LA PERSONA PEGGIORE DEL MONDO, di Joachim Trier

Julie è una giovane donna piena di incertezze. Dopo essere entrata in medicina, molla per fare altro, mentre la vita passa e le relazioni amorose si intrecciano...

La vita, si sa, è fatta di cambiamenti. Crescere non è altro che una continua metamorfosi dove, se non l'aspetto esteriore, cambia quello interiore e, di conseguenza, il modo che hai di guardare il mondo e vedere le cose.

Inutile a dirsi che ho cominciato a guardare diversamente le cose quando ho iniziato a lavorare.

Di Joachim Trier ho scoperto con estremo piacere l'assenza di parentela alcuna con l'omonimo Lars e già questo basta ampiamente a rendermelo simpatico. Poi penso a come aveva saputo gestire un tema spinoso ma comunque molto attuale in Thelma, fondendolo al racconto fantascientifico e quasi supereroistico. Piccoli sprazzi in grado di farti capire il suo potenziale.

In madrepatria è una specie di superstar del cinema e, come tutti quelli che contano, ha realizzato una propria trilogi tematica, precisamente sulla città di Oslo. Questo è il tassello finale e, onestamente, ringrazio di averlo conosciuto con la X-lesbia per la sequela di bestemmioni e improperi vari che mi sono trovato a lanciare lungo la visione.

Non me ne vogliate, ma l'ho trovato indigesto. 

La cosa peggiore è che comunque non riesco a negare tutto il talento che sprizza ad ogni sequenza. 

A casa mia, la coerenza prima di tutto.

Andrebbe fatto pure un discorso sul fatto che il talento vada al di là dell'effettiva qualità o di quello che ci piace, ma questa seconda capatina in casa Trier-e-basta conferma quanto avevo pensato sull'omonima dell'amica di Louise: Gioacchino ha un talento cristallino, uno di quelli che trascende la tecnica e che non si può spiegare o insegnare.

Perché il film potrà essere ipocrita, a tratti pure noioso, inconcludente e paraculo, ma quando uno ti piazza a tradimento una scena che levate ma levate proprio, in quanto persona fedele ai propri principi posso solo levarmi il cappello. Certo, non si perde nulla di quanto prima, ma certe cose vanno ammesse.

Così come ammetto che forse è un mio percorso di vita che mi ha impedito di provare tutta questa empatia verso la protagonista. Che cara, datte anche una ridimensionata, eh...

Già la prima sequenza descrive tutto l'andamento della pellicola: lei, elegante e bellissima, che fuma con sguardo disperso, osservando con vaga noia il festino intorno a lei, pronta alla prossima crisi...

Il chiedersi che ci facciamo al mondo, fare i conti con i compromessi necessari per sopravvivere, domandarsi se abbiamo fatto le scelte giuste... temi  universali ai quali Trier dà le fattezze e le disavventure di questa giovane dispersa e in balia degli eventi. Tanti eventi, eventi che ti chiedi come mai a lei sì senza mai fare effettivamente una minchia mentre te domani devi alzarti per il primo turno e, nonostante tutto, tra impegni e cose vari porti avanti pure le tue robe.

Si sente che me la sono legata, eh?

Forse in quella parte di mondo le cose sono leggermente diverse, ma verso film simili (sì Frances Ha, sto parlando di te) ho sempre avuto una naturale incapacità di immedesimarsi.

L'arte abbellisce la vita parlandone, in tutte le proprie sfumature, e il bello è che in essa ognuno riversa le tonalità incontrate e sperimentate sul proprio cammino. Quindi il nostro percorso non potrà mai essere uguale a quello degli altri, ma ammetterne le differenze e le criticità può essere solo un bene finché non si trasforma in un attacco - pertanto non prendete il mio commento per qualcosa di simile. 

Credo però ci sia una "vita vera" che la maggior parte del mondo deve affrontare e, soprattutto quando si devono trattare temi così universali, tenerne conto diventi indispensabile. Io non ho potuto cambiare tutte quelle università (anzi, nemmeno l'ho iniziata perché sarei stato uno studente pessimo), non ho mai visto articoli diventare virali per un nonnulla e soprattutto, carriere avviarsi tanto per, con possibilità di incontrare micro-vip a feste a caso.

In tutto questo, mi sono sentito perso, disperso, come tutti. Ma a quasi nessuno viene perdonata come cosa, anzi, spesso viene detto di darsi una svegliata.

La personcina graziosina vive proprio per quelle sequenze in grado di riguardarci tutti, che possono essere spogliate di ogni costrutto e artificio sociale. Il bellissimo momento del "non è tradimento" non solo ha il potere di evitarti l'orticaria, ma nella sua semplicità intreccia un rapporto scritto benissimo e spontaneo, offrendo un quadro preciso dei personaggi. Oppure la carrellata dell'innamoramento - bellissima! - in grado di mangiarsi da sola molti altri film, mostrando l'occhio e la sensibilità di questo autore. Così come il momento lisergico, forse la vera essenza di un film che maschera di chiacchiere superflue una pellicola a cui una maggiore asciuttezza avrebbe giovato - poi, il cancer-drama finale a che serviva?

Ma anche la prova di un vero talento narrativo che, però, qui non trova sempre la quadra necessaria per parlare della vita. Di una vita, così come di una singola parla ogni narrazione, ma che forse potrà arrivare ancora a meno gente.

Però tutti lo hanno applaudito, quindi Trier ha vinto e io no. Fa parte del gioco.

Vince sicuramente lei, Renate Reinsve, di una bellezza e bravura incredibili. Davvero, da sola credo sia capace di portare avanti anche un fermo immagine proiettato a oltranza. Una personalità con tutta quella gamma che il film vorrebbe raggiungere, ma sfiora appena.






Commenti

  1. Insomma, ti ha detto male....

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    1. Diciamo che essere bravi non basta, purtroppo 😕 ma ti giuro, mi ha messo un nervoso assurdo 😅

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  2. È passato un po' di tempo dalla mia visione, ricordo mi era davvero piaciuto il film, mi sono riletta il commento che avevo lasciato alla Bolla 👋 e ho rivissuto quello che ricordavo, in particolare l'empatia nei confronti dei maschietti. Ho trovato comunque realistica la confusione di lei e se è arrivata ad irritare è perché 'la scrittura ' in qualche modo ha fatto centro. La persona peggiore del mondo è una persona egoista, immatura, irrisolta, certamente umana ma una mina vagante se così si può definire. Il regista però ha eseguito il compito fuori dai soliti schemi e di questo gli va dato atto.

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    1. Ma non credo neppure sia il fatto che la sceneggiatura abbia fatto centro, sai? Forse è che da quelle parti stanno tutti oggettivamente meglio, ma... un* confus* della "vita vera" non può permettersi certa confusione con troppa leggerezza, oppure la paga molto cara, mooooolto più di come succeda a lei. E sarà vero che si può essere infelici in qualunque contesto, ma a livello meramente drammatico non rende - almeno a me.
      Il che è un peccato, perché la scena del trip è notevole e da sola basta per creare un film a sé.

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  3. Non sono d'accordo, la vita ti permette questa confusione a cui si deve fare fronte prima o poi e spesso scendendo a patti con sé stessi e/o non per reale sentire. Certo questo non riguarda tutti, forse...Dalla posizione di lei come dici è stato più semplice e credo che il regista lo abbia messo in conto. Pensi non l'abbia pagata cara?!? Non ne sarei così sicura, nel film il suo personaggio è ancora giovane, certi errori li paghi più avanti, la vita presenta sempre il conto.
    Sono certa comunque sebbene la maggior parte delle recensioni lette erano positive, questo film dia spazio veramente a varie sfaccettature, poi certo ognuno nel suo piccolo fa i conti con la propria realtà.
    Diciamo che in questo film nonostante abbia inizialmente capito lei e i suoi dubbi/drammi, nella seconda relazione mi sono dissociata. Bisognerebbe capire il perché del titolo, e se ci fosse la probabilità di un qualcosa di autobiografico.

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    1. Ovviamente ognuno elabora il film in base al proprio vissuto, chiaramente 🙂 sul pagarla, il finale lascia intendere qualcosa, ma anche lì il suo "successo lavorativo" avviene senza stacchi, altra cosa che mi ha lasciato abbastanza perplesso.

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  4. Bruttissima persona la protagonista, eppure non sono riuscita a volerle male. L'anti rom-com di Trier mi era piaciuta parecchio, adesso ti consiglio di guardare, se lo trovi, Sick of Myself, praticamente la versione horror ed estremizzata di questa incontentabilità perenne.

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    1. Mah, nemmeno peggio di molte altre in realtà 😅 segno l'altro, grazie 😬

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  5. Brava soprattutto lei, e il film non so ancora perché mi era abbastanza piaciuto, forse per alcune scene che anche tu descrivi.

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