 devi fare un po' l'hipster della situazione e quindi qui siamo costretti a lavorare di sottotesti, metafore e discorsi 'altri', tutte cose che non rivoluzionano nulla ma che rendono il film decisamente più complesso di quello che può apparire a una prima occhiata. Anzi, come atto di sboronaggine pure, West parte addirittura da delle premesse ai limiti del trash per formulare delle sequenze che scadenti non lo sono per nulla.
Basta la scena in cui compare la data per capirlo.
Una macchina con quattro scappati di casa che si avvia verso questa campagna desolata, mentre sullo sfondo la città e le sue fabbriche si stagliano all'orizzonte e la voice-over di un predicatore fa un sermone. Un'immagine semplice, quasi casuale, ma che in sé raccoglie tanto di quello che seguirà sullo schermo, un mondo che si sta industrializzando, cambiando definitivamente e viaggiando verso quelli che sono nuovi orizzonti e valori.
X è un film che gioca tutte le sue carte parlando del tempo che passa e usando il montaggio in maniera intelligente per parlare di confronti. Tutto è bastato sul contrasto tra i vecchi proprietari della fattoria e i giovani pornoattori, tanto che il personaggio di Maxime e della vecchia sono interpretati entrambi dalla Goth (che cognome figo!), che per poter vestire i panni dell'ottuagenaria si è sottoposta anche a dieci ore di trucco.
A proposito di trucco, e non di prostata... il vecchio invece è Stephen Ure, che ha interpretato diversi Orchi nella trilogia di Peter Jackson.
#DougJonestirateladimeno
Tutto quindi si basa su questa dicotomia, mettendo in mezzo anche un incidente bovino (guardate e capirete...) per ampliare io discorso su quanto detto, sul mondo dello spettacolo, la carne messa in vendita, il diritto di farlo e lo contro generazionale, ma allo stesso tempo, anche interno della condizione femminile.
Perché non è un caso che siano gli uomini i primi a morire, così che siano sempre le figure maschili a dare uno stock d'avvia mentre al gentil sesso spettino i momenti salienti per l'evoluzione della storia. E difatti il momento per me più riuscito, l'incrinatura che avvia il film vero e proprio dopo quasi un'ora di preparativi (sì, si prende i suoi tempi ma non pesa affatto - merito del porno?) è quando il regista del film ha una crisi perché la sua ragazza vuole avere un parte nel lung... ehm... nella pellicola.
Il tutto infarcito condito con citazioni storiche del periodo, tipo la guerra in Vietnam dell'attore nero.
Resta quindi l'interrogativo su cosa divida i giovani dai due vecchi, quale germe si annidi nelle menti dei partecipanti nonostante i tempi viatici verso un laicismo che si annuncia come molto atteso ma che sarò foriero di molte delusioni perché certi presupposti non moriranno mai.
Nel mezzo, del gore estremo ottimamente dosato e del sesso geriatrico. Decidete voi cosa può schifarvi maggiormente.
D'altronde, anche in tempi moderni dove tutto si è visto, sesso e vecchiaia sono gli argomenti più tabù dell'odierna società. West sembra ricordarcelo in ogni sequenza.
E lo fa dannatamente bene.
Al momento è il mio Ti West preferito. E a lui ho sempre voluto tanto bene, salvo per quel the Sacrament che proprio non mi aveva convinta. Adesso aspetto con ansia l'uscita di Pearl, il prequel interamente dedicato alla malefica (ma nemmeno troppo, poverella) vecchiaccia!
RispondiEliminaHo grandi aspettative ❤
EliminaE confermi il mio discorso su The sacrament 😅🤣
Devo recuperarlo, non so come né quando, ma lo farò! Grazie per la tua splendida recensione!
RispondiEliminaMa grazie a te 🤓 comunque è uscito - anche se con incredibile ritardo - al cinema.
EliminaTi consiglio di cercare una sala che lo proietti in lingua originale, perché la doppia interpretazione della Goth merita assai - e non solo per le scenette osé...