WHEN EVIL LURKS, di Demián Rugna

Due fratelli scoprono il cadavere tranciato a metà di un uomo, un pulitore che non è arrivato a disinfestare una satanica presenza delle vicinanze. Cercheranno di pezzare lo strappo come possono, portando conseguenze che...

Spesso snobbati e relegati al circuito dei film di serie B, gli horror sono in realtà un campionato a parte. Se davvero vanno considerati robaccia da discount o cestone del supermercato scrauso, perché è così difficile trovarne di ben fatti e, soprattutto, che facciano davvero paura? Se sono ignorabili, perché hanno meccanismi così complessi che a quanto pare non tutti riescono a ingranare? E non tiriamo in mezzo l'elevated horror...

Siamo partiti benissimo e potremmo continuare dicendo che il vero horror non è gratuito, ma in realtà mi sento pure di ribadire che spesso una bella violenza estrema fine a sé stessa non può che fare bene. 

When Evil lurks (titolo internazionale di Cuando acecha la maldad) è un film argentino, opera seconda di Demián Rugna, che sul finire dell'anno scorso ha praticamente convinto quasi tutti. Quasi tutti quelli capaci di capire qualcosa, perché se amate gli horror e vi fate scappare un gioiellino simile... beh, non sapere della sua esistenza può essere una scusante, non apprezzare un genere bellissimo che vi viene lanciato addosso senza pietà invece è una colpa. E fidatevi che la considerazione che volevo scrivere inizialmente era molto meno signorile.

La verità è che horror come questo diventano merce rara. Il film di Rugna è diretto, cattivissimo, non ha paura di disgustare e soprattutto non vuole cercare la nobilitazione a tutti i costi, perché sa che l'unica cosa che deve innalzare un racconto è la voce del narratore. Già qui ci evita le fighettate alla Talk to me e affini. 

Ma soprattutto, è fortemente inclusivo. Perché chiunque voi siate, verrete ridotti a carne da macello.

Già questo sulla carta basta, poi nell'effettivo non ci risparmia violenze su uomini, donne, animali e, soprattutto, bambini. È un film morbosamente fissato con la malasorte verso i pargoli e in un paio di occasioni ho addirittura dovuto girare lo sguardo, io che mi pettino i peli sullo stomaco col rastrello, segno che a livello di lerciume malato viaggiamo su piani altissimi.

Perché Rugna sa come girare, capisce la materia e, come detto, nobilita il racconto. Non vuole elevarsi, ed è qui la grande differenza con un The sadness qualsiasi, che vorrebbe essere anarchico e sovversivo quando invece è solo il delirio di uno che non è uscito dalla preadolescenza ormonale. Ma soprattutto, è un film che nel suo essere estremo, brutto, cattivo e violento, ha un enorme rispetto per lo spettatore e il suo cervello. Non è difficile, basta trattarlo come normodotato, facendolo interagire visivamente con personaggi degni di tale nome e con i quali si possa provare la benché minima empatia - e vi assicuro che non serve uno script degno di Kieslowski per questo.

Perché i protagonisti di questo film faranno anche cose stupide, che dopo Drew Goddard stiamo tutti quanti con le orecchie per aria, ma è quella stupidità tipicamente umana, della persona comune che si trova davanti a qualcosa più grande di sé e cerca di uscire dai guai come meglio gli riesce, Le cause hanno sempre degli effetti e i comportamenti sono assolutamente coerenti con quello che si vuole trasmettere.

Quindi, appurato che non fanno dietrologie dopo l'uso anomalo di neonati, che il termine dietrologia mi appare quantomai fuori luogo a ripensaci, per me un film così è semplicemente l'apice del divertimento esagerato, vero cinema degli eccessi con tutti i crismi del caso, orgogliosamente di genere e altrettanti orgogliosamente radicato nella cultura del proprio paese d'origine. Essendo nato come pellicola per Shudder, fidatevi che non era una faccenda cos' scontata, segno che tutto si presta a un buon racconto dell'orrore.

Inoltre quella faccenda delle possessioni largamente riconosciute e dell'incapacità del governo di gestirle adeguatamente mi ha ricordato qualcosa...

*metaphorone is in the air*

Comunque sì, dalla sua ha anche delle piccolezze, come il personaggio della nonna che ha la funzione di spiegone ambulante per delle regole non propriamente necessarie e che erano perfettamente intuibili già da sole e un lotto centrale che gira su sé stesso per qualche minuto, ma si tratta unicamente si un assetto momentaneo per ripartire in quarta così com'era iniziato, dandoci lo spettacolo che ogni appassionato di horror desidera.

Insieme a un finale di inaudita crudeltà. 

Perché a Rugna non basta inorridire, lui è quel tipo di generale che non fa prigionieri. Letteralmente. La sua frontiera di dannati e infetti è stata dimenticata da Dio, che non è mai intervenuto e mai lo farà, perché l'uomo è perso nel suo delirio.

Riprendendo a recensire ho scoperto che raramente più un film mi piace e altrettanto ho da scrivere, e qui siamo di fronte a uno di quei casi. Forse proprio per la mancanza di doppi strati di lettura e per il suo rifarsi al mero racconto, e quando qualcosa di così lineare e diretto eccelle, rimane poco da dire.

Quindi guardatelo.

Vi farà stare così male da rinvigorirvi.






Commenti

  1. Quanto pessimismo in questo film. Quanta cattiveria. E, soprattutto, quanta paura m'è presa in almeno un paio di sequenze, io che ormai mi spavento con difficoltà!

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    1. Mamma mia, è come essere presi a badilate di m***a in piena faccia 🤩

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  2. Come direbbe Jericho, - it's on the list -. Oltretutto quattro pinte da parte tua, l'avevo segnato, ma prima tocca a "Come and see".

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    1. Madonna, due visioni non proprio leggerissime - per motivi opposti 😅

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    2. Bello mi è piaciuto! Comunque ho solo un refuso da fare, è un film Argentino e non Messicano!

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    3. Ero sicuro ti sarebbe piaciuto!
      Sul resto, grazie dell'avviso. Ormai non ho più vent'anni e mi confondo facilmente XD

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