ULTIMA NOTTE A SOHO, di Edgar Wright
Ergo, cospargendoci il capo do cenere per quello che poteva essere stato Ant-man, ogni volta che quell'inglese fa qualcosa, io mi appresto ad avere un po' di crema di crema alla Edgar (Wright).
Diciamo anche però che una Trilogia simile (la T è maiuscola apposta, sia chiaro) porta dietro di sé un certo peso, perché l'eccellenza che Wright ha saputo dimostrare è qualcosa di incredibile. Non solo ti pisci addosso dalle risate a guardarla, ma hai davanti agli occhi una lezione di cinema per come riusciva a sviscerare il concetto stesso di genere, senza mai farti smettere di ridere, e riuscendo addirittura a parlare di crescita, infanzie mai del tutto finite, uscite dalla comfort zone e abbandono dei vecchi stilemi con cui siamo cresciuti. Tutto questo, senza prendersi mai sul serio e rimanendo sempre cazzaro fino al midollo, come solo i migliori possono permettersi.
Dopo?
Beh, nel mezzo c'è stato quello Scott Pilgrim che ho trovato un clamoroso passo falso (seriamente, riso per sbaglio a una battuta ma perché pensavo ad altro), poi Baby driver che era un film di una tenerezza disarmante ma da cui mi aspettavo leggermente di più - ma qui è un discorso di aspettative, avevo davanti una bellissima storia, senza nessun sottotesto annesso come nelle opere precedenti.
A questo giro sembrava che, già dal trailer, Edgar volesse puntare i riflettori e gridare "Ehi, folks! All the eyes on me. I'm back, bitches!"
E Last night in Soho dà enormi soddisfazioni nella prima parte. Grandissime soddisfazioni. Ti coglie un po' in contropiede, con quell'inizio calmo e quasi classico - a tratti forse fin troppo didascalico, se proprio vogliamo trovare un difetto a tutti i costi - per poi portarti in un mondo e in un modo di fare cinema incredibile. Abbiamo tutto quello che serve, la fotografia da kolossal, i movimenti di macchina che fanno bagnare ogni cinefilo e i piani dimensionali gestiti con una raffinatezza e una fluidità che farebbero l'invidia di chiunque. C'è pure l'omaggio al divismo dei tempi che furono, una chicca per un epoca da revival come questa, che male non fa quando è usata così bene, ovvero quando l'intero film non è succube di queste trovate nostalgiche.
Insomma, sembra che Wright voglia dimostrare quanto ce l'ha grosso, indossando pure i pantaloni aderenti per far vedere il gonfiore del pacco. E su questo aspetto non delude perché il film è una trovata registica dietro l'altra, senza dimenticare una chiarezza e un'accessibilità per tutti, ma sciorinando idee a non finire e a profusione, riuscendo a usare il meglio di ambo i generi che vuole sfruttare per la maggiore.
Ma, sempre a proposito di Trilogie, un professore suo conterraneo ci ricordava che "non tutto è oro quel che brilla". E infatti le magagne del genio-tipo arrivano nella seconda parte, quando l'indagine su più fronti temporali ha luogo...
Parla di tante cose, questo film. C'è l'abusatissimo tema del doppio, ma anche il lasciare il proprio passato (qui in duplice veste, forse la parte meno riuscita) e lo scoprire la vera natura di sé, le proprie potenzialità. Temi enormi che vengono fagocitati da una veste magnifica ma che a tratti sembra mangiarsi tutto il film, che poteva essere L'inquilino del terzo piano e si limita a essere Le verità nascoste.
Wright sa quello che vuole raccontare e come farlo, ma il districarsi della trama mostra dei limiti di scrittura che offrono solo uno spettacolo risolutivo in veste piuttosto sempliciona, e una storia con tutte quelle potenzialità finisce per essere sfruttata solo in larga parte, riducendo la fine a una vendetta-zombie-spiritica che allaccia tutti i pettini, forse in maniera vagamente prevedibile, lasciando soddisfatti come un piatto che sazia ma al quale personalmente avreste aggiunto un po' più di condimento.
Chiariamoci, Wright nel suo campo non è assolutamente secondo a nessuno, ma paga lo scotto di tre film in cui aveva esplorato oltre ogni confine il genere e nello stare in uno solo sembra avere delle palesi difficoltà. Ma un film non del tutto riuscito fatto da lui, rimane comunque grande cinema, quello che la sala riesce a offrire con le proprie massime potenzialità e che del media sfritta ogni possibile stratagemma. Forse il cervello reclamerà qualcosa di più, ma cuore e pancia sono serviti a dovere.
Ti dà l'amarezza di qualcosa che poteva essere grandioso, ma anche la dolcezza di tutto il bello che il cinema può regalare a chiunque. Classico, con tutto il meglio e il negativo che questo termine può restituire, ma ampliato a dismisura nei lati positivi.
Io l'ho amato dall'inizio alla fine. Questo weekend ho avuto modo di riascoltare la colonna sonora e mi è salita una voglia pazzesca di riguardarlo.
RispondiEliminaLo ammetto, la colonna sonora sono andato a riascoltarla 🤣😅 tutto molto bello, indubbiamente... però la sensazione che poteva alzare l'asticella è rimasta. Poi oh, tutto svolto con la solita classe.
EliminaOperazione ruffianissima e stilosa, che sopperisce a evidenti lacune (voragini?) in fase di scrittura. Ma il risultato finale è decisamente adorabile :)
RispondiEliminaQuello sì, non lo può negare nessuno.
EliminaMi rendo conto di essere una persona prevedibile 😅 sul resto, concordo.
RispondiEliminaa me è piaciuto molto :)
RispondiEliminala prima parte nettamente superiore alla seconda ma cmq bellino
Lo è, infatti, pur coi suoi difetti. Ma avercene, di film "difettosi" così 🙃
EliminaAncora non l'ho visto ma mi solletica molto.
RispondiEliminaVale sicuramente tutti i minuti che dura, al di là di tutto.
EliminaVero, praticamente identici!
RispondiEliminaHai anche scritto quella cosa del divismo, secondo me molto importante e che trascende il film e lo porta tra tutte quelle ragazze che sognano di essere Anya ;)
Poi vabbè, sono l'unico a non stravedere per lei ma ok 😅
EliminaL'anonimo ero io ma non so perché il commento risulti anonimo :)
RispondiEliminaUn mistero più articolato di quello del film 🤭
EliminaUna bellissima confezione, ma poco altro.
RispondiEliminaMi ha divertito, ma senza disturbarmi. Impossibile non pensare a Repulsion, e non paragonarglielo.
Ecco... Siamo stranamente concordi 😶
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