BARBARIAN, di Zach Cregger

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Vi sarete accorti che tutti stanno parlando di questo Barbarian, divenuto a parere unanime il miglior horror dell'anno. La cosa è opinabile, anche se i pareri sono come le palle (ognuno ha le proprie...), però non tutti sottolineano abbastanza insistentemente che il film da noi ha skippato la sala per approdare direttamente su Disney+.

E lo so che la piattaforma del sorcio ha moltissimi contenuti anche per adulti e che esiste il parental control. ma almeno a Natale, fate sognare un uomo sul fatto che un bambino venga traviato a  causa di un film splatter finito per sbaglio su un palinsesto per bambini. 

Le cose più sorprendente in realtà sono la provenienza del regista e il fatto che questo sia un esordio totale.

Zach Cregger da noi è un nome che non significa pressoché nulla, ma nel paese degli Hamburger e della democrazia importata è un comico, sia al cinema che nello schermo televisivo, e questo è il suo debutto assoluto come regista e sceneggiatore. E qui si conferma la famosa teoria interna secondo la quale uno abituato a bazzicare nella commedia sia in grado di affrontare tutti i generi, perché va detto che per essere un neofita tutto funziona.

Se un film mostra le proprie carte fin dall'inizio, Barbarian parte da un equivoco fattibile e gestisce una base disseminata di dialoghi e incertezze da manuale. Qualcosa che avrebbe reso noiosa e indigesta qualunque pellicola ma che qui finisce per avere anche ritmo e a farti sperare in una parentesi sentimentale.

E se arriva a tanto, per me è già un mezzo miracolo.

Quindi trovarsi davanti a qualcosa che ha tutto quel ritmo già nel non mostrare il nulla e immettendo succulenti suggerimenti sul delirio che dovrà seguirne, fa partire ben speranzosi.

Poi, come avrete sicuramente letto in giro, dopo quasi quaranta minuti il film muta completamente registro e punto di vista. Vi avviso che lo farà nuovamente con un flashback, col gioco del "cambio formato" che ultimamente va di moda, dando un'origine (davvero necessaria...?) al tutto e chiudendo infine i cerchi.

E tutto prosegue come da principio, con un ritmo che farebbe l'invidia di molti blockbuster, pur essendo tutt'altro che movimentato, e giocandosi bene i propri elementi.

Si vede che Cregger ha visto i film giusti e si è fatto una cultura horror davvero invidiabile, ma i suoi rimando sono così palesi e ben assimilati che chiunque abbia visto abbastanza film dell'orrore in vita propria non stenterà a riconoscerli e, anzi, tutto il film a fine visione sembrerà un grandissimo deja-vu.

Perché Barbarian funziona, sì... ma personalmente avrei preferito anche altro.

Abbiamo un'inaspettata confezione extralusso (davvero, non ci avrei scommesso mezzo euro) che però avvolge un piatto precotto. Che non sarà tempo perso o un insulto all'intelligenza dello spettatore, anche in chi la possiede molto scarsa come il sottoscritto, ma senza tirare in mezzo buddhanate come l'elevated horror diciamo che era lecito aspettarsi leggermente di più, visto il tema che tira fuori verso la fine. 

La maternità, i barbari del titolo...

Tutti elementi molto sfiziosi che però alla fine non lasciano moltissimo e che ti fanno desiderare che Cregger non avesse fatto braccino corto, dato che su certe scene stupisce anche per l'efferatezza generale. Ma senza voler avere un cinema degli eccessi a tutti i costi, per me rimane davvero troppo poco per elevare un buon lavoro al prodotto migliore del suo genere in questa annata, dato che a parte un personaggio che appare il più disgustoso possibile, gli altri hanno il carisma di un montacarichi. 

Capisco che sotto le feste uno debba essere più buono, ma nonostante mi abbia fatto passare una bella serata, sul film non mi rimane molto altro da dire. Consigliato? Nì, diciamo. Se vi è piaciuto The house of the Devil di Ti West, gradirete anche questo.

Io ho prevalentemente fantasticato sulla gag citata all'inizio, perlopiù. 





Commenti

  1. Non il "mio" horror dell'anno né uno dei miei preferiti in generale, ma sicuramente un buon horror, sorprendente nella misura in cui riesce a cambiare registro nel giro di pochissimo e senza perdere di efficacia o equilibrio. Chissà se il regista ci delizierà con qualcos'altro in futuro.

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    1. Credo questa sia la prova generale prima del grande salto - lol.

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