BRIMSTONE, di Martin Koolhoven

Liz è una levatrice muta, che si è rifatta una vita nella piccola comunità in cui presta servizio, sposando un uomo e avendo da lui una figlia. La sua vita cambia con l'arrivo di un nuovo reverendo, che sembra avere più di un conto in sospeso con lei...

Anni passati a dire in giro di essere fuori di testa, di avere le idee più malate, a vantarmi di ideazioni al limite e mettendoci in mezzo storie di dubbio gusto e veridicità, che hanno sempre fatto la giusta presa spesso più dell'annuncio stesso...

... poi, iniziando con questo blog la rubrica del #cinemadeglieccessi, scopro di essere un vero e proprio principiante del disagio.

Brimstone è un film western solo in apparenza, dato che nelle sue vene scorre un sangue sporco e malato che quasi lo avvicina all'horror, ma sono due le cose che più mi rendono perplesso circa la sua natura: che il regista abbia ricevuto dei finanziamenti per una roba simile e che la Rai lo abbia passato sul proprio palinsesto più volte senza particolari problemi.

Seriamente, Rai Movie è stato il suo Saloon preferito per un bel po'. 

Siamo chiari, non parliamo di una violenza ai limiti - a livello puramente grafico si fa battere tranquillamente da Bone Tomahawk - e le scene più cruente avvengono prevalentemente fuori schermo. Ma è innegabile che il regista olandese Martin Koolhoven sia stato in grado di piazzare il marcio e il disagio in ogni singolo fotogramma, tanto che ogni passaggio, tutte le svolte di trama, si basano su un fatto gravissimo o su un'angoscia che non lascia scampo, tanto si riesce a provare empatia con la protagonista - anche perché, la Fortuna sarà pure cieca, ma questa c'ha sfigata scritto sulla fronte in braille.

Qui però sono piovute diverse critiche circa questa scelta narrativa, perché da molti il film è stato ritenuto gratuito. Ecco, qui, pur ammettendo che a tratti risulti davvero #toomuch per un pubblico generalista, devo dissentire, ma si tratta prevalentemente di una questione semantica.

Non è un film gratuito, proprio perché la violenza di cui si cosparge è funzionale allo sviluppo della trama. Una violenza gratuita - che non sempre è un male in un film, specifico - è quella la cui assenza non avrebbe influito minimamente sullo sviluppo della pellicola. Qui a parte un duello alla Sergio Leone in una scena, che è comunque roba vista in mille altri film dello stesso genere e descrive perfettamente il machismo dell'ambiente, togliere un'efferatezza impedirebbe alla trama di proseguire e, soprattutto, senso la film.

Koolhoven dimostra un sadismo da vendere e un senso del ritmo assassino, dato che riesce a far pesare tutto quello che merita di essere sottolineato e, in virtù di tutto questo, a mantenere l'attenzione continuamente alta, anche solo per non farsi cogliere impreparati quando il peggio avverrà.


Il "bello" è che si supera continuamente.

Il nostro descrive un mondo spietato e senza redenzione, mettendo in primo piano tutte le vicissitudini che una donna ha dovuto subire e affrontare nella storia, forzando la mano con un villain che è Ned Flanders sotto steroidi, ma capace di imprimersi nella memoria come uno degli antagonisti più odiosi di sempre. Impassibile, instancabile, un terminator in abiti clericali che protrae la sua perversa vendetta in una maniera che a tratti diventa quasi parodistica, viste le crudeltà che riesce a infliggere senza sforzo - avviso, sono presenti pure sevizie su bambini.

Forse è sbagliato metterlo tra gli #eccessi, ma va comunque sottolineato come a livello di grande pubblico (perché vista la pletora di cast, non è pensato a visioni ristrette o indipendenti) possa turbare gli animi più sensibili.

Perché a crudeltà, è secondo a pochi.

E questo, al di là dei gusti personali sulla questione e il suo utilizzo, può essere forse il difetto principale del film, la proverbiale cornice che si mangia il quadro. 

Difatti è innegabile che quando si fa riferimento a questa pellicola è sempre per la violenza che viene eventualmente celebrato (ha pure molti detrattori dalla sua), togliendo importanza al tema del femminismo e del patriarcato espresso in mezzo ai fili della trama, vera forza motrice dell'intera pellicola, oltre che dell'ostracismo della fede sulla figura della donna - qui c'è un vero e proprio accanimento che mette sotto la giusta luce la natura di tutti i fanatismi.

Brimstone significa zolfo, e il riferimento all'Inferno è lampante. Che sia perpetrato da un prete invece è un tocco di classe.

Ma è soprattutto un film che, nelle ultime battute, racconta la dura lotta di una madre per poter difendere la figlia. Perché in quel finale, finalmente sgombro dal sangue e dalla lordura, ci sarà lo sguardo di lei, grato e devoto per lo sforzo profuso affinché avesse una vita degna di essere vissuta.

Tra la lordura, uno spiraglio di luce comunque c'è.

E tra tanti attori di primo piano (Guy Pierce semplicemente gigantesco come non mai) vediamo pure dei residuati di Game of thrones come Melisandre e Gionsnò.

Quest'ultimo poi rimpiazzò di tutta fretta Robert Pattinson, che dovette rifiutare il ruolo quando òa produzione sembrò avviarsi verso un blocco. Ancora oggi per il nuovo Batman questo film è il rimpianto professionale più grande... 






Commenti

  1. Un film che mi ha irritato profondamente, disgustato oltre misura e non ricordo in anni di visioni un film che ho reputato "da buttare in spazzatura". Mi spiace probabilmente non ne ho riconosciuto l'alto valore ma ho trovato il tutto estremamente eccessivo, avrei potuto bloccare il film, il finale non mi ha ripagata.
    È davvero così sai, credo che anche il film più leggero o brutto possa avere il suo perché, la sua motivazione più o meno nascosta, ma succede che un giorno inciampi in un film che ti fa scaturire disappunto, e questo è.
    Apprezzo sempre il fatto che riesci a trovare una buona motivazione, un senso anche a opere forti, davvero chapeau. Emotivamente questo film mi ha dato una gran sofferenza.

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    1. Capisco perfettamente. Non è un film che tutti possono sopportare e ci sta benissimo che si trovi la sua idea narrativa a dir poco eccessiva, pur non mostrando chissà cosa. Io però - che con l'eccesso e il macabro a tutti i costi vado a nozze - ne sono rimasto rapito.

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  2. Disagio tanto, però un ottimo film, mi stupisce il modo in cui lo passino agevolmente sul palinsesto Rai, che a volte stupisce ;-) Cheers

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    1. Fun fact: la prima a vederlo fu mia madre, proprio su Rai Movie, e venne a parlarmene sconvolta. Grazie mamma XD

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  3. Bah. Mi fece schifo quando lo vidi a Venezia (ancora mi chiedo come sia stato possibile selezionare per un festival una roba simile...) e continua a farmi schifo ora. Un campionario di efferatezze gratuite buone solo per sollecitare la morbosità dello spettatore (morboso) Non sono d'accordo con te, perdonami: per la violenza gratuita è SEMPRE sbagliata. Sempre. E in questo filmaccio non riesco a vederci altro...

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    1. E ripeto... non è gratuita, in questo caso. Togli una scena di violenza e la trama non prosegue.
      Ma dipende anche dalla sensibilità e propensione con cui si guarda - io sono piuttosto morboso, ammetto 🤣😇

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  4. Indubbiamente angosciante questo sì, ma che personalmente non ha convinto tantissimo come te, però ho apprezzato.

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    1. Ma con me si vince facile con questo tipo di film 🥳

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Ragazzi, mi raccomando, ricordiamoci le buone maniere. E se offendete, fatelo con educazione U.U

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