AVATAR, di James Cameron
Anno 2154. Una grave crisi energetica è cominciata sul pianeta Terra e la RDA, un'agenzia interplanetaria, vuole estrarre l'unobtainium dal pianeta Pandora. Per muoversi sul suolo alieno usano gli avatar dei nativi Na'vi, e il militare invalido Jake Sully prende parte alla missione. Ma le sua avventura...
Fidatevi che adesso si permettono pure di dare contro a James Cameron.
Signora mia... dove andremo mai a finire!
Di intoccabili ci sono solo le grazie altrui senza consenso, altrimenti è molestia. Però davvero, risulta difficile trattare con leggerezza il lavoro di Jamers Cameron, anche il più sopravvalutato... che potrebbe benissimo essere Avatar - per quanto nessuno si sia risparmiato dal criticarlo male.
In barba a tutti i fantastilioni racimolati, dall'uscita dei Puffi 2.0 se ne sono dette di tutti i colori: che la storia è prevedibile e presa in prestito da altro, che certi mostri assomigliano ad Aida degli Alberi, che è solo effetti speciali, che i personaggi sono stereotipati e tutto quanto.
E sapete una cosa?
Hanno tutti un po' ragione.
A James Cameron difatti possiamo dire tutto - ma non è una pornostar! - tranne che sia il più raffinato degli scrittori. Il suo non è mai stato un cinema che punta su una penna sopraffina, anche perché non è da lì che deve passare per forza un film.
Se vogliamo, possiamo fare le pulci e contropulci ad Avatar in meno di un secondo. Il messaggio ecologista è davvero abbozzato, per far piombare Jakesully nel vivo dell'azione inventa un escamotage banalissimo, si predica un buddhismo wannabe in un mondo dove prevarica neuralmente una singola specie, fanno viaggi iperspaziali e i mobile-suit usano delle normalissime cartuccere quando già all'epoca studiavano i primi laser... insomma, tutti i difetti del Cameron-tipo che si riscontrano dal primo Terminator fino a passare anche a The abyss.
Tutto bello e tutto giusto, perché siamo persone coerenti.
Ma allora come mai a questo sì mentre Joker, che è il remake non autorizzato di Taxi driver, si sono strappati tutti i capelli?
Appurato quindi che il nostro ex camionista con la passione per i sottomarini non ha mai raccontato nulla di particolarmente profondo, possiamo dire con altrettanta enfasi che quel poco che gli ronza in testa lo sa raccontare benissimo. E nell'arte, il come spesso conta molto più del cosa.
Partendo quindi dal naturale presupposto che Avatar è arte, Perché farti rimanere a bocca aperta per quello che stai ammirando è arte, a suo modo.
Ha avuto i miliardi per farlo? Chissene. Ci sono persone che fanno film con due soldi? Bravissimi, ma sono solo una parte di quello che è il cinema. E se ne bastano così pochi, fate voi un film e non rompete a chi c'ha un curriculum così e si è guadagnato una fiducia illimitata dal pubblico e dagli addetti ai lavori dopo aver segnato indelebilmente la settima arte.
L'obiettivo di Cameron col suo cinema è stato sempre quello di portare il mezzo all'estremo, creare un sano intrattenimento solido e robusto che possa riempirti gli occhi e la pancia. Avatar è nientemeno che questo, e passa da quel 3D per una volta usato veramente bene (anche se la messa a fuoco scelta dal regista porta un po' a perdere un certo effetto di profondità) e che anche visto "normalmente" non ha perso un grammo di potenza.
L'epica non passa necessariamente dalla storia, ma anche dalle suggestioni.
L'epica per me in questo film c'è stata quando ho visto Jakesully attraversare i resti del campo bombardato, immerso nel grigio, o quando lo si è ripreso mentre proseguiva il suo reclutamento, col suo esercito che volava in secondo piano, o nella battaglia.
Mi pare incredibile che si sottovaluti una battaglia ben fatta.
Il cinema è l'arte del movimento, e dove ci si muove maggiormente se non in una guerra? Qui abbiamo una delle battaglie più ganze mai viste, dove tutto vaga e vola all'impazzata ma, allo stesso tempo, risulta chiarissimo, capisci perfettamente quello che sta succedendo e ti fomenti davvero #abbestia con esplosioni, tifo da stadio e tamarreide varia, gestita con una classe e una finezza da rivaleggiare con quella di Peter Jackson.
Se non altro, non abbiamo Legolas che fa surf sugli scudi...
Poi si, tutto si basa su uno che si fa perdonare dalla morosa perché ritorna con un uccello più grosso e cose così.
Ma qualcuno ha mai contestato a Omero che il suo poema non sia stato altro che il litigio tra due burini per la stessa morosa? A Fitzgerald abbiamo mai criticato l'apoteosi della friendzone?
Come vedete, se ti sforzi banalizzi tutto.
La mia generazione è quella che si è appassionata al cinema grazie a Steven Spielberg che metteva in scena i dinosauri meglio fatti di sempre, abbiamo viaggiato nello spazio in una saga col worldbuild peggio scritto della storia e adesso dobbiamo metterci la giacca di tweed e fare le scarpe a chi ci ha offerto uno dei più grandi spettacoli di massa perché la scrittura ricorda Pocaonthas?
Bene, voi tenetevi le cose che vi fanno sentire intelligenti. Io mi tengo chi ha il cuore, chi sbaglia nei dettagli ma, una volta entrato nel vivo, mi fa capire perché ho voluto bene a lui e a quello che rappresenta.
Parlando onestamente, dopo l'uscita non ho mai sentito il bisogno di rivedere questo film come mi successe con altri titoli, tutte le visioni che seguirono furono davvero estemporanee e quasi fuori contesto.
Non viaggia nello spazio, ma nel tempo, perché ogni volta ho ricordato il senso di meraviglia che mi invase una volta uscito dalla sala, la sensazione di comprendere di aver visto qualcosa di incredibile e di essere lì per apprezzarlo.
Ho cominciato a riguardarlo qualche sera fa, perché il mio compagno non l'aveva mai visto e vorremmo andare a vedere il secondo, e anche sullo schermo di una TV non eccelsa è una meraviglia tecnologica, bella come la prima volta che l'ho vista. Speriamo il secondo sia altrettanto bello.
RispondiEliminaCon tutti i fantastilioni spesi e l'occhio di Cameron sicuramente. L'unica perplessità, al solito, è la trama, anche perché il concetto di Avatar è andato a perdersi...
EliminaLa prima ora ho ronfato sonoramente, poi mi sono svegliato e i 400 milioni spesi sono valsi a qualcosa. Però boh, sarà la mia età ormai non più verdissima, ma continuo a pensare che film come questo col cinema c'entrino poco... È un oggetto visivamente splendido ma di puro consumo, che rimuovo appena si riaccendono le luci. Non mi ha lasciato un emozione che sia una.
RispondiEliminaEgregio, non concordo. Il cinema è raccontare qualcosa con le immagini, e Cameron riassume l'epica con dei quadri in movimento.
EliminaPoi sì, a scrivere non è di certo Omero, ma quando sono le sole sequenze a raccontare offre lo spettacolo più grande di sempre.
Io ho davvero 'adorato' il primo Avatar (per altro, visto recentemente e invecchiato da Dio), mentre ho apprezzato un po' meno il secondo (nonostante la fotografia fosse spettacolare e valevole il costo del biglietto). Recensione strepitosa e spiritosa!
RispondiEliminaAhah, grazie ;) il secondo purtroppo ancora manca. La vita sociale mi sta impedendo troppo :/
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