IL GIURAMENTO DI PAMFIR, di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk

Ucraina, zona dei Carpazi al confine con la Romania. Leonid (detto "Pamfir", nome che fu di suo nonno) è di ritorno da un periodo di lavoro all'estero. Dopo un guaio scatenato dal figlio, sarà costretto a darsi al contrabbando per ripagare dei danni, finendo per sguazzare in quella vita criminale dalla quale ha sempre cercato di tenersi alla larga...

Criminalità, personaggi dalla moralità ambigua, vite al limite e poco considerate, sporcizia, violenza, ambienti degradati dove il freddo è metafora dell'animo di chi lo abita, fanatismo religioso, tradizioni folkloristiche e disperazione assortita...

Sembra southern gothic, invece è norther balcan. E che la cinematografia ucraina non sia balzata agli onori di cronaca visti gli ultimi avvenimenti, un poco mi fa strano...

Ad esempio, qualcuno ha mai sentito parlare di questo Pamfir? Io lo scoprii poco tempo fa perché avevo visto la locandina su internet, che in un periodo di magrissima grafica risalta subito all'occhio - e direi, per una volta che non abbiamo collage di faccioni. Indagando però scopro che è un esordio e che ai vari festival si sono tutti spellati le mani dagli applausi. Pertanto, perché non avrei dovuto vederlo? Anche perché racchiudeva quei topoi narrativi che adoro a proposito di redenzione, male che serpeggia tra la gente comune, meglio se umilissima, e tutte quelle questioni che parlano dell'umana virtù e di come venga costantemente macchiata dal mondo.

Il regista Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk (salute!) è al proprio esordio, ma tra le mani ha una картопля bollente non da poco perché questi sono i temi che hanno trascinato la letteratura mondiale... pertanto, da una parte, il risultato sarà un successo anche solo per la lucida ambizione del nostro.

Tra l'altro, e questo è forse uno degli aspetti più curiosi del film e che conferisci a dargli un fascino balcanico tutto suo, Sukholytkyy-Sobchuk fonde al racconto universale di (tentato) riscatto anche gli aspetti più tradizionalistici del proprio folklore, giacché è tutto ambientato durante un particolare carnevale e proprio con la vestizione di una maschera il film inizia.

Un uomo vestito da mostro, quando la storia raccontata vuole suggerire il contrario.

La vita di Leonid/Pamfir è costellata di violenza e ad essa ha fatto di tutti per sottrarsi, anche se lo insegue costantemente. Richiamo naturale? Semplice sfortuna? Denuncia sociale di una parte di paese che non può ambire ad altro? In realtà, un misto di tutt'e tre, per un racconto dostoevskijano dove proprio l'uomo e il suo lascito al mondo, in tutti i sensi, è in primo piano - e con tanto di baffoni che fanno romanzaccio pulp.

Lo suggerisce apertamente la locandina, senza fare spoiler: un uomo che si porta tutto sulla schiena per sopperire ai guai del figlio e dargli un futuro migliore. Figlio che in realtà, nella sua immaturità che rasenta la demenza, voleva solo stare più tempo con quel padre che non vede mai.

Già così, scusate, ma mi si conquista...

Per il resto, è tutto un via vai gestito con un grande ritmo da uno che fino all'altro ieri nessuno sapeva chi fosse e, senza lasciarsi condizionare da queste estetiche da hipster wannabe, riesce a mostrare un racconto curato e visivamente imponente, riuscendo a sfruttare le caratteristiche della propria terra e a valorizzarle con un degno connubio della fotografia di Nikodem Chabior. Nebbia e fango diventano una seconda veste di ogni scena, sporcando dei set come la vita ha sporcato la vita di chiunque - giuro, il più pulito qui dentro avrà la rogna. 

Poi sì, non è tutto золото quello che блискітки. Il buon Dmytro riesce a creare delle bellissime immagini e una storia coerente con un proprio naturale sviluppo, un finale baluginato da una flebile speranza dopo la massima cupidigia, ma diversi stalli di ritmo nella parte centrale insieme a scene che forse meritavano un approfondimento maggiore ci sono, insieme alla direzione degli attori che in mezzo a tanti piani sequenza stona un attimo.

Ma si tratta di piccolezze, peraltro giustificabili visto che siamo dinanzi a un esordio, che non fanno deragliare il film. Che rimane, pur con le sue limitate imperfezioni, un prodotto degno, personale e assolutamente da vedere. E mi fa strano che se ne sia parlato così poco, sia per le vicende di cronaca internazionale che per gli effettivi meriti artistici, relegato ormai al noleggio da Prime Video e lontano dalle chiacchiere più blasonate.

Ma trovatemi poi voi qualcosa che parla di colpe dei padri/nonni/figli, della terra d'origine e delle proprie usanze, e che sappia farlo meglio di così...

Forse non mi è piaciuto quanto avrei voluto, tocca ammetterlo, ma quello è solo e unicamente un problema mio. La verità è che questo esordio mi fa ben sperare che questo tizio, a dispetto del suo nome impronunciabile, diventi qualcuno di cui parleremo in futuro.

E che riparta pure la tradizione delle locandine belle, eh...






Commenti

  1. Lo davano al TFF anno 2022, ricordo bene il titolo ma non lo vidi.
    Quest'anno ha vinto un film ucraino, se lo trovi e me lo spieghi ti dico grazie....😀 film di cui non ho capito nulla: "La palisiada".

    Invece domani sera su Rai4 prima serata, occhio: 'As bestas', film da vedere, 👍

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    1. "As bestas" lo voglio assolutamente vedere! Peccato non essere riuscito a vedere altre di quel regista, spero di riuscire a fare una rubrica adeguata...

      Tu intanto recupera questo e io proverò a delucidare dell'altro ucraino 🙃

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  2. Non avendo piattaforme sarà difficile, posso contare su un'eventuale uscita al cineforum ma ci credo poco arrivi da me; il dvd lo cerco ma la vedo difficile per una questione di lingua.
    Quando dici che ti dispiace non avere visto altro di questo regista a chi ti riferisci? Non credo a questo del tuo post dal nome complicato di cui in rete non mi pare di vedere cose di facile reperibilità? 🤔

    Se invece parli di Sorogoyen è un altro discorso, film che si possono reperire più facilmente. Ho visto 'Madre ', film particolare che lui ha tratto da un suo corto, 'Il regno' film a sfondo politico che nasconde una situazione realmente accaduta e poi 'As bestas', passato al cineforum per una sera soltanto. Un regista che apprezzo molto, non potevo perderlo e non ti spoilero niente.
    Inoltre so che ha anche diretto una serie.
    Per questo film ho avvisato tramite il passaparola un mare di persone perché certi film vanno visti, ciao!

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    1. Sì mi riferivo proprio a Sorogoyen! Ne ho sentito sempre parlare benissimo ma, un po' per pigrizia e per molta mancanza di tempo, non sono mai riuscito a rimediare. "As bestas" poi già dalla locandina mi aveva conquistato.

      "Pamfir" è difficile da reperire, purtroppo. Sta su Prima a noleggio, ma dubito in un'uscita home video, essendo così di nicchia (e contando che come settore sta letteralmente scomparendo...)

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