NIGHTBITCH. BESTIA DI NOTTE, di Marielle Heller
È semplicemente insulso...
Nulla che non sia stato già stato detto prima, anche coi medesimi intenti metaforici, e pure la scrittura rasenta la mediocrità assoluta. Davvero, più ci penso e meno me ne capacito, perché a una certa quel libro mi ha semplicemente irritato e ho fatto fatica a finirlo.
Sarà che sono un figlio sano del patriarcato?
Se proprio voglio leggere qualcosa di particolare sulla faccenda preferisco Chouette di Claire Oshetsky, quella sì un'opera davvero fuori di testa che non lesina sulla bontà di scrittura. Roba che alle femministe influencer verrebbe voglia di dire una cosa su tutte:
Imparatə!
Resta il fatto però che è piaciuto a tutti tranne che a me, quindi la Yoder (contro la quale non ho nulla, specifico, mi lascia semplicemente perplesso il modo in cui il suo romanzo è stato accolto) ha vinto. Ancora di più perché i diritti cinematografici sull'opera erano già stati acquisiti dalla Annapurna Pictures quando il romanzo era ancora inedito. Come se Maeve di CJ Leeve non fosse già un male sufficiente...
Fatto sta che il film è bello e pronto. E se la regola aurea (già smentita più volte) certifica che il film è inferiore all'origine cartacea, allora stiamo freschi.
Partendo quindi dal presupposto che forse non ero io il pubblico di riferimento (ma allora, visto il discorso sulla maternità e il sacrificio della vita adulta, chi dovrebbe esserlo?) e che, magari, su chi ancora non si è avventurato in certi gironi letterari quel romanzo può fare lo stesso effetto di Memorie di una Geisha letto da un milanese, va riconosciuto che quella Angela Carter wannabe se non altro aveva il dono della coerenza.
Nightbitch (libro) non diceva nulla di nuovo ma tutto quello che accadeva in quelle pagine seguiva un discorso preciso. Già visto e letto altrove, certo, ma almeno aveva uno sviluppo omogeneo e le singole parti evolvevano adeguatamente in quella che è l'economia della storia raccontata dalla Yoderah-i-uh.
Il film è semplicemente una merda.
In qualunque modo la si voglia mettere, una roba simile non raggiunge la sufficienza nemmeno con tutta la buona volontà del mondo.
Il fatto che da noi abbia skippato la sala per approdare direttamente su Disney+ dovrebbe forse strimpellare qualche campanello d'allarme, e sinceramente, visto il risultato finale avrei detto si trattasse tranquillamente di un film per le piattaforme, che per i deboli di memoria è l'equivalente dell'ormai vetusto direct-to-video di supportiana memoria. Non mi spiego comunque la presenza di un'attrice di razza come Amy Adams che, non ho capito come mai, ma da quando ha iniziato a frequentare cattive compagnie ha una carriera che dire ristagnante è poco.
Così come l'attitudine della regista, che non sarà Jane Campion, ma da chi aveva realizzato cose comunque dignitose per quanto scolastiche come Copia originale mi aspettavo un minimo di competenza nella gestione del ritmo. Invece Nightbitch è un film sballato, diretto male e montato pure peggio, che non sa valorizzare nulla al proprio interno e a una certa ti fa chiedere se chi ci ha lavorato non stesse pensando ad altro durante la realizzazione.
Ce lo dice già l'inizio, con quel monologo lunghissimo, interminabile e che, per quanto risulti un'idea di regia, funge da spiegone non richiesto. Qui diciamo sempre che il cinema è un'arte visiva e che deve raccontare per immagini, quindi mi chiedo se, togliendo quella parte dialogata e inframmezzando il montaggio che seguirà subito dopo, non si sarebbe ottenuta una sequenza migliore, più ritmata ed efficace nel trasmettere il disagio di questa madre insoddisfatta e schiacciata dal quotidiano.
E questo è il primo di tanti esempi similari che caratterizzano questo film. Perché non c'è nulla con un minimo di cipiglio e in diversi momento sembra realizzato da uno studente di cinema al suo primo esame dietro la macchina da presa. Non proprio il trattamento che ci si aspetta per un libro besteller sul quale molti hanno puntato lo sguardo e l'attenzione.
Ma soprattutto (e qui tenetevi forte perché si vola, anche se stiamo a quattro zampe)...
... qualcuno ha capito a che genere appartiene?
La Heller fonde tre diversi registri (la commedia, il dramma e il body horror) fallendo con successo in ambetré, perché nessuno riesce a svilupparsi bene. Non ce n'è uno portante con cui arricchire il resto e le singole parti rimangono degli spezzoni a sé (può benissimo esserci della commedia in un dramma così come dei momenti drammatici in una commedia), arrivando a stravolgere un finale che qualche momento di interesse sulla carta lo aveva lasciato, fino a dimenticarsi del tutto la storia delle mutazioni.
A tal punto, quindi, perché soffermarsi in quella maniera su di esse?
Tutto questo viavai di suggerimenti canini che arricchimento ha dato a questa storia goffa, scombinata, incoerente, il cui unico merito è fare leva su dei temi caldi che però non vengono affrontati come meriterebbero?
Uno dei film peggio realizzati che mi sia capitato di vedere recentemente, robe che il set posticcio di Rebel moon fa il palo. Qui invece non ci sono effetti speciali che tengano, solo una grandissima attrice sprecata in un ruolo che la ridicolizza in una maniera che decisamente non si merita.
Ma neppure la Yoder si meritava un adattamento simile.
Per me già peggiore film dell'anno. Sulla fiducia.
RispondiEliminaMamma mia che zozzeria. Ma pare proprio fatto dagli stagisti sul set (con tutto rispetto per la categoria degli stagisti, sennò è working gap)...
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