WATCHMEN, di Zack Snyder


Edward Blake, meglio conosciuto come il Comico, viene ucciso nella sua abitazione. Il vigilante Rorschach, costretto alla macchia (lol) dopo che un decreto governativo ha messo al bando tutte le maschere, cerca aiuto dai Watchmen, vecchi supereroi con cui era in squadra. Ma dietro potrebbe esserci un piano fin troppo grande...

Watchmen è senz'ombra di dubbio un'opera che travalica il media stesso, pur essendovi profondamente ancorata. Uscito tra il 1986 e il 1987, è uno di quei fumetti che insieme a Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller e Maus di Art Spiegelman (un trittico di coscritti assurdo) dimostrò al mondo che i balloon non erano sono robaccia per ragazzini poco istruiti. Titoli adulti e maturi non solo per le vicende trattate, ma anche per il modo in cui venivano raccontate, spingendo l'asticella della narrativa sempre più in alto.

Adesso bisogna chiamarli graphic novel per sentirsi legittimati, quando basterebbe lasciar parlare gli autori alla loro maniera.

L'opera di Alan Moore, il geniale autore inglese, e del disegnatore Dave Gibbons, non aveva dalla sua solo una storia avvincente e ben calibrata, ma si poneva come obiettivo quello di decostruire l'archetipo del supereroe a partire dal linguaggio stesso. Niente più vignetta libera o onomatopee colorate, ma una rigidissima griglia a nove presa in prestito dal fumetto d'oltralpe, dialoghi fiume e combattimenti squallidi. Tutto questo per mostrare gli uomini dietro le maschere, mentre una vicenda tipicamente super si svolgeva, conglomerando intorno a sé in maniera importante la storia recente americana. 

Ovviamente l'idea di farne un film è saltata per lo sghiribizzo di molti e tra questi passò un certo Terry Gilliam, che presentò un progetto tanto assurdo da far desistere qualunque studio.

Poi venne Zack Snyder...

Il leggendario Zack Snyder...

Che disse di aver voluto realizzare questo film per "salvarlo dai Terry Gilliam di questo mondo", frase che ancora oggi gli fa meritare le peggio perculate in tutto il mondo. Robe che quando l'ex Monthy Pyton lo seppe, disse: "Snyder? Non lo conosco, mi spiace".

Si potrebbero dire molte cose sulla faccenda, valutare pro e contro e far mille ipotesi su cosa è ancora oggi perfettibile, ma, in tutta onestà, credo che il commento migliore rimanga: poteva andare molto peggio!

Rendiamoci conto, a chiunque avesse visto 300 sarebbero tremati i polsi nel vedere quel nome accostato a quel capolavoro, ma dopo più di un lustro si può ben dire che il buon Zack ce l'ha messa tutta, pur coi suoi limiti manifesti, dimostrando di avere qualcosa (poco, eh) da dire e di non aver capito una sega del materiale di partenza al contempo.

Resta il sospetto che si trovi molto a suo agio a parlare di maschioni superdotati...

Perché Watchmen (film) parte col presupposto di essere un tradimento fatto e finito. 

Dove Moore voleva prendere le distanze dal linguaggio dei fumetti di supereroi, Snyder, con tutta la sua bonaria sempliciosità, ne abbraccia l'estetica. E così dove avevamo un disegno gretto, ingabbiato in vignette geometriche e tinto solo di colori secondari per dare l'effetto qualquadra che non cosa perenne, oltre che la stessa gabbia in cui si sentono i suoi protagonisti, Snyder ci mette le pose plastiche, la fotografia fighetta saturata al 400% e i combattimenti acrobatici.

Sono differenze macroscopiche, perché il modo in cui scegli di raccontare qualcosa e dove chiedi allo spettatore/lettore di guardare, cambia tutto l'andazzo.

Dove Watchmen (fumetto) era un'opera che parlava di uomini che affrontano l'ignoto, Watchmen (film) parla di super che vogliono appropriarsi del proprio stato.

A questo poi aggiungiamoci i ralenti messi a caso da Snyderone nostro, un voice-over onnipresente che smorza molto il ritmo e quella convinzione tutta che, se in un fumetto hanno fatto in un modo, allora anche nel film andrà fatto lo stesso, ignorando che la vignetta vive di spazio e l'inquadratura di tempo. Ah, poi ci sarebbe anche quella cosa sulla direzione degli attori. E quella sequenza iniziale del Comico, che dando fisicità a quel personaggio gli toglie tutta la sua potenza narrativa di essere presente solo nei ricordi e nei racconti.

Ma quindi, bocciato?

No.

A Snyder va dato il merito di aver preso un'opera geniale e, per quanto spogliata e semplificata fino all'imbarazzo, di averla saputa riassumere in una durata corposa ma non eccessiva, di aver saputo conservare i momenti veramente significativi (il discorso finale del dr Manhattan...) e di averci messo anche del proprio. 

Su tutti, quella scena durante il monologo di Rorschach, dove vediamo il primo piano del Comico piangente, con quella lacrima che scende, esce dall'inquadratura e si collega all'inizio, a quella goccia di sangue... ma anche la morte di un certo personaggio che si ricolloca nel suo stesso immaginario semiotico, un'accortezza non presente nel fumetto e che qui dà un piccolo valore aggiunto.

Oh Zack, vedi che quando vuoi ce la fai?

Tante cose potevano essere gestite meglio, sì, questo è innegabile - tipo lo splatter messo a caso tranne quando serve, oppure il fatto che che nell'85 esista solo il blu con lievi sfumature di grigio - ma ce ne sono pure altre che mi fanno ricordare come mai a diciotto anni mi piacque così tanto, portandomi a scoprire uno degli autori che ha segnato maggiormente il mio percorso.

Alan Moore, intendo, non Snyder. Anche se...

Un invito a recuperare il fumetto, forse l'opera definitiva del secolo passato, e scoprire uno degli autori più geniali che l'umanità abbia mai avuto. Fatelo e vi si aprirà un mondo.

Per tutto il resto c'è un simpatico film a cui ho voluto molto bene nella mia adolescenza e che rivedo sempre con piacere, senza sentirmi mai in colpa.






Commenti

  1. Sai come la penso, Snyder sa portare sul grande schermo i disegni, ma non i testi, solo che non può esserci fumetto fatto solo di disegni, il trucco può funzionare per "300". In ogni caso la versione estesa pur avendo lo stesso grave problema strutturale, risulta un po' meglio, questo e la sua versione della "Justice League" ci insegna che Snyder d'ora in poi dovrà fare solo film che durano almeno tre ore, di cui la metà rallenty ;-) Cheers

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    1. C'era troppo lavoro per i suoi soli bicipiti 🤣 rimane un film che ha i suoi (macro)problemi, ma il buon Zack, tra diverse scivolate, ha portato a casa la pagnotta. Il guaio è che non ha la sensibilità necessaria per sobbarcarsi il peso di un simile patrimonio...

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  2. Ecco, se dovessi scegliere tra 300 e questo, sceglierei senza dubbio 300...

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  3. Da un fumetto epocale (fra i più grandi capolavori del medium), un film del tutto dimenticabile. Bello visivamente, ma chi lo ha adattato non ha capito niente dei messaggi e dei rimandi interni pensati da Moore.

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    1. A me piace sempre e su alcune cose, per me, hanno fatto un discreto lavoro. Resta tutta la (forse eccessiva) semplificazione che vi hanno apportato, ma per me porta a caso il risultato, pur con alcune scivolate.

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  4. Sono anni che non lo riguardo ma avendolo visto al cinema, totalmente vergine del lavoro di Moore, ricordo che mi era piaciuto tantissimo. Ma ammetto di non avere più avuto il coraggio dopo la lettura di Watchmen...

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    1. È il rischio di trasporre i capolavori, purtroppo 😅 ma pur con gli inevitabili scivoloni, a questo giro Snyder cade in piedi - pur con qualche ammaccatura...

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