I PECCATORI, di Ryan Coogler

Mississippi, 1932. Dopo essere sopravvissuti all'esercito ed aver militato tra le fila di Al Capone a Chicago, i gemelli Stack e Smoke ritornano al paese natio per fondare un loro postribolo, rilevandolo da una vecchia segheria acquistata da un passato membro del Klan. Peccato che delle figure demoniache si aggirino in...

Arrivati a metà annata (che è iniziata con Nosferatu, non so se mi spiego) possiamo dire tranquillamente che questo Sinners è il vero vincitore morale della stagione cinematografica. E credo che difficilmente qualcuno potrà superarlo per portata, realizzazione e impatto.

Si potrebbe iniziare dagli incassi, che nonostante il facile fraintendimento con un biopic sportivo sul tennis hanno tenuto bottissima in un periodo di innegabile crisi delle sale, segno quindi che se lo spettacolo merita, la gente è disposta ad alzare le pudenda dal divano a favore del grande schermo. Il che ci porta a una riflessione sul pubblico e il cinema "di larga scala".

Sinners è quello che gli intellettuali con la giacca di tweed definirebbero "un film commerciale". Il che non è per forza un male. Se perfino Michelangelo lavorava al soldo di facoltosi committenti, figuratevi i maestranti di un sistema che, sotto l'idea romantica del raccontare, si basa su produttori e sponsor. Questo rende la Cappella Sistina meno bella o Stalker di Tarkowski un tassello trascurabile? No, è (lascio a voi decidere in quale manichea forma) una delle derivazioni del mondo. Ma sapete, io non mi sono appassionato al cinema guardando La dolce vita di Fellini, bensì lasciandomi abbagliare da Jurassic park prima e Il gladiatore poi, che sono due pellicole firmate da due maestri.

Il problema quindi non è soddisfare il pubblico, ma come. Le leggende nacquero sì per dare risposte all'insoluto, ma anche per intrattenere davanti a un fuoco. Quando sono realizzati da chi il cinema lo sa fare, pure i tanto vituperati blockbuster sono oro che cola - e non solo per i produttori. I vari intellettualoidi dovrebbero ricordare che a mantenere l'industria sono questi titoli.

Inoltre, Sinners è un film americano. Lo è nell'animo. E per quanto io detesti oltre ogni misura quegli esportatori di democrazia, va detto che nessun altra cultura ha saputo infondere una simile narrativa nella propria Storia, facendola diventare un tutt'uno con le opere di finzione che racconta e riuscendo a decostruirsi attraverso di esse. Per dire... da noi Freaks out è una bellissima eccezione, da loro la norma.

Abbiamo così i fantasmi dello schiavismo e del razzismo che ha imperversato nel Sud degli Stati Uniti, la voglia di riscatto, l'espansione della civiltà in una terra rubata ad altri e lo scontro culturale avvenuto da vari migranti che si fecero chiamare poi "cittadini americani". E soprattutto, la musica, che come ogni altre espressione dell'animo umano ha seguito l'evoluzione sociale.

Ditemi se questo è poco.

Il tutto, in un film costato parecchio, diretto con ritmo, con un cast di star e azione, sangue, frattaglie e spettacolarità. Ne voglio uno al mese di film così!

Non era così scontato arrivare a un simile risultato. Ryan Coogler aveva iniziato bene con Fruitvale station, lasciando intendere la sua vena politica, salvo poi arrivare a Creed e poi nel calderone Marvel, motivo per cui tutti lo davano per spacciato. Invece no, un trittico necessario per farlo arrivare a livelli sufficientemente alti per poter racchiudere intorno a sé la maestranze necessarie per portare avanti la sua visione, e abbandonati i tutinari ci offre un film granitico, crepuscolare e sanguigno, dove sono i muscoli a farla da padroni ma a servizio di una bella storia, quella che alla fine vogliamo tutti.

E ce la fa sudare. Si prende tutti i tempi necessari per costruire intorno a quei due debosciati dei protagonisti un intero ecosistema di facce e vite vissute. Ci vuole un'ora buona perché i vampiri si palesino, prima è tutto un girare, conversare e suonare, tutte cose necessarie per farti innamorare quanto basta di questi ultimi e per farti capire cosa rappresenti il jukejoint fondato in tanta fretta. C'è una sconfitta dietro ogni sguardo, raccontata senza retorica e con un lavoro sul linguaggio incredibile.

Non sembra, ma è un film che andrebbe visto in lingua originale per cogliere la bravura di tutti i caratteristi e come sanno formulare gli accenti e l'inconfondibile parlata da sudisti che caratterizza ogni linea di dialogo.

Però è un film di mostri, non dimentichiamolo. 

E anche se si fanno attendere, arrivano e saranno cazzissimi per tutti. Coogler dimostra di amare i film giusti e, dopo la prima metà, segue una seconda che sembra richiamare a gran voce Peckinpah e il Carpenter di Distretto 13 per come riesce a dirigere e gestire l'azione negli spazi chiusi. Sarà tutto in quella ex segheria che avverranno le gesta del pelide Jordan, perfettamente aa suo agio in un doppio ruolo che prevede scazzottate epiche, tutte accompagnate dal pathos e dalla gravità necessarie, mentre i destini si compiono a suon di stilettate, squartamenti e bruciature - non ci si risparmia su nulla. Senza dimenticare la visionarietà che un film girato interamente in pellicola comporta.


Alla fine, Sinners non è solo la storia di un pugno di superstiti contro dei mostri, è la metafora di un paese che dal peccato della conquista è nato, capace solo di assoggettare gli altri sotto la propria unica visione individualistica, perché quel nuovo regno che i vampiri vogliono fondare non è molto diverso dall'impero di sangue stellestrisce che i nostri personaggi vedono consacrarsi davanti a loro, in mezzo alle sue storture e i fanatismi. E sarà nel sangue che i conti verranno regolati un'ultima volta, chiudendo il cerchio e mettendo una lapide su ogni possibile sviluppo positivo.

Resta la musica.

Forse quella è l'unica cosa in grado di unire sotto un'unica bandiera individuale, l'unica voce concessa a chi fino a poco prima aveva conosciuto l'orrore della schiavitù e a cui era stata destinata una parziale libertà di stenti. Coogler con un'impennata che mai mi sarei aspettato riassume secoli di storie ed elucubrazioni, raggirando il concetto stesso di tempo e realizzando un sunto della storia umana in meno di due minuti.

E poi c'è questa canzone in QUELLA SCENA che, mi spiace, ma si è aggiudicata lo scettro della sequenza più bella vista quest'anno. E per quello che significa quella melodia, acquista ancora più significato per quello che i suoi demoni vogliono rappresentare. 

Davvero, non immaginavo potesse piacermi così tanto, ma certe volte è bello essere stupiti in questa maniera.

PS: guardate i titoli di coda fino alla fine.






Commenti

  1. Notevole. Al momento, la vera sorpresa della stagione.

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    1. Giuro, non mi aspettavo potesse essere così bello... 🤩

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    2. nemmeno io, visto quasi per noia... perchè in quel weekend non c'era di meglio

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  2. L'ho mancato al cinema purtroppo, ma vedrò prestissimo!

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    1. Recupera! Sento sarà una delle rare volte che concorderemo 🤓

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