MATERIAL LOVE, di Celine Song
Stando a una recente statistica, sempre più uomini stanno volgendo verso questo genere di teorie, andando a braccetto con le destre estremiste. E secondo le previsioni dell'ISTAT entro il 2050 il 41,1% delle famiglie solo in Italia sarà formato da una persona single e delle rimanenti solo una su cinque sarà una coppia con figli.
Nella mia vita di maschio bianco etero (in pratica, sono il male incarnato e non lo sapevo...) adulto mi è capitato di trovarmi sia in una relazione, come adesso, che single. E mentirei se, di fronte agli inevitabili rifiuti, dicessi di non aver mai pensato di essere stato sfavorito per via della mia posizione economica - come si faccia a preferire chiunque a me mi risulta ancora incomprensibile, ma ci arriveremo. Da uomo medio, ho vissuto sia quello che viene definito come il fantomatico privilegio che una pressione sociale per non rispettare magari determinati requisiti. Per fortuna sono stato pure sufficientemente lucido da capire quando me la sono andata a cercare, quando è stata una fortuna sia finita male e anche quando, semplicemente, doveva banalmente andare così.
Poi sì, inevitabilmente è successo anche mi venisse preferito chi aveva il portafoglio più gonfio.
E sapete una cosa? Da persona che ha sempre messo l'autodeterminazione prima di tutto, ho accettato pure quello, perché ognuno gestisce il proprio corpo come vuole. Questo è un presupposto che non bisogna mai dimenticare, anche di fronte a quelle questioni che magari urtano la nostra sensibilità di anime belle.
D'altronde, ricchezza e povertà sono paradigmi che possono determinare per davvero la complessità interiore di una persona? Se domani mattina vincessi al totocalcio la cosa finirebbe inevitabilmente per cambiarmi e chi mi sta affianco dovrebbe giustificare la sua attrattiva? E se io posso apprezzare la ricchezza d'animo di una donna bellissima (e ne ho incontrate che eccellevano su ambo i fronti), perché per una donna la percezione dev'essere giocoforza viziata dall'agiatezza del suo consorte?
Ragazzi, io ve lo dico ogni volta che questi sono diventati tempi difficili, voi però non mi credete mai...
Proprio per questo un film come Material love (che poi, inglese per inglese, perché non lasciare l'originario Materialists?) mi aveva incuriosito fin da subito, in special modo perché è stato scritto e diretto proprio da una donna. Chi meglio di chi si trova sempre davanti al dito che indica poteva dire la propria sull'argomento e, perché no, lanciare pure una qualche provocazione?
Tra l'altro, confesso di aver voluto recuperare Past lives proprio per arrivare preparato a questo... finendo però per avere un clamoroso effetto boomerang.
Perché Material love non è solo un film ininfluente, per quanto si possa considerare trascurabile la veicolazione di qualsiasi tema, ma diventa pure grottesco se confrontato con l'esordio della sua autrice, tanto da farlo diventare un metro di paragone piuttosto scomodo visto quanto era riuscita a fare al primo colpo e quanto questo bis artistico le è venuto male... o nemmeno troppo male, dipende dai punti di vista. A una certa avrei preferito la becerata spudorata, che se proprio bisogna colare a picco meglio farlo con stile.
Allora come mai dove Nora e Hae con poco riuscivano a porgere interrogativi nefasti e situazioni naturalmente ambigue (confesso, se avessi visionato quel film in un periodo particolarmente delicato della mia vita non so dirvi esattamente come ne sarei uscito...) questo, che Celine Song ha sempre scritto di suo pugno, risulta pacchiano, stereotipato e, volendo dirla fino in fondo, quasi irrispettoso nel suo essere a tratti pure consolante ad ogni costo?
Avete rotto lo spracchio a Lanthimos per il bordello di Povere creature!, ma il raffronto a questo lo fa sembrare un trattato della Wollstonecraft.
È sicuramente cambiato il pubblico di riferimento: non più la platea del cinema indipendente o dei festival, magari alla ricerca di un'opera più stratificata e raffinata, ma quella della grande distribuzione destinata ai multisala, la folla attratta dagli attori di grido sul cartellone che nutrono questo cast e anche dai messaggi più semplici da interiorizzare. Questo non è necessariamente un male e nemmeno un demerito all'intelligenza dei singoli spettatori, perché è proprio dalla cultura popolare che si evince la mutazione della società e il valore degli strascichi intellettuali che animano le discussioni più polarizzanti... ma allora come mai qui si avvertono dei richiami che, se analizzati fin troppo profondamente, appaiono quasi reazionari, in barba a quelle che sembravano le intenzioni originali?
E dire che l'inizio è così lampante: una coppia di cavernicoli che, prima di sancire la loro unione, si scambiano degli oggetti rituali. Una scena semplice e potente che però viene snaturata lungo tutto il film a favore di una protagonista che poteva fare la differenza, ma alla fine si ferma a una conformistica superficie di purezza che, guarda caso, mette in centro proprio la capacità economica della donna e la sua scalata sociale.
Che nel triangolo vi sia l'uomo economicamente svantaggiato (modalità boomer *mode on*: poi voglio vedere quanti poveracci come Chris Evans avete incontrato...) poteva dare dei risvolti molto interessanti viste le questioni di cui sopra, ma alla fine tutto si riduce a una disamina davvero molto basilare che vede la donna accettare un'amore riconosciuto come puro perché lontano dalla ricchezza e dall'agio. E questo, lo dico proprio da uomo, mi ha lasciato diverse perplessità.
Poi Pedro "prezzemolino" Pascal non pervenuto nella scrittura e nella costruzione.
Il film comunque si lascia guardare, Celine Song si dimostra una regista dotata di un occhio e una sensibilità non indifferenti, nonostante le lacune di questo soggetto, ma a ferire è proprio il fatto che pur avendo una mannaia in mano resca solo a dare delle stilettate ininfluenti, quando invece, almeno io, avrei preferito una scudisciata che potesse pure suscitare della polemica.
Vi basterebbe fare una capatina su quella fogna a cielo aperto che è Threads per capire quanto disagio in merito alle relazione circoli, e quindi perché certi temi andrebbero affrontati senza paura di farla fuori dal vaso.
Quindi, non come qui.
Peccato, perché pur essendo lontano anni luce dalla mia zona di comfort, lo avevo iniziato con le migliori aspettative. e speranze.











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