TRAP, di M. Night Shyamalan
Shallallero innanzitutto è un autore, il che vuol dire che anche nelle opere peggiori (quelle firmate da lui, lasciamo stare le commissioni) mette una propria impronta personale e perfettamente riconoscibile. Quello che mi ha fatto infatuare artisticamente di lui però è l'amore che mette nei personaggi.
L'esempio più lampante sta in un film come Old, pasticciato in diversi punti, vero, ma prova di una tecnica incredibile oltre che di un'affezione e una voglia di bene verso i poveri gonzi di cui racconta le non-gesta incredibile. La scena sulla spiaggia coi genitori ormai invecchiati salverebbe il peggiore dei cinepanettoni, per dire, ma mi riferisco anche ad altri suoi titoli più blasonati che custodiscono questo amore incondizionato verso l'umanità che mi fa levare il cappello.
Basti pensare a Splice, amato da tutti per i motivi sbagliati, quando la vera essenza di un film simile sta in una scena microscopica, quella dei fiori lasciati ai bordi di una rotaia; pochi secondi che riescono a metterti lo sciroppato in tutt'altra prospettiva. Oppure a Unbreakable, dove il twist finale rivela la pietas di un personaggio che in una manciata di minuti assume tutt'altro tipo di tragicità.
Di questo Cooper invece cosa vi rimane?
Tutti si stanno lamentando delle illogicità del film (i Batman di Nolan invece erano proprio dei campionari di coerenza, vero?) quando forse i problemi sono altrove e, tra l'altro, nel non negarne i difetti ci si dimentica un po' troppo dei pregi.
Shallallero in realtà è uno dei migliori tecnici in circolazione. Su questo pochi cazzi, non accetto obiezioni - anche perché nel film nessuno suona l'oboe. Lui stesso ce lo ricorda costantemente proprio scegliendo la più improbabile delle impalcature, ovvero un concerto E sticazzi?, direte voi. Eh sì, mascherine, ma pensate la difficoltà di girare un film facendo stare un tizio fermo per metà del tempo che con un occhio guarda i punti di fuga e con l'altro controlla i poliziotti, mentre intorno a lui la musica parte a palla e la gente balla.
Sono tutti elementi che qui filano liscissimi per tutta la durata, senza che la tensione si smorzi per un secondo. Se riesci a fare ciò, scusate, ma per me sei più che bravo.
Tra l'altro, nemmeno il presupposto è così improbabile.
Il film è ispirato alla famigerata Operazione Flagship del 1985, a Washington DC. La polizia federale conosceva gli indirizzi di almeno tremila ricercati, ma siccome andare a suonare al campanello di ognuno avrebbe comportato troppo rischi e dispendio di mezzi, inviarono a nome della società fittizia Flagship International Sport Television dei biglietti omaggio per il SuperBowl, riuscendo così a catturare 101 dei 160 loschi figuri presentatisi all'evento.
Insomma, se vuoi fregare qualcuno, le cose gratis sono sempre ottime.
Poi certo, in fatto di illogicità il film fa la spola, ma ripeto, non sono per la coerenza assoluta in una pellicola, quanto per la coerenza d'intenti... ed è qui che Trap, purtroppo, perde molte pedine sulla scacchiera, anche di fronte a un lavoro tecnico così impressionante.
Seriamente, cosa mi voleva raccontare qui Shallallero? Che valore aggiunto dà questo film alla sua produzione, anche solo a livello di una bella storia raccontata? Ma soprattutto, cosa rende una storia, molto banalmente, "bella"?
C'è una scena che mi è rimasta impressa su tutte: Cooper guarda sua figlia su palco (sorvoliamo su come c'è arrivata) che duetta con Lady Raven, è ripreso in piano americano mentre dietro di lui uno dei maxi-schermi restituisce l'immagine che sta vedendo. Ecco, è una scena così semplice ma bella che dà una parvenza di profondità a un assassino, un malfattore per il quale Shally ci ha fatti stare in ansia. Ma poi?
C'è un qualche discorso più profondo sulla faccenda (i problemi di bullismo di lei sono appena accennati) o uno scavo del personaggio adeguato? Si fa un discorso sul tema che possa dare una diversa lettura di quanto visto, un discorso con l'immagine e non solo il suo mero riproporsi nelle dinamiche?
Di base, e non sono il solo (ops... solə) a dirlo, tutto sembra una markettonata clamorosa verso la figlia Saleka, cantante emergente per cui il papi ha già diretto diversi videoclip, che qui porta in scena il personaggio di Lady Raven e compone per il film una decina di canzoni originali. E dopo The watchers, la missione di piazzare ovunque possa le figlie per il nostro Shallallero può dirsi compiuta.
Davvero, per come la pellicola evolve a livello di trama e per l'importanza crescente che la cantante assumerà, questo sembra l'unico vezzo possibile, perché altro in questo film non ho trovato. Lo scavo psicologico dell'assassino è davvero risibile, si riduce tutto a una mancata comunicazione materna (non lamentatevi dello spoiler che in realtà non vi cambia nulla) perché lei aveva notato un suo lato oscuro.
La mamma si chiamava Martha Grazie, la zia Graziella e la nonna Grazie al...
Che poi, come già detto, in realtà il film è uno sfoggio di tecnica incredibile che mantiene attiva l'attenzione fino alla fine. Dipende da come voi volete approcciarvi alla questione, se limitarvi a qualche brivido estivo o a concentrarvi su una mancata sostanza, che il nostro avrebbe tranquillamente potuto colmare.
Scusate, ma da quelli bravi, tendo a voler pretendere qualcosa di più, specie dopo un film clamoroso come Bussano alla porta.
Considerando che non mi è piaciuto manco Bussano alla porta...
RispondiEliminaCome sei inZenZiBBileH 💔
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