PIG, di Michael Sarnoski

Rob è un ex chef che ha deciso di mollare tutto per vivere da eremita nei boschi. Unica compagnia è un maiale, col quale raccoglie tartufi che rivende a un giovane fornitore in vena di affari d'oro. Quando un gruppo di balordi gli ruba la creatura, farà di tutto per riottenerla, ma...

Pensate un attimo, oggi capisci di avere successo - positivo o negativo non importa, basta che se ne parli - quando diventi protagonista dei meme. E nessuno è più memato di Nicolas Cage, che grazia all'internet sta vivendo una seconda celebrità artistica come nemmeno negli Anni Novanta, anzi, pure grazie e soprattutto al trash degli ultimi anni a cui ci ha abituati.

Quindi sì, un film con il nipote di Coppola che si improvvisa John Wick per riprendersi l'amato porcello, segretamente lo stavamo aspettando tutti.

Ecco... uno dei problemi che un film come Pig ha dovuto affrontare nella sua (breve) vita sugli schermi, è stato proprio questo, l'aspettativa verso un trash che non solo non è stata soddisfatta, ma che non era nemmeno nelle intenzioni del regista e sceneggiatore, qui alla sua coraggiosa opera prima.

Perché se è vero che il cugino di Sofia vive di un proprio personalissimo mito - qui contiamo i minuti per Ju Jitsu, non dico altro - dall'altra non tutti si sono accorti che il nostro, momentaneamente risolti i problemi di debiti, ha preferito spostarsi verso il cinema indie per avere tutta la libertà che uno spirito folle come il suo necessita. E per certi versi, gli è pure andata discretamente, forte della stessa leggenda che lui stesso autoalimenta.

Pig appartiene proprio a quest'ultima categoria e, strano a dirsi, si tratta proprio di qualcosa in grado di prendere contropiede non solo il Cage-fan tipico, ma anche quelli che sapevano cosa aspettarsi da una pellicola simile.

Personalmente, credo che le opere davvero belle siano quelle che non sentono il bisogno di spiattellarti tutto, ma che, riuscendo a essere accessibili negli aspetti più superficiali, sappiano creare un non-detto con una nicchia di spettatori, quelli più attenti, che se vogliono riescono a scovare un altro mondo dentro ciò che hanno guardato insieme a tutti. Anche perché, diciamolo, il bello non è mai accessibile a chiunque, ma solo a chi sa guardare.

Ben vengano quindi i lavori più suggeriti... il regista e sceneggiatore Sarnoski però ha ingranato la quarta con la sottrazione. Il che non è per forza un male, ma l'intero film giace in un limbo personalissimo. 

Personalmente, non ho capito dove inizi la sottrazione e dove finisca la mia capacità di comprendonio - premetto che sono ben conscio di non essere quello sveglio della cucciolata. Ma davvero, Pig vive di una vita tutta sua e forse non è nemmeno nelle sue intenzioni dare tutte queste risposte.

Appurato anche non si tratti di un biopic sul papà di Harry Potter, possiamo dire che la parola d'ordine di Pig è "anticlimatico". Il che farà tirare dei bei porconi (lol) a chi si aspettava un certo dinamismo, ma pure a tutti quelli che non sapevano cosa attendere da una pellicola simile.

Ci sono sequenze di pura bellezza estetica - specie se si pensa che dietro c'è un totale esordiente - che inanellano l'inizio di momenti dei quali ancora adesso non riesco bene a spiegarmi il senso, specie di fronte al fatto che, come ben specificato, devono essere il più possibile anticlimatici.

C'è il confronto con un tizio che può dare delle risposte? Ecco, si conclude con dialoghi serratissimi e crisi di coscienze. Poi si arriva al Fight club tra cuochi, che però anche lì, non ha mai quella vera esplosione che ci si aspetta o vorrebbe. Cage rimane lì, monolitico eh, eppure il film sembra costruito intorno a quello.

Perché partendo da una premessa più che ridanciana - e diciamolo, degli sviluppi e rivelazioni abbastanza prevedibili - il film vuole formulare un discorso molto complesso sulla perdita, il ricordo, l'andare avanti e i palliativi alla mancanza. Tutto ruota proprio intorno a questo, in un viatico che forse lascia l'amaro in bocca ma in realtà è perfettamente coerente con quelle che sono le sue mire.

Abbiamo quindi una pellicola dagli intenti più che nobili, che sottrae quanto può fino a divenire criptico in alcuni momenti, quando quello d dire viene perfettamente detto dal gioco di incastri tra i personaggi.

Il bello è che meriti e demeriti vanno a braccetto proprio per la forma con cui Sarnoski decide di raccontare la sua piccola storia, che dietro a una pantagruelica promozione e un grottesco avvio nasconde una delicatezza di dettagli non da poco. Solo, ti rimane sempre il subbio se l'effettiva mancanza che si sente stia nel film o dentro di te. 

Del maiale non si butta via nulla, ma nemmeno di Cage, che da solo sovrasta tutti - comunque, insieme a Joe, la sua interpretazione migliore degli ulti anni - e dona quella patina di follia. Però ancora adesso non mi spiego come faccia a vagare per le strade tutto lercio di sangue senza che nessuno faccia domande.

Ma quella scena finale mi accompagnerà per molto tempo. Quindi, per me, film riuscito, anche se solo in parte. Quella giusta, però.







Commenti

  1. Gli voglio bene a questo film perché l'ho visto quando ne avevo bisogno, inoltre resta uno di quei titoli da lanciare in faccia a quei quattro poveri di spirito che snocciolano frasi fatte su Nicola Gabbia, detto questo, quel finale non si dimentica e fa guadagnare un punto buono al film. Cheers!

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    1. Questo, Il ladro di orchidee e Joe sono film che restituiscono la grandezza di Dio Nic 🙅

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  2. Piccolo film di gran cuore, ti dirò mi sono pure commossa.
    Credo non serva farsi tante domande, lo hai capito da solo scrivendo una recensione che gli dà il giusto merito. Non posso certo dire di conoscere tutti i film di Nicolas, credo neppure la metà, eppure sui blog ne avevo letto bene tanto da acquistare il dvd e sono contenta, mi ha convinto 👍

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    1. Pensa, io invece l'ho acquistato su Prime... mi manca acquistare e collezionare DVD 💔
      Ad ogni modo, un film davvero atipico. Gli manca qualcosa, ma che bellezza quella scena finale!

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  3. Non ho mai straveduto (o stravisto? boh...) per Nic Cage, ma devo dire che qui se la cava più che bene

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  4. Una strana sorpresa, ma neanche così grande, a Nic ultimamente gli è successo spesso ;)

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    1. Ha ben detto che vuole dedicarsi a progetti indie e completamente fuori di testa... direi che ci sta riuscendo ^^'

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