ANATOMIA DI UNA CADUTA, di Justine Triet

Il marito di Sandra, nota scrittrice, muore incidentalmente cadendo dal tetto mentre faceva dei lavori - a trovarlo è il figlio ipovedente. La donna diventa l'unica sospettata della morte e ne segue un processo che rivelerà il complicato rapporto tra i due...

Quando mi tocca parlare di film che hanno avuto una simile eco mi trovo sempre di fronte a un bivio: da una parte la voglia di spellarmi le mani dagli applausi insieme a tutti e dall'altra la paura che il gene del bastian contrario si metta in mezzo rovinando la festa - l'ennesima alla quale non sono stato invitato. 

Però certe volte miss coerenza sculetta davanti persino a me, e mi fa dire che certi film sono oggettivamente molto belli, anche se non li ho amati. Non amare visceralmente qualcosa, per quanto meritevole, è un diritto di ogni spettatore. 

Ammetto che dopo una radicalchiccata (termine che mi ha dimezzato i neuroni ma necessario) come Sibyl le mie aspettative erano davvero ridotto all'osso ma, cosa rarissima, ho voluto ugualmente prestare fede al generale entusiasmo verso questo film, che per assurdo agli Oscar si è reso protagonista di alcuni siparietti comici col cane Messi, co-star inaspettata della pellicola.

Lo dico subito: è davvero un grandissimo film. Vi basti pensare che qui a casa lo abbiamo guardato su MUBI la sera dopo il primo turno e siamo riusciti a reggere due ore e mezza fitte di dialoghi, e l'abbiocco è addirittura passato una volta arrivati a un punto focale. Ora, non so voi, ma io sono una mente semplice e se un film riesce a farmi passare il sonno senza esplosioni è qualcosa di miracoloso. Quindi sì, la Triet ha realizzato un film bellissimo, scritto in maniera sopraffina e intelligente. 

Eppure...

Mentirei se dicessi che questo film mi è rimasto incollato addosso quanto avrei voluto, eppure si tratta di una pellicola a dir poco grandiosa. Justine Triet insieme al marito Arthur Harari scrive una sceneggiatura calibrata al millesimo, disseminata di indizi e particolari, dove a farla da padrone non è tanto il colpo di scena, quanto la capacità di sviscerare una verità, o la parvenza della stessa, mettendo a nudo tutte le ipocrisie che si celavano dietro un rapporto solo all'apparenza idilliaco.

Già la prima scena è notevolissima: lei che deve fare un'intervista, ma è impedita dalla musica assordante di lui che sta lavorando al piano di sopra. Una sintesi perfetta dei giochi di potere in quella coppia di protagonisti così tossica, un inizio che spiega già tutto quello che vedremo nel resto del film e che, proseguendo, riesce a dare ancora più motivi per farceli stare antipatici entrambi. 

Lei così dura, autoritaria, supportata dallo sguardo teutonico di una gigantesca Sandra Hüller, e lui sottomesso, stressato, messo in ombra dal successo di una donna che si è impressa nel mondo letterario attingendo anche dalle sue idee... ma allo stesso tempo c'è anche la consorte, che deve parlare in una lingua non sua per tutto il tempo, straniera in terra straniera con tutto ciò che ne consegue, e quel marito che, per quanto la sua frustrazione sia minimamente giustificabile, non riesci a compatire fino in fondo per quella sfrontata debolezza e voglia perenne di piangersi addosso che lei giustamente gli rinfaccia quando si sente attaccata...

Giocare il valzer su un discorso simile è difficilissimo e la coppia di sceneggiatori ci riesce pienamente, dandoci uno dei migliori dialoghi degli ultimi anni proprio per come riesce a gestire le due parti, facendole sprofondare in un mare di torbida e malata quotidianità.

Quella processuale è solo la minima parte di un film complesso e stratificato, che mette in scena dei personaggi e delle situazioni poco piacevoli. Sandra è ambigua, ha molte zone d'ombra e il ritratto di lei che ne esce non è proprio dei migliori. Questo non la rende un personaggio negativo a priori, piuttosto un'essere umana con tutte le sue zone d'ombra, complicate dal fatto che l'intera situazione è ambigua e non ha una risoluzione lineare per via della mancanza di prove e della necessità di dover chiudere un caso decisamente complesso.

Non si sono particolari twist, solo il lento deflagrare di tutti i particolari snocciolati da un'accusa implacabile che ovviamente si ripercuoteranno in maniera estremamente grave sulla persona più indifesa di tutte, ovvero i figlio ipovedente della coppia - anche qui, una donna che non parla la lingua e un figlio dalla vista compromessa, ennesima chicca di un film ricolmo di sottigliezze.

Sarà quella sua disperazione il vero fulcro della vicenda, il punto massimo di un film che è la lenta cronaca di un disastro annunciato. La sua disperazione di trovarsi improvvisamente orfano di padre e con una madre nell'occhio (lol) del ciclone, mentre d auna parte diventa preponderante un suo intervento per smuovere un processo che pare infinito.

Una prospettiva quasi tiresica per un film che mette tanto, forse a tratti addirittura troppo, su un vassoio che contiene le relazioni umane come portata principale, fino a quella conclusione.

Si esce da questa visione stanchi e ringalluzziti allo stesso tempo, una maratona costante in un percorso lineare ma ugualmente ricco di insidie. Non stupisce tutto l'entusiasmo e i premi vinti in giro per i vari festival, tutti meritatissimi, perché al gelo di una vita e delle sue implicazioni nn si riesce a sfuggire.

Ed ecco che arriviamo alla parte più scomoda...

Per quanto l'abbia continuamente elogiato, perché di una scrittura davvero oltre stiamo parlando, la tanto decantata ambiguità non l'ho sentita. Non ho percepito il dubbio avvolgermi, così come l'ansia per quello che sarà da lì avanti, anche se pienamente suggerito da quell'ultima inquadratura. 

Ma sono certo si tratti di un problema unicamente mio...






Commenti

  1. Beh, adesso capisci il perché questo film non mi abbia rapita.
    Credo di essere in sintonia con quanto hai scritto perché se da un lato la scrittura è virtuosa, davvero troppo perfetta (o ci tenta) è proprio questa messa in scena a lasciarmi all'angolo un po' scazzata devo dire.
    La caduta del sentimento, dell'amore che a priori in film come questi ti chiedi se ci sia mai stato ha talmente divorato tutto che poco importa come sia andata realmente anche se tutti una risposta personale forse ce la siamo data.
    Notevole per alcune cose, dimenticabile per altre perché non è un film che amerei rivedere e oltretutto come ho scritto da altre parti è il terzo film che vedo con questa attrice che trovo davvero respingente e mi spiace perché credo che un po' alteri anche il mio 'giudizio '.
    Certo tra i tanti film visti lo scorso anno l'ho comunque messo in classifica tra i primi 10, gli vanno riconosciuti certamente dei meriti.


    P.s: ma poi As bestas passato in tv lo hai visto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo di aver afferrato cosa intendi, anche se io credo di rivolgermi a un fattore più istintivo che non mi ha fatto innamorare del film. Troppo cervellotico e la freddezza arriva nei punti sbagliati, per me. Ma rimane quel dialogo che è qualcosa di davvero mostruoso.

      As bestas purtroppo non sono riuscito ancora a vederlo 😭

      Elimina
    2. Cavolo lo hanno trasmesso due settimane di seguito in prima serata e poi in seconda serata. Dovresti controllare su RAI play!
      Bye!

      Elimina
    3. Controllerò sicuramente. Purtroppo ho degli orari fuorilegge 😅😅

      Elimina
  2. Il problema del film è che non si trova una soluzione, la regista ha mantenuto il dubbio nello spettatore, sta a noi immaginare cosa possa essere successo :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Quello per me non è assolutamente un problema, anzi, è il valore aggiunto. Più che altro IO questa ambiguità non l'ho percepita.

      Elimina
  3. Un gran film, poco importa se lo si è apprezzato più di testa che di pancia, e alla fine poco importa se l'ha ammazzato, se si è ucciso o se è scivolato sul manico di un martello, ma tutto quello che c'è nel mezzo...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un mezzo grandioso e succulento, davvero. Più che altro non ho sentito quel senso di ambiguità che molti, pure agli Oscar, hanno elogiato 🫤

      Elimina
  4. Mi rincuora molto leggerti perché, anche parlando fra amici, quando ho detto che a me (e non solo, l'ho visto in compagnia) non ha impressionato così tanto, mi hanno guardato come se gli avessi sputato in faccia. L'unica cosa che mi ha tenuto sveglio nel mio caso è stato cercare di capire cosa la gente ci avesse trovato di così entusiasmante, magari un momento così di svolta da restare di stucco. Nulla, un giallo da Rai 2, miscelato ad un po' di Storia di un matrimonio e The Affair, su una coppia di cui non sappiamo nulla e ci interessa ancora meno

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In realtà è molto di più ed emerge nei vari non detti, senza contare quel magnifico monologo che da solo vale la visione.
      Il resto, è qualcosa che A ME non ha colpito, dato che avrei preferito un'ambiguità più marcata 😅 ma rimane, sempre per me, un gran film.

      Elimina

Posta un commento

Ragazzi, mi raccomando, ricordiamoci le buone maniere. E se offendete, fatelo con educazione U.U

Post più popolari