FURIOSA: A MAD MAX SAGA, di George Miller

La storia di come Furiosa divenne la pretoriana di Immortan Joe, dal ratto di quando fu bambina fino alla tribolata vita adulta che le conferì l'ormai iconica menomazione...

Difficilmente fare un prequel è una buona idea.

Lucas, stai buono...

Oltre alla vaga sensazione di raschiamento del barile professionistico (ce ne frega davvero di sapere i crismi per cui un personaggio è tale?) sovviene una problematica non indifferente: quanto spingersi oltre? Pensateci, dovendo giocare per forza al rialzo con ogni seguito, far sì che una sfida già avvenuta sia superiore a quella già prodotta, svilisce implicitamente quanto visto nel titolo capostipite, creando un gap interno di spettacolarità dovuta allo spettatore.

George "guidavo le ambulanze" Miller non è uno sprovveduto e se vuole ritornare dietro la mdp anziché passare la vecchiaia alla bocciofila un motivo c'é: perché ha qualcosa da raccontare. E lui sa come farlo, quindi per una volta sono andato al cinema tranquillo, anche se questo Stizzita presentava un po' di criticità.

Non per nulla viene nove anni dopo quel capolavoro assoluto (e non voglio obiezioni in merito) di Fury Road, e alzare l'asticella in termini di spettacolarità non è per nulla semplice, dato che lì l'australiano segnò un nuovo massimo cinematografico. All'età di quasi ottant'anni replica col botto, ma rispetta tutte le problematiche segnate nel primo paragrafo e aggirandole con la maestria che solo ai grandi narratori riesce.

Se Fury guidatore del west era un cinema di movimento portato a una magnifica esasperazione, Scocciata è una ricostruzione del mito epico.

Due cose così nettamente diverse che, pur ambientandole nello stesso universo e presentando stilizzazioni similari dovute, non parte in automatico il confronto.

Anche perché l'azione si equivale, restando una meraviglia a sé. Non c'è un "facciamolo come prima", tutto è parte integrante del racconto e segna dei doverosi stacchi narrativi che fanno immergere nell'evoluzione della protagonista. Quindi qui l'azione è illustrativa, mentre prima era giocoforza il motore trainante (lol) della storia. Differenze sottili che però rendono le due pellicole dei segmenti distinti.

E Scoglionata funziona alla grandissima proprio per questo incedere solenne, mortifero nonostante le esplosioni continue, concedendo schermo pieno a una violenza atipica per un blockbuster moderno e che descrive un mondo oramai alla sbando dove ogni parvenza di civiltà è andata perduta.

Nella sua ode alla tamarreide, Miller ci parla della guerra, di come faccia parte della storia dell'uomo fin dalle origini e come sia intrinsecamente presente nel suo DNA, tracciando dei profili tagliati col machete ma perfettamente funzionali a questa visione nel mostrarci un mondo alla rovina perché la civiltà ha collassato.

Dementus è un uomo che in quello scenario ha perso tutto, ma non ci sono momenti gnigni, solo stralci di battute pesanti come bombe terracqua che offrono il ritratto di un uomo che ha abbracciato l'anarchia in cui si è ritrovato, diventandone vessillo, ma a sua volta individuo incapace dio tenerla a bada, tanto che pure le sue fila non saranno un esercito affidabile così come non è affidabile lui nella sua "intelligenza di necessità".

Non c'è mai una demarcazione totale tra buoni e cattivi (o almeno, persone buone fino in fondo), ed è un ulteriore pregio di un film potentissimo.

Poi, per carità... belle, bellissime le implicazioni morali e sociali della Storia e di come essa si riversa sull'uomo, ma un film come Accigliata lo si va a vedere per una cosa e una soltanto: l'azione. 

George Miller è un maestra di un cinema action che solo dei pazzi invasati come gli australiani possono offrirci. E lui ce lo regala. Il bello è che per lui sembra semplice come saltare lo è per un canguro e non ci si crede.

Infatti a dominare tutto il film è quanto di meglio le immagini possano raccontare, dimostrando che a quasi otto decadi di esperienza il nostro George  spacca ancora il culo ai passeri in barba a buonismi, regole di mercato e mode. Non si risparmia nulla. Efferatezza su efferatezza a qualunque sesso e orientamento, inseguimenti a ruota libera ripresi da ogni possibile angolazione, ma soprattutto, una gestione dei tempi, degli spazi e della struttura del racconto che quella costruzione epica di cui sopra te la decora al meglio.

Un mese fa ho visto i Judas Priest e i Saxon in concerto, e ho notato come quei decrepiti dèi del metallo abbiano ancora una grinta che io e i miei coetanei decisamente ci sogniamo. Questo 2024 sta confermando come la vecchia guardia di qualunque settore (e abbiamo Coppola che sta ritornando, forse, quindi in alto le antenne) sia davvero durissima a morire e abbia voglia di dimostrare di essere ancora piena di vita e lontana dalla rottamazione.

Così vitale da sbaragliare la giovanile concorrenza e da farci dimenticare sul momento che a questo giro abbiamo un eccesso di CGI che però non mina la scena di un grammo, forse l'unica concessione che permettiamo col precedente. Anche questa è maestria.

È il cinema nella sua forma più fulgida, quella del chauacheriano raccontare per il piacere di raccontare coi propri mezzi a disposizione, arrivando a tutti senza essere didascalico o doverti spiegare ogni cosa.

Quindi fiondatevi a vedere questa meraviglia, è cinema al proprio meglio e fa quello che le avventure di questo tipo devono fare: portarti nelle Terre Desolate senza fare prigionieri.

Per quanto mi riguarda, l'ho visto in sala ieri e vorrei rivederlo tipo ORA.






Commenti

  1. Un'apocalisse di. film e lei, l'ottavo arcangelo. Tutto quello che manca in Dune, ben fatto ricordi, qui lo trovi ovunque e io, vista la mia età, mi considero almeno in questo, fortunato di avere vissuto la saga il mito di George Miller. Ho appena rifatto la lista del mio vetusto e indistruttibile lettore mp3, sono un vecchio tecnologico, Rob e compagni sempre presenti. Per sempre.

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    1. Esatto! Proprio quello! Per me questo 2024 è dominato dalla furia di Inviperita, altro che topi muschiati!
      E sull'mp3, per quanto io sia passato al lato oscuro della tecnologia, ti capisco perfettamente. Fin troppo. Quanti ricordi in quelle cartelle audio...

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  2. Miller era chiamato come minimo al film dell'anno, si è superato a destra sgommando, onore al V8 e a Miller, il George giusto quando si tratta di preque le non solo ;-) Cheers

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    1. Un ottantenne che spegne tutte le candeline con un solo soffio e ha ancora fiato. Mille(r) di questi film! 🍻

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  3. Visione doverosa al cinema, una vera goduria. Lei semplicemente divina, non era facile sostituire la Theron senza farla rimpiangere!

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  4. Tre a volte al cinema (sono andato), per un film che valeva almeno il doppio del prezzo. La fine di Dementus mi ha rimandato alle mie recenti letture sui miti dell'Antica Grecia, senza parole.

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    1. Ho pensato anch'io ai miti greci. Ma tutto il film è mitico 🤩

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