AMULET, di Romola Garai

Tomaz è un immigrato di un non specificato paese dell'est, sfuggito dalla guerra e dal proprio ruolo di guardiano di confine. Arrivato in Gran Bretagna come muratore, viene ricoverato dopo il centro d'accoglienza in cui vive va a fuoco. Lo aiuterà una strana suora, sistemandolo in una strana casa... che sia tutto collegato alle sue crisi di sonnambulismo e all'amuleto che trovò anni prima nel proprio paese?

Tra le varie cose di cui il dannato 2020 dovrà rispondere vi sono le uscite di due grandi film, Relic e questo, che a causa della pandemia hanno dovuto "accontentarsi" del gran richiamo della rete e degli appassionati, privandosi dell'uscita in sala - Tenet invece ce l'ha fatta...

Che vabbè, spesso valgono di più una manciata di cinefili dell'internetto che mille sale prese d'assalto, ma credo che questi siano due film che avrebbero meritato un giro e una distribuzione degna di questo nome per due semplici motivi.

La prima è che si tratta di due esordi e che, cosa non scontata, sono anche gli esordi di due donne. Diciamolo subito, l'horror, come altri generi, nelle stereotipo è di chiaro appannaggio maschile, ma ultimamente anche il gentil sesso ha reclamato la propria presenza con delle pellicole bellissime. Basti pensare alla Kent, tanto per cominciare, che ha creato uno die nuovi cult del genere. Ma soprattutto, sono due esordi che, in circostanze normali, avrebbero aperto la carriera a chiunque. Io confido che le cose tornino alla normalità e che loro possano proseguire senza intoppi il loro lavoro.

La seconda è che è un horror, un genere che amo ma che rende il rapporto complicato per una ovvia saturazione che non sempre lo fa volare come dovrebbe. Seriamente, chi li vuole i jumpscares quando può portarti su delle vette come questi due titoli? Non sembra un caso che siano usciti lo stesso anno, tanto sono simili, pur avendo finalità e metodi diametralmente opposti.

Amulet poi è l'esordio di Romola Garai, attrice della quale presi una cotta pomeridiana quando vidi Angel di Ozon, che si sposta dietro la macchina da presa per creare una storia macabra e, diciamolo, con un twist finale che fa pensare che nelle pause sul set si calasse di roba pesante. Insomma, un motivo in più per amarla.

Seriamente, quello o la tizia non sta molto bene...

Questo rende tutto il processo ancora più assurdo, perché che una abituata a stare dall'altro lato della trincea sappia gestire così bene scrittura e regia è ancora più incredibile. Ma davvero, Amulet è davvero ben calibrato. Forse un paio di lungaggini in una storia già breve di suo, ma tutto propedeutico per un finale che spiazza tutto quello mostrato prima, spiega un paio di questioncine apparentemente irrisolte lasciate sapientemente qua e là, dando un delirio vissivo degno di un Cronenberg a caso quando gli gira bene.

Tutto questo per un esordio.

Film estremamente antietetico rispetto al lavoro della James, molto più patinato e sentimentale, che mirava a raccontare una realtà familiare con un finale da groppo in gola, mentre qui è il racconto incazzato di una vendetta femminista che si riprende tutto quello che vuole e con gli interessi. E lo sporco, soprattutto. Sembra che qualunque cosa la macchina da presa sfiori abbia appena ricevuto una bella pennellata di merda.

Nulla è come sembra, nemmeno il protagonista. Al quale non si riuscirà a volere del male nemmeno alla fine ma, e qui sta proprio la sapienza della scrittura, non si potrà nemmeno negare il finale, che riequilibra tutto in una maniera karmica. Ma soprattutto, fa quello che solo i migliori horror riescono a fare: inquietare.

Non tanto spaventare, ma lasciare dietro di sé quella patina di disagio convulso che non finisce a spavento terminato, ma si percuote nel tempo, lasciando memoria di sé. E lo fa quasi col solo ausilio delle immagini e, anche, del sonoro, confondendo ma poi ritornando sul punto. E ripeto, tutto questo è un esordio.

L'horror gode di ottima forma nei settori meno conosciuti e negli ultimi anni ha dato ottima prova di sé, donando alle singole opere quella valenza che non si recepisce solo nel genere di appartenenza, come in questo caso. Amulet non è solo un bel horror, ma un bel film tout-court, affiancandosi a quelle opere già citate che hanno alzato la bandiera di quel cinema in grado di imprimersi nella memoria degli appassionati.

E lo ha fatto una donna. Con un grido incazzato e incazzoso come pochi, un calcio nelle palle che sarà difficile non sentire.









Commenti

  1. Non ho abbonamenti vari, mi auguro possano uscire in sala, film che meritano e sgomiteranno alle riaperture.

    OT: hai visto Il Cliente ieri sera su RAI 5? Ottimo canale, neanche una pubblicità. Film che avevo già visto, ma ho voluto rivedere.

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    1. La vedo dura, anche perché per ora è reperibile solo in lingua originale :/
      Purtroppo no, orari di lavoro e pigrizia patologica me l'hanno impedito... 💔

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