MORITURIS, di Raffaele Picchio

Tre ragazzi abbordano due giovincelle per andare a un rave, ma i piani del losco trio in realtà sono macabramente diversi. Le loro nefandezze vengono però effettuate su un terreno che fu cimitero per un pugno di gladiatori ribelli, gli spiriti dei quali sono ancora...

Il bello è che questo film, nell'ormai lontano 2011, doveva uscire in un pugno di sale, ma la commissione di revisione cinematografica negò il rilascio del nulla osta per motivi di offesa al buon costume, violenza depravata e perversione sulle donne motivata dal gusto della sopraffazione. Inoltre, anche per l'uso di un topolino come tortura sessuale in una scena. 

Tutto vero, ma il film ha anche dei difetti.

Parlare di un film come Morituris mette un poco in un angolo. Perché se è vero che oramai siamo un po' nella cosiddetta rinascita del cinema nostrano, all'epoca le cose non erano cos' scontare. A Jeeg Robot mancava ancora qualche annetto, eppure un sottobosco indie esisteva eccome. Raffaele Picchio nasce proprio lì.

Dopo varie esperienze sui set altrui o su commissione per brand, decise di auto-finanziarsi il proprio film e di giocarsi il tutto per tutto con un'opera violenta, perversa e che non guardava in faccia nessuno. Da un certo punto di vista, ci si può approcciare alla pellicola guardando come lo sfogo delle fantasie di un gruppo di amichetti strafatti il sabato sera.

Dall'altra però, proprio perché si parla di violenza e di persone che la subiscono, entrano in ballo una serie di questioni che lasciano abbastanza perplessi, certi però che quelle non erano di certo le intenzioni dell'autore.

Parliamo prima del gore.

E per quanto mi piacerebbe, non è un elogio del genio sprecato di Verbinski.

Se guardiamo un film come Morituris è per le mazzate e gli squartamenti. Ecco, quelli ce stanno e sono pure tanti, in gran quantità. Tra l'altro uno dei collaboratori è il leggendario Sergio Stivaletti, quindi tutta la mattanza ha pure un sapore artigianale di fulciana memoria che non guasta mai. Ma il vero colpo d'occhio è l'aver usato qualcosa di appartenente alla nostra storia e al nostro folklore per creare il cattivo.

Davvero, chapeu. Anzi, bene factum!

Realizzazione ottimale e spudorata per un film che, alla fine, non è né più né meno violento di tanti altri appartenenti al filone estremo. Nulla mi toglierà dalla testa che quella querimonia abbia fatto parte del battage pubblicitario.

Anche perché solo di quello si è parlato e, onestamente, la cosa muore lì.

Morituris non ha alt(r)e finalità se non spiattellarti in faccia l'orrore e già dal non prendersi nemmeno troppo sul serio ci sono solo elogi, ma non si può negare che, specie con la sensibilità attuale sull'argomento, la visione di un film simile risulti ostica anche per quegli intenti di cui sopra.

La scrittura dei personaggi femminili è un tema piuttosto caldo e, passando dal fridging al resto, qui ha delle grosse problematicità. Perché se il background di un personaggio è quello di essere violentata o meno, a livello narrativo tutto rischia di decadere anche nella tua stessa sopravvivenza, specie se diventa secondaria rispetto a quello che avverrà dopo. 

E' qualcosa che alcuni potranno mettere in secondo piano, ma a cui non ho potuto fare a meno di porre l'attenzione durante la visione.

Anzi, il film nega una qualunque sopravvivenza, sia ai buoni che ai cattivi. E messa così, crea diverse - innegabili - perplessità. Nulla che faccia meritare una querela, ma mi sono chiesto il perché di diverse scelte.

Il film, comunque, a suo modo mi ha divertito. E' la classica prova prima dei tempi che con i giusti finanziamenti e spazi anche noi italiani possiamo ripercorrere le orme dei nostri ispiratori d'oltreoceano.






Commenti

  1. Ma il maniaco (spoiler ), quello del topolino sopravvive se non sbaglio.
    E se non ricordo male e lui quello che va a vedersi i ragazzi crocefissi nella scena finale del film.
    Ma son passati veramente tanti anni e il film non l'ho più rivisto anche se adesso mi incuriosirebbe farlo avendo il DVD originale senza tagli nella mia personale videoteca ahahah!!!
    Ci rido perché all'epoca ne parlai con Armellini del Buio in Sala e lui mi diceva di avere visto una versione censurata del film boh?
    Comunque quello che mi é rimasto veramente impresso di quel film è la veridicità dello stupro.
    Il buio , la definizione non nitidissima delle immagini (quell'effetto pellicola rovinata ) le due ragazze che inevitabilmente ti fanno tornare in mente la strage del Circeo.
    Quello l'ho trovato molto disturbante più di tutto il resto.
    Ciao

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    Risposte
    1. Sì, lo stupro è reso con una crudezza disarmante. Per il resto, ho visto la versione integrale, e il maniaco si salva per semplice topografia... comunque, con una sceneggiatura degna alle spalle e un budget adeguato, chissà cosa potrebbe fare Picchio!

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