ALIEN: ROMULUS, di Fede Alvarez
Scoperto su YouTube da Sam Raimi, che gli commissiona al volo il (da me molto apprezzato) remake di Evil dead, prosegue col gagliardo Man in the dark per poi continuare con un seguito di Lisbeth Salander che non capisco dove piazzare nell'economia narrativa di tutti gli adattamenti, arrivando infine a questo Alien: Romulus.
Quindi, a quarantasei anni suonati e quattro film realizzati, ha capito cosa vuol fare da grande oppure si appella alla fede(alvarez)?
Ma soprattutto, al di là della sua mezz'età ormai prossima, sentivamo bisogno di un altro film di Alien?
Posto che nel grande disegno delle cose, in cui siamo granelli di sabbia nel deserto, nulla è indispensabile e si può fare a meno di tutto, e che se ci poniamo questioni simili potremmo abiurare di ogni forma che non riconduca all'essenziale, direi che sì, non se ne sentiva la necessità di un settimo capitolo dello xenomorfo. Ancor di più perché la produzione dopo il bizzarro Covenant ha silurato Scott che, per non pensare alle delusioni, si è dato a Napoleon, e quindi capiamo l'entità dei danni.
A questo poi aggiungiamo che, di fatto, è una specie di remake del primo film, non tanto per i personaggi, quanto per la struttura. Gli esperti dicono midquel, che almeno non ricorda la colonscopia come il retcon, ma alla fine parla sempre di tizi imbrigliati in un'astronave con delle robe molto brutte che sulla pista indiavolati lì per lì li ha strapazzati.
Insomma, messe avanti le mani e pure le teste orali... dico che a me ha gasato un botto!
Sì, film inutile per tutte le questioni che abbiamo detto, aggiunte al fatto di essere seguito indiretto (si pone tra Alien di Scott e Aliens di Cameron) di un film cult e che non aggiunge nulla né alla sua mitologia e nemmeno a discorsi inerenti qualunque alt(r)a questione. Però, come diciamo fin troppe volte, non conta quasi mai cosa racconti ma come, e Fede Alvarez l'ho sempre ritenuto un regista superiore ai film realizzati fino ad ora - e sempre a tema di illustri scouterati, non si è rivelato una sòla come Muschietti.
Anche qui dimostra di avere un occhio non da poco, una gestione degli spazi da manuale e, soprattutto, la capacità di mantenere una tensione costante fino alla fine. Il che è ulteriormente complicato, oltre dalla pesante eredità, dal fatto che per tre quarti il film si svolge al chiuso.
Se nello spazio nessuno può sentirti urlare, è anche vero che quando poni dei limiti spaziali (è il caso di dirlo) la questione si fa ulteriormente complicata per una serie di questioni come ritmo, capacità di ovviare agli spazi e, soprattutto, all'atmosfera, che per questioni interne come le luci, geografia e struttura architettonica rimane invariata dall'inizio alla fine. Tutto questo per farvi capire lo xenomorfo nella stanza che Alvarez non ha potuto ignorare e perché il suo sforzo, alla fine, può dirsi riuscito, proprio perché la pellicola fila via con un ritmo incredibile, riesce a trasmettere l'intera gamma di sensazioni che dovrebbe pur essendo castrata sul nascere da tutte le questioni che sono un marchio di fabbrica della saga, la quale è stata "allargata" apposta dagli altri autori succedutisi nei capitoli.
Anche perché dopo dei prequel che hanno messo più dubbi che altro, per quanto valorizzati da un Maestro, forse si sente anche la necessità di abbassare il tiro.
Inizialmente pensato per lo streaming, Romulus è sicuramente un capitolo minore che svolge in piena efficacia il suo lavoro. Certo, la scrittura non è proprio delle più brillanti, ma non la definirei pessima come dicono altri. È funzionale, e non nel senso spregiativo del termine. La saga di Alien non ha mai poggiato su script particolarmente complessi, e pure l'originale artefice quando ha privato a spingersi oltre per colpa di Lindelof ha dovuto sfoggiare tutto il proprio talento visivo per mantenere a galla lo spettacolo, perché le domande chieste allo spettatore non sempre andavano in una direzione chiarissima.
Se proprio vogliamo muovere una critica, diciamo che, al netto di alcune scelte nel secondo atto (una in particolare, ma poggia su uno scambio di battute attuo a definire il rapporto tra i personaggi), potevano spingersi ancora oltre con l'efferatezza, soprattutto per quella che è la conclusione.
Davvero, sul finale c'è una trovata che ho trovato parecchio disturbante...
Non lo è stato il fanservice, invece. Il che, in un periodo di revival continuo, a cui può appartenere pure questo film, stupisce come abbiano saputo gestire un incarico sicuramente voluto dai produttori che però non si mangia l'intera operazione. C'è, in un caso pure pessimamente ricreato in digitale, ma rimane sullo sfondo. Se riesci a coglierlo, ottimo, altrimenti il film fila liscio come sempre, lasciando giocare il regista come vuole.
Così abbiamo lo sporco, il fango, i corpi corrosi e tutto quello che rende bello l'orrore. Io mi ci sono divertito, forse perché immaginavo quanto chiedeva e mi sono lasciato trasportare nel giro di samba, divertendomi da un film che non cambia di nulla la mia economia filmica (come non muterà quella di nessun altro) ma mi ha divertito con l'onestà e l'intelligenza che ultimamente mancano troppo spesso.
A questo giro, Fede Alvarez può uscirne a testa alta, perché l'eredità era bella pesante ma lui ha saputo aggirare l'ostacolo come solo a un animo candido può riuscire. Per me, le due ore sono passate in un baleno, spero sia lo stesso per molti.
Ma che ha questo Fede Alvarez che vi fa perdere a tutti la testa? Film girato benissimo e disastroso negli intenti che si pone e per come li porta avanti, posso capire perché tu lo abbia gradito, l'ultimo pastrocchiatissimo atto è di una tamarria non proprio degna dei Manowar, ma siamo da quelle parti a livello di caciara, in generale, questa dannata malinconia ha ormai da tempo bello che rotto le balle. Cheers!
RispondiEliminaBoh, non so che dirti... mi ha divertito (forse troppo) come non succedeva da un po'. Poi da una saga come Alien cosa ci aspettiamo? È dichiaratamente un film minore del franchise, non spetta a lui cambiare gli xenomorphi in tavola.
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