SWISS ARMY MAN - UN AMICO MULTIUSO, dei Daniels

Hank è l'unico superstite di un naufragio. Sconvolto e deciso a farla finita, trova vicino a sé un cadavere... che però, forse, tale non è, e potrà essergli d'aiuto in più di un modo - per favore non pensate male.

Voi avete voluto dimenticarlo, persi nell'esultazione agli Academy Awards 2023, nell'esaltazione del diverso, nella commozione per Jamie Lee Curtis e la voglia di applaudire agli alternativi che venivano riconosciuti sul palco più conservatore di tutti...

Ma io ero lì, Gandalf.

Io ero lì quando facevate facce strane mentre cercavano di convincervi a guardare un film su un cadavere che scoreggia.

Gli Anni Zero cinefili sono stati sconquassati per un barlume di tempo dai Daniels, il duo filmico formato da Daniel Kwan e Daniel Scheinert. E già qui la cosa fa ridere, perché me li immagino all'asilo che diventano "amici di nome", ma soprassediamo.

Si fecero conoscere con questo esordio, prima trionfando ai festival di mezzo mondo, poi facendosi strada nell'etere, perché un film simile non poteva avere certo vita facile. Io lo vidi con ritardo nel 2018 durante il mio (primo) periodo di prova netflixiano, dove era stato inizialmente distribuito sottotitolato, e...

Beh, diciamo che non è semplice approcciarsi a un film simile.  

All'epoca mi preoccupai seriamente per la carriera di Paul Dano, mentre dall'altra mi dicevo che forse quel film era l'ideale punizione per avermi rubato Zoe Kazan, ma anche questi sono elementi esterni che non devono interessarci...

Resta però vero il fatto che per tutta la sua durata Swiss Army Man rimanga un film incapace di farti capire se quello che stai vedendo ti aggrada o meno. Gioca per tutti i suoi cento minuti con l'assurdo e il nonsense, partendo proprio con una scena che è l'emblema e lo sventolamento del suo modo d'essere: il naufrago in questione che si allontana verso una ipotetica terraferma a cavallo di un cadavere scoreggiante.  

Se questo vi rende perplessi, state tranquilli che andando avanti le cose non migliorano.

Ma che vuol dire migliorare?

Non credo che le trovate siano idiote a prescindere, casomai è come le gestisci a essere stupido - qualsiasi riferimento a Batman v Superman è puramente casuale. Shakespeare, non proprio il primo idiota che passa, scrisse di una vendetta a base di timballi di carne fatti coi figli dell'arcinemica, tanto per dire... eppure lui è un maestro indiscusso.

Non voglio paragonare i Daniels al Bardo, sia chiaro, ma era per sottolineare il concetto. E bisogna anche dire che il cinema cambia e che il trasformismo fa parte del proprio naturale dell'arte tutta, quindi anche di prodotti come questi, molto lontani dai canoni e dall'estetica "spielberghiana" di noi oramai neo-boomer, ma appartenente al mondo indie, vicino al videoclip, il che non è per forza un male.

Loro per fortuna sanno scindere molto bene la duplice natura della loro estetica, rispettando ritmi, regole e stilemi cinematografici, e creando qualcosa a sé. Nulla che non si sia già visto, ma nell'ottica indipendente alla Sundance il loro mestiere fa uno sporchissimo lavoro e, soprattutto, a a livello di ritmo regge benissimo.

E non era scontato, dato che nella prima mezz'ora è quasi un film muto con soli due personaggi - di cui uno morto, sottolineo, piccolo dettaglio da non trascurare.

Sicuramente, Swiss Army Man è un film furbo, che sa di essere così assurdo e fa di tutto per esserlo con lo scopo di piacere a un tipo di pubblico. Questo lo rende meno meritevole? Certo che no, proprio a favore dell'equilibrio di cui sopra. A fare stranezze sono capaci tutti, a dare loro coerenza mica tanto e i Daniels in questo trionfano.

Certo, si tratta sempre di un film fatto da due esordienti e capita di farla fuori dal vaso - la scena con l'orso è proprio brutta, sia come pretesto che come realizzazione - ma davvero, coi pochi soldi a disposizione e il materiale che si sono messi da soli nelle mani, fare di meglio era pressoché impossibile.

Inoltre ti spiegano perché il tema di Jurassic Park è la miglior base musicale per enfatizzare il senso di meraviglia, e questa per me è una trovata meta-cinematografica migliore di tante altre ben più blasonate, così come i siparietti che creano tra loro.

Fosse tutto qua, non ne parlerei così.

Certo, bella l'audacia e l'assurdo a tutti i costi... ma sono solo guizzi teorici e tecnici che possono essere imparati come tante altre cose. Quello che rese speciale un film simile fu il saper parlare, alla propria personalissima maniera, della depressione, della voglia di abbandonare tutto ma anche della capacità di riprendersi ed avere una rivalsa personale della propria vita, trovando il coraggio di esprimersi.

Tutte lezioni che ci vengono date da un cadavere, che non avendo più (tecnicamente) una vita, forse può permettersi anche molta più disinibizione.

Come le scoregge, ad esempio...

E trattare temi simili senza appesantirli ma nemmeno svilirli, per me è una grandissima prova di intelligenza. Perché a fare i seri, come sembrano volerci dire, son capaci un po' tutti. Ma parlare in questa maniera riesce, con tutti gli inciampi del caso, a pochi.

Un film che mi fece bene al cuore, anche se forse era al limite massimo anagrafico per poterlo apprezzare - il loro secondo lavoro noto che non viene apprezzato dalla vecchia guardia, ad esempio. Ma mi sento ugualmente di consigliarlo, perché il cinema passa anche da qua.

Certo però, a voi alternativi wannabe de sta ceppa, ricordo sempre le vostre facce perplesse quando si parlava di cadaveri scoreggioni.






Commenti

  1. Bravo Genius, perché poi hanno tutti la memoria corta, giusto ribadirlo ;-) Cheers

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  2. Io l'avevo adorato, non mi vergogno a dirlo. E mi rende doppiamente felice che i Daniels siano stati riconosciuti come meritavano, anche se in ritardo!

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    1. Io il loro secondo lavoro devo ancora vederlo. Sono curioso però di come proseguiranno.

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