ARMY OF THE DEAD, di Zack Snyder

Una squadra speciale di mercenari viene assoldata da un misterioso riccone affinché recuperi 200 milioni di dollari all'interno di un caveau nella città di Las Vegas, murata dopo che una misteriosa epidemia ne ha trasformato gli abitanti in zombi. Sarà una corsa contro il tempo, perché il governo vuole nuclearizzare la sin city per eccellenza...

Il 2021 sarà sicuramente ricordato come l'anno in cui Zack Snyder riuscì ad essere più trend topic della pandemia o delle crisi di governo. Perché tra la sua cut, interviste in cui si lasciava andare in considerazioni su chiunque e la qualunque, dichiarazioni politiche, richieste dei fan di ripristinare il suo universo (che pii, il fatto che il suo nome venga prima della proprietà intellettuale è qualcosa di incredibile) e questo film... insomma, non si può aprire l'internet senza sentire parlare di lui. E per quanto uno possa essere umanamente felice per la rivalsa avuta sui produttori, a una certa anche basta.  

E lo dico da pseudo-fan, eh...

Pure da persona che non sapeva se tenersi ancora l'abbonamento a Netflix e aspettava l'uscita di questo film prima di prendere una qualche decisione. Perché Snyder rimane sempre uno col suo stile e chiunque sappia trasportarti nella sua visione, per quanto pessima, a mio parere merita di essere visto.

Ecco, a tal proposito, chiariamo due cose.

Si è sempre detto che l'horror sia stato uno dei generi politici per eccellenza e a rimarcare la cosa ci ha pensato proprio George A. Romero coi suoi zombi, dei quali Snyder firmò il remake con quel suo orribile esordio - e qui non proseguo. Ma a mio parere va anche detto che pure quella dell'intrattenimento onesto è un'ottima politica, quando viene svolta coerentemente, perché anche nella stupidità si può essere molto intelligenti, basta essere consci dei propri limiti e fare quello in cui si riesce meglio.

Attendevo questo film perché sembrava qualcosa a colpo sicuro, un progetto rimasto in stand by per anni e sul quale Snyder aveva poggiato le proprie basi, perfezionandosi poi col proseguire degli anni. Certo, nessuno si aspettava la Critica della ragion pura, dove lo zombi diventa metafora della morte dell'analisi trascendentale... 

Ma onestamente, nemmeno il troiaio che si è presentato.

Sperare che Snyder possa creare dei film profondi è quasi puerile e ingenuo, così come aspettarsi della qualità da un film simile. Basta leggere la sinossi per capire dove deve andare a parare, e per quanto mi riguarda, questo è un film che si scrive da solo. Bastava solo che Zackino bello non ne combinasse una delle sue e si lasciasse andare in quello che gli riesce meglio - le mazzate e l'esagerazione. 

I primi problemi iniziano però già dal prologo e, guardando la barra-timer più sotto, noti che si è preso quasi dieci minuti di quelle che saranno quasi due ore e mezza. Di un prologo nemmeno troppo interessante e con diversi problemi di montaggio e continuità, tra l'altro. Poi arrivano i titoli di testa (come sempre, la cosa migliore dei suoi film) e vedi che il buon Zack si è occupato anche della fotografia.

E qui viene da pensare a tutto il proprio passato. A quelle che erano state certe sequenze di Watchmen o ad alcune scene di Man of steel che, separate dalla stupidità generale, sapevano essere anche molto evocative. Quindi che quasi tutto il suo "talento" stesse tra le mani di Larry Fong e Amir Mokri? Che tolta quella patina esistessero solo inquadrature blande, ritmo assennato e un montaggio dilettantesco?

Perché qui si salva davvero poco.

Anzi, oso ancora di più: pochissimo.

Oltre alla trama, che resta il requisito minore quando decidi di guardare un film simile (ma davvero ci sono volute tre menti per scrivere sta roba?), non capisco perché tutto sia stato diretto così alla cazzo, in maniera smarmellata e quasi interamente fuori fuoco, da effetto mal-di-mare. Tutto è estremamente piatto, monocromatico (nelle scene in notturna non si capisce quasi nulla), e quando non c'è quel gioco finto erotico con gli obiettivi ci sono dei tagli che fanno rimpiangere i tanto perculati ralenty. Si adduce sempre la scusa del realismo, ma la verità è che viene usato come tappabuchi per ogni espressione stilistica che non trova una reale motivazione. 

Più di due ore che rasentano il nonsense, tanto da far rimpiangere i film della Asylum, dove pure la tecnica di un regista il cui nome è sempre foriero di discussioni viene meno, a favore di una realizzazione anonima e pedestre, con momenti che vorrebbero anche essere drammatici e invece risultano solo ridicoli - Bautista che piange, ma porcammerda

E quando su un film simile ti viene da chiederti se non fosse stato meglio sforbiciare qua e là, qualche domanda qualcuno dovrebbe pur farsela. E il fatto che da una tamarrata vengano solo interrogativi (e non uno che sia positivo) è quanto di più grave possa esistere sulla scala dell'ignoranza.

Fallire così clamorosamente da premesse così basse non era da tutti, ma Zacky senza Cody ce l'ha fatta anche stavolta, con uno dei tonfi peggiori della sua carriera. 

Si, ancora più di Batman v Superman, che almeno regalava dei bassi davvero epocali e memorabili. 

Qui nemmeno quelli, come un Michael Bay qualsiasi.







Commenti

  1. Se non ricordo male, esordio come direttore della fotografia per Zacky Zack e si vede, in certi momenti fa errori che nemmeno un cineamatore della domenica, questo film ha fatto emergere tutti i difetti di Snyder, ma proprio tutti. Cheers

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    1. Serviva proprio un bell'impegno per rovinare il minimo...

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  2. io ho sempre odiato snyder, a pelle, non sono mai riuscito ad apprezzarlo né tantomeno a capirlo, ma sarà un limite mio, visto che chiunque pressocché ne parla bene, o trova almeno qualcosa di positivo nei suoi film o nella sua filmografia...

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    1. Dipende... lui è il mio "guilty pleasure" per eccellenbza. Un po' come il McDonald, lo mangi e ti piace pur sapendo che non si tratti proprio di gastronomia. Lui se non altro ha una stile che nel bene (poco) e nel male (troppo) lo differenzia da molti.
      Qui nemmeno quello...
      Davvero, è un film insalvabile sotto ogni punto di vista.

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    2. ti capisco....però davvero mi sembra uno spreco produrre la sua robaccia...ma capisco anche che fa tanta cassa, quindi ci sta...

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    3. In questo caso, sì.
      Tra l'altro mi chiedo come sia stato possibile incappare in così tante scemenze una dietro l'altra.

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    4. credo che quando si arrivi a determinati livelli, con quegli incassi, non ci sia nessuno che ha il coraggio di dire "mi sa che stai facendo una cazzata"... anche perché, vedendo qualche making of, ormai son tutti superartisti che raccontano la società contemporanea, nessuno si vede come "regista di film del cazzo", come potevano essere una volta alcuni registiche sapevano di fare filmetti o comunque roba non così tanto artistica...

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    5. Ma questo è nato apposta per essere una cazzatona, ma... a tutto c'è un limite 😅

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